Minacce di coronavirus in Italia. A Civitavecchia, la nave da crociera “Costa Smeralda” è stata fermata per la presenza al suo interno di una coppia di cittadini cinesi alle prese con sintomi collegabili al virus animale: febbre, raffreddore e problemi respiratori. Immediatamente sono scattate le operazioni di prevenzione: i due, marito e moglie provenienti da Macao, sono stati isolati, mentre le altre persone presenti a bordo, circa seimila, non possono scendere dall’imbarcazione. La “Costa Smeralda” è stata subito raggiunta da un’équipe medica dell’ospedale romano Lazzaro Spallanzani, specializzato in malattie infettive, che ha eseguito i controlli sulla coppia.

Il caso – I due cittadini cinesi in questione erano giunti in Italia il 25 gennaio all’aeroporto milanese di Malpensa per poi dirigersi a Savona, dove sono saliti per iniziare la loro crociera. Della coppia, soltanto la moglie, stando agli ultimi aggiornamenti, avrebbe la febbre e altri sintomi che farebbero pensare a un possibile contagio da coronavirus. Già nel pomeriggio si dovrebbero avere i risultati dei test eseguiti a bordo dai dottori dello Spallanzani. Nel frattempo è scattato il panico tra gli altri partecipanti alla crociera: «Una vacanza che rischia di finire con un un incubo», il pensiero di molti. Nei giorni scorsi, la nave aveva fatto tappa a Marsiglia, Barcellona e Palma di Maiorca. Nonostante le ansie, la Guardia Costiera ha provato a tranquillizzare gli animi. «Tutto quello che andava fatto è stato fatto. La situazione è sotto controllo e al momento non risulta che vi siano motivi di preoccupazione a bordo», ha dichiarato il comandante della direzione marittima del Lazio della guardia Costiera Vincenzo Leone. Rassicurazioni provenienti anche dal sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco: «La situazione è sotto l’attento controllo di tutti gli enti coinvolti, compreso il Comune. Le autorità sanitarie e marittime si sono immediatamente attivate. Si stanno seguendo tutti i protocolli previsti e terremo costantemente monitorato il caso».

Cinesi con la mascherina nell’aeroporto di Los Angeles. Una scena che si sta vedendo sempre più spesso e ovunque

La situazione in Italia – Il ministro della Salute Roberto Speranza ha tenuto un’informativa in Senato sul coronavirus in Italia, annunciando la massima disponibilità del nostro Paese per la ricerca. A margine della discussione, il vice-ministro Pierpaolo Sileri ha illustrato il piano rimpatri organizzato per gli italiani presenti a Wuhan, la città cinese da cui ha avuto origine il virus: «Nella giornata di oggi non è previsto nessun rientro. I rimpatri sono previsti nell’arco delle prossime 72 ore e avverranno a bordo di un aereo civile con personale del ministero della Difesa. I controlli verranno fatti prima di partire, una volta a bordo, e al rientro in Italia». Saranno 40 le persone a tornare: non tutte però, dal momento che una decina ha deciso di restare in Cina. Il piano d’accoglienza è stato sempre spiegato da Sileri: «Verranno accolti con una quarantena la cui durata presumibilmente sarà di 14 giorni, ovvero quanto il periodo di incubazione massimo previsto. Avrebbe senso che questa quarantena fosse gestita in un unico posto per tutti, è da vedere poi se ti tratterà di un ospedale o meno». Se c’è molta attenzione sugli italiani di ritorno dalla Cina, all’interno dei confini del Paese non sono stati registrati ancora casi di contagio, a differenza di quanto già accaduto in altri Stati europei come Francia e Germania. Nonostante la psicosi in crescita, con molti casi di coronavirus preventivati e poi scientificamente smentiti, Sileri ha dichiarato che ciò «è dovuto alla coincidenza con il picco di contagi di influenza stagionale, che ha sintomi simili e che, al momento, ha conseguenze concrete per gli italiani molto più pesanti, visti gli elevati numeri di contagio registrati e i decessi collegati». La stessa task force allestita dal ministero della Salute ha rassicurato finora sull’assenza di casi, ricordando però come il numero verde, 1500, sia a disposizione 24 ore su 24 per i casi sospetti.

La situazione mondiale – L’allarme però resta alto, per un virus che si sta diffondendo a macchia d’olio, sia in Cina che nel resto del mondo. Le Filippine e l’India hanno annunciato ufficialmente il primo caso della nuova malattia, mentre in Brasile il numero dei contagiati è salito a sette. Si continuano così a prendere precauzioni. La Russia ha deciso di chiudere i confini orientali con la Cina precauzionalmente. Anche la stessa Cina continua a prendere misure di sicurezza. Nell’ultimo aggiornamento arrivato dalle autorità statali alle ore 19 locali, le 12 in Italia, è stato delineato l’ultimo bilancio: oltre 1700 casi, di cui 1370 gravi, 170 morti e 139 casi di pazienti dimessi dagli ospedali dopo la guarigione. Per questa ragione, la Federcalcio cinese ha comunicato di aver rinviato tutte le partite in programma nel 2020, facendo slittare l’inizio dei campionati. Anche il Gran Premio di Formula Uno, previsto a Shanghai per il prossimo 19 aprile, sarebbe fortemente a rischio secondo quanto dichiarato su Twitter dalla Federazione Internazionale dell’Automobile. Non solo le federazioni sportive, ma anche le multinazionali stanno correndo ai ripari. Dopo che Toyota e Strabucks hanno interrotto le loro produzioni e i loro servizi, l’ultima ad essersi aggiunta è l’Ikea, che ha annunciato la chiusura di tutti i suoi store in Cina.