Basilica di San Lorenzo Maggiore – foto di Eleonora Panseri

«Non c’è rispetto per niente, né per le cose, né per le persone. Di notte la piazza si trasforma». Residenti e ristoratori delle Colonne di San Lorenzo convivono da anni con le serate alcoliche dei giovani milanesi e non. Spesso però il divertimento supera il limite e si trasforma in violenza. Come è avvenuto venerdì 28 maggio alle 2.40, ben oltre il coprifuoco. Una pattuglia dei carabinieri è intervenuta dopo che una coppia di ragazzi tedeschi di 23 anni era stata rapinata. Gli agenti hanno rintracciato gli aggressori alle Colonne ma uno dei due, 22enne di origini marocchine con numerosi precedenti penali, ha aizzato il suo pitbull contro un militare. Dopo essere stato morso al braccio e al polpaccio, il 32enne è stato costretto a estrarre la pistola e a sparare ferendo l’animale e colpendo di striscio altre due persone, una ragazza di 31 anni e un altro di 22. Al momento dell’arresto, i ragazzi che stavano assistendo alla scena hanno iniziato a lanciare bottiglie e sassi contro gli agenti.

Le reazioni – «Quello che è successo mi ha sorpreso. Questa zona mi sembra molto controllata dalla polizia, dai carabinieri e dalla finanza, spesso anche con i cani – spiega un commerciante. Il suo negozio è a pochi metri dal centro della movida, che si concentra soprattutto nella piazza e in parco Vetra. Ma se queste attività chiudono prima dell’inizio della serata, sono i ristoranti che soffrono di più la situazione. «È un caos che non ha precedenti e sta degenerando. Noi ristoratori speriamo che le cose migliorino – dice il titolare di uno dei locali in piazza Vetra – Mentre i clienti sono a tavola, vedono passare persone ubriache che si picchiano o si lanciano addosso bottiglie. Così la gente non è tranquilla. Ci dispiace vedere queste scene perché molti sono giovanissimi. Bisognerebbe insegnargli che ci si può divertire in altri modi». Ma anche tra i ragazzi che nel weekend affollano le Colonne c’è chi è consapevole di ciò che accade. «Vengo spesso sui Navigli e in Colonne, zone che da quando hanno riaperto sono piene di vita – racconta uno di loro – Di solito si gira tranquillamente, ma a volte capitano disordini quando gruppi di ragazzi litigano e fanno a botte». Nonostante i ripetuti interventi delle forze dell’ordine, i residenti non si sentono al sicuro e si lamentano dello stato di degrado delle vie al termine delle serate. «Questi ragazzi sotto l’effetto dell’alcol e della droga ne combinano di ogni. Le strade limitrofe sono piene di bottiglie e di escrementi. E’ uno scempio – spiega una signora che vive da 46 anni nel quartiere – Da quando hanno allentato le restrizioni la situazione è peggiorata».

Il piano – Anche quando le notti di festa non raggiungono gli eccessi del 28 maggio, un fattore rimane costante per i residenti: il rumore. Sei comitati di cittadini in tutta Milano hanno presentato una querela al sindaco Beppe Sala e si sono lamentati di una situazione “insostenibile”. L’idea del Comune è quella di installare dei sensori sui pali della luce nei luoghi del divertimento per monitorare il livello dei decibel. Dall’analisi dei dati rilevati dai fonometri, Palazzo Marino deciderà su quali zone intervenire e in che modo. Una soluzione che gli abitanti del quartiere delle Colonne sembrano apprezzare. «Dovrebbero mettere i sensori. C’è sempre tanto rumore. Conviviamo con gli schiamazzi e la musica sempre alta – commenta una residente – Una sera hanno anche sparato dei fuochi d’artificio. Di notte è diventato più rischioso uscire». Ma i controlli per il rumore non bastano. Una delle richieste che il quartiere fa al Comune è quella di una maggiore vigilanza, soprattutto la sera. Le aree su cui intervenire a Milano sono molte e scene come quelle che si verificano alle Colonne di San Lorenzo accadono anche in altri luoghi della movida. «Non sempre le forze dell’ordine riescono a intervenire in fretta. Due anni fa c’era sempre un presidio militare 24 ore su 24 – racconta il ristoratore – Ora invece siamo un po’ abbandonati perché le forze dell’ordine intervengono solo se chiamate. Vorrei che ci fosse una maggiore presenza».