Si andrà avanti fino al 13 aprile: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la proroga delle misure di quarantena e di distanziamento sociale con la firma del nuovo Dpcm, decreto del presidente del Consiglio dei ministri. In una conferenza stampa tenuta la sera del primo aprile, Conte ha definito per la prima volta «fase uno» quella che stiamo vivendo in questo momento. Quindi seguirà una «fase 2», ma è difficile dire come e quando partirà. Consisterà in una «convivenza con il virus» si tradurrà, ha spiegato il capo del Governo in una riapertura graduale delle attività e in una regolamentazione strettissima sulle distanze ammesse all’interno dei luoghi di lavoro e sui mezzi pubblici. Intanto però «non bisogna commettere errori. L’allarme non è cessato. Lo sarà quando per il Covid-19 verrà trovato un vaccino». Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza e lo ha ripetuto Conte in diretta tv da Palazzo Chigi. Uscite consentite solo per casi di estrema necessità, negozi chiusi, ad eccezione di supermercati, farmacie, edicole e ferramenta e scuole chiuse ancora per due settimane: le misure non si allentano, neanche per Pasqua e Pasquetta. Se ci consentissimo uscite e scampagnate adesso «vanificheremmo tutti gli sforzi fatti fino a oggi, pagheremmo un prezzo altissimo e saremmo costretti a ripartire daccapo».

I numeri – «Se i dati si consolideranno allenteremo le misure, ma non so se avverrà il 14 di aprile», ha detto Conte durante la conferenza stampa. Secondo l’ultimo bollettino della Protezione Civile, le persone contagiate sono 4.782 in più rispetto al 31 marzo, portando il numero complessivo di chi ha contratto il virus dallo scoppio della pandemia a oggi a 110.574, con una crescita del 4,5%. Le persone che attualmente risultano positive sono 80.572. I decessi sono stati 727, 110 in meno rispetto al giorno precedente, portando il totale a 13.155.

Sport e bambini – Più chiarezza anche sulle restrizioni da imporre ad atleti e famiglie. Conte ha spiegato che lo stop agli esercizi richiesto dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha lo scopo di evitare che «alcune società sportive possano pretendere l’esecuzione di una prestazione sportiva anche nella forma di un allenamento. Ovviamente gli atleti potranno allenarsi in maniera individuale, ma non collettiva». Per quanto riguarda i bambini, dopo la circolare emessa dal Viminale che permetteva ai genitori di uscire con i figli solo per lavoro, necessità e salute, Conte ha spiegato che non è ammessa nessuna ora d’aria con i più piccoli per farli correre o giocare. «Non abbiamo affatto autorizzato l’ora di passeggio con i bambini – ha detto il presidente del Consiglio – Abbiamo solo detto che quando un genitore va a fare la spesa si può consentire l’accompagno di un bambino, ma non deve essere l’occasione per andare a spasso». Insomma, dal momento che i piccoli non hanno nessuna occasione per uscire di casa, quindi,  è stato concesso alle mamme e ai papà di portarli con sé quando escono per svolgere le commissioni di estrema necessità previste dal decreto.

Europa al fianco dell’Italia – Intanto messaggi rassicuranti arrivano anche dal fronte europeo. Dopo il veto dei giorni scorsi da parte di Olanda, Germania e altri paesi del Nord sui cosiddetti “Coronabond”, giovedì mattina sono arrivate le prime aperture per arrivare a una solidarietà condivisa a livello europeo. A intervenire per prima è stata la presidente della Commissione Europea, la tedesca Ursula Von der Leyen, che in una lettera aperta al quotidiano La Repubblica si è scusata con l’Italia: «Bisogna riconoscere che nei primi giorni della crisi, di fronte al bisogno di una risposta comune europea, in troppi hanno pensato solo ai problemi di casa propria – ha scritto l’ex ministro della Difesa tedesco – ma oggi l’Europa ha cambiato passo e si sta mobilitando al fianco dell’Italia». Dopo aver ricordato alcuni degli interventi già messi in campo, come la cassa integrazione europea da 100 miliardi, Von der Leyen ha annunciato nuove misure perché «l’Europa possa riemergere più forte di prima da questa situazione». Nelle ultime ore è arrivato anche il passo indietro del governo olandese che prima si era scusato con quello italiano («Ho mostrato poca empatia» aveva detto il ministro dell’Economia Wopke Hoekstra), mentre giovedì il primo ministro Mark Rutte ha annunciato la proposta di un Fondo di Emergenza Ue che servirà per coprire almeno i costi sanitari immediati della pandemia. Secondo quanto rivelato all’Ansa da fonti diplomatiche, i Paesi Bassi sarebbero pronti a contribuire mettendo sul piatto un miliardo di euro. «Il Paese è solidale con le nazioni che sono colpite sempre più duramente dalla malattia, incluse le loro economie» ha dichiarato Rutte. Di questa soluzione si parlerà durante l’Eurogruppo del prossimo 7 aprile.