«Complimenti, hai messo su questo spettacolo che oggi non serviva». Così il vicepremier Luigi Di Maio ha apostrofato la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che mercoledì 8 maggio ha fatto visita alla famiglia rom a Casal bruciato per esprimerle solidarietà dopo i fatti dei giorni scorsi. Poi, però, ha corretto il tiro e ha affermato «Non sono arrabbiato con Virginia».

Il fatto – Lunedì 6 maggio la famiglia Omerovic – composta da un bosniaco di 40 anni, da sua moglie e dai 12 figli, tutti nati in Italia – è arrivata in via Sebastiano Satta, dove aveva ottenuto l’assegnazione di un alloggio popolare di 100 metri quadri. L’abitazione si trova all’interno di uno dei tanti palazzoni della zona che i militanti di CasaPound presidiano per impedire l’ingresso ai “non residenti”. Quando la famiglia Omerovic ha raggiunto lo stabile, è stata accolta da una trentina di persone, tra cui membri del partito neofascista, che hanno manifestato con violenza contro il suo insediamento nel palazzo. Alle raffiche d’insulti e di minacce rivolti ai 14 rom ha reagito indignata, mercoledì 8 maggio, la prima cittadina di Roma, sostenendo il diritto della famiglia ad abitare l’appartamento e criticando duramente quanti hanno provato a ostacolarla.

Di Maio – Ambigua, se non addirittura disorientante, la reazione di Di Maio, all’indomani dalla defenestrazione di Armando Siri dal governo. Se inizialmente il ministro aveva avuto da ridire sulla «mossa» della collega pentastellata, considerandola avventata, ha poi dovuto ricredersi. «Non ho trovato inopportuna la visita di Raggi, ma comprendo ci sia tensione sociale nel Paese», ha detto Di Maio la mattina di giovedì 9 maggio al microfono di Radio Anch’io, su Radio1. «Ci sono italiani arrabbiati e una tensione che produce intolleranza non si può combattere stando o da una parte o dall’altra. Bisogna trovare soluzioni. Stiamo cercando, come governo, di abbassare questa tensione sociale. L’obiettivo non è schierarsi».

Raggi – La Raggi non ha fatto attendere la risposta all’intervento del collega. Intervenuta a margine di un convegno alla Camera di Commercio, la sindaca ha detto che «Se partiamo dalla legalità noi attuiamo la democrazia. […] Un sindaco deve essere vicino agli ultimi, che vuol dire sia agli abitanti di quelle periferie che a Roma sono abbandonate da tempo, sia a coloro che si sentono più fragili».