Gestivano le occupazioni abusive nelle case popolari di Milano e, secondo la magistratura di Milano, lo facevano in cambio di soldi. Per questo all’alba di giovedì 13 dicembre i carabinieri del gruppo provinciale sono intervenuti nei confronti di nove appartenenti all’area antagonista milanese del quartiere Giambellino-Lorenteggio (periferia ovest della città). I nove fermati sono agli arresti domiciliari. L’accusa dei pm è quella di «associazione a delinquere» finalizzata a diversi episodi di «occupazione abusiva di alloggi di edilizia pubblica» e di «resistenza a pubblico ufficiale» dal 2015 ad oggi. Oltre agli arresti, sono state poste sotto sequestro nove abitazioni di proprietà della società pubblica Aler (Azienda Lombarda Edilizia Residenziale), tra cui la sede del centro sociale “Base di Solidarietà Popolare” in via Manzano 4. Tra i nove colpiti dal provvedimento (sette italiani, un peruviano e un colombiano) c’è anche uno studente dell’Università di Milano, laureato in filosofia con 110 e lode e residente ufficialmente in pieno centro. Poche ore dopo gli arresti, l’avvocato Eugenio Losco, che difende uno dei fermati, ha polemizzato sulla copertura mediatica del fatto, paragonandolo alla diatriba Salvini-Spataro di una settimana fa: «preciso di essere stato avvisato dell’esecuzione di alcuni provvedimenti ben dopo la pubblicazione della notizia – ha scritto il legale sul proprio profilo Facebook –. Ecco. Che dire. Il problema dunque non è solo Salvini». E proprio il ministro dell’interno è intervenuto per commentare l’operazione di polizia: «Nessuna tolleranza per i criminali che ‘rubano’ un bene pubblico strappandolo a chi ne ha diritto» ha detto.

Le indagini – L’inchiesta, condotta dal pm Piero Basilone e partita a ottobre 2016, ha permesso di accertare l’esistenza di un gruppo legato al centro sociale “Base di Solidarietà Popolare” che, secondo l’accusa, agevolava l’occupazione abusiva degli immobili di Aler in cambio di soldi. Secondo il gip Manuela Cannavale che ha autorizzato gli arresti, il “Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio” ormai era diventato una sorta di ente alternativo ad Aler al quale i residenti potevano rivolgersi per eseguire un’occupazione abusiva e, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, «impedire gli sgomberi di immobili abusivamente occupati da parte di Aler e delle Forze dell’Ordine». In cambio, i militanti del “Comitato” chiedevano una partecipazione assidua alle proprie assemblee e una quota mensile di 10 euro. Secondo i pm milanesi, le occupazioni abusive e l’opposizione agli sgomberi avrebbero fatto aumentare l’attesa delle famiglie legittime assegnatarie degli alloggi.

La polemica – La notizia degli arresti è stata riportata di prima mattina da quotidiani locali e agenzie e questo ha fatto arrabbiare l’avvocato Losco che, a suo dire, avrebbe ricevuto notifica dell’ordinanza di custodia cautelare solo successivamente: «Il problema dell’informazione giudiziaria – ha scritto l’avvocato sulla propria pagina social – non può essere liquidato con battute relative all’incompetenza di un ministro. Oltre a una dettagliata ricostruzione della vicenda, sui media è stato pubblicato persino l’audio di una intercettazione telefonica. Ovviamente al sottoscritto al momento non è stato notificato nulla. Com’è possibile tutto ciò?» ha concluso stizzito Losco. Anche la replica del “Comitato” è affidata a Facebook: «Chiunque abbia un po’ di sale in zucca conosce la differenza fra lottare ed essere un racket – si legge in un post pubblicato giovedì mattina –. Noi non abbiamo mai preso soldi per nulla, perché noi non siamo una cricca di mafiosi, ma un comitato di solidarietà! E la differenza fra queste due cose è abissale».

Il fenomeno a Milano – Secondo i dati forniti dalla Prefettura relativi al 2017, a Milano Aler gestisce 38mila case popolari e negli ultimi cinque anni le occupazioni sono quasi raddoppiate: dal 2012 ad oggi, sono passate da 1.789 a 3.400. Gli anni più difficili sono stati il 2015 (3.010 occupazioni) e 2016 (3.263). «Sono anni che continuo a denunciare una connivenza tra occupazioni abusive e centri sociali – ha commentato l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato –. Oggi, finalmente, si è tolto il coperchio alla pentola e tutto adesso è più chiaro».