«Un testo complesso pari a due manovre». Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha presentato in conferenza stampa, nella serata di mercoledì 13 maggio, il decreto Rilancio da 155 miliardi di euro, di cui 55 di extra-deficit. Più volte rimandato a causa di complicazioni e dure trattative tra i partiti della maggioranza di governo, il provvedimento ha avuto il via libera del Consiglio dei ministri e punta a dare sollievo all’economia italiana e ai lavoratori in difficoltà per l’emergenza Covid-19. Aiuti in arrivo anche per enti locali, sistema sanitario e famiglie. Un mosaico variegato di misure, articolato in 256 articoli e 464 pagine, che ora dovrà passare al vaglio del Parlamento per l’approvazione definitiva.

Regolarizzazione migranti – Tra i nodi più spinosi sciolti nelle ultime ore c’è la regolarizzazione dei molti migranti impiegati irregolarmente nel settore agricolo italiano, ma come colf e badanti. I lavoratori in nero che si autodenunciano potranno ottenere un permesso di soggiorno provvisorio di sei mesi per la ricerca di lavoro convertibile in permesso per motivi di lavoro in caso di assunzione. Una norma annunciata con commozione dal ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, da anni in prima linea nella lotta al caporalato nelle campagne, in conferenza stampa con i colleghi Roberto Gualtieri (Economia), Roberto Speranza (Salute) e Stefano Patuanelli (Sviluppo economico). Anche la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, in un’intervista al Corriere della Sera, avverte che «non è un “condono” ma una procedura di emersione e di regolarizzazione» e che questo scudo penale sarà basato su un «doppio filtro» che escluderà datori di lavoro e lavoratori con precedenti penali gravi. Secondo il capo del Viminale potrebbero arrivare tra le 100 e le 300mila richieste. I costi della procedura saranno coperti da un contributo forfettario di 400 euro per lavoratore a carico di chi assume e un altro da 160 euro dal migrante che ottiene il lavoro.

Ampliata la cassa integrazione – Allungata di nove settimane la cassa integrazione legata all’emergenza sanitaria, un altro punto su cui le trattative nel governo sono state accese. La nuova norma contenuta nel decreto Rilancio rifinanzia l’ammortizzatore sociale con altri 15 miliardi. Potrà sfruttarla sia chi ne beneficiava già (cassa integrazione ordinaria e straordinaria), sia i lavoratori che non vi avevano accesso (cassa in deroga). Nove le settimane di cassa integrazione aggiunte, che potranno essere spezzate in due blocchi: il primo da cinque settimane, il secondo da quattro. Un sistema per permettere alle imprese che attivano l’ammortizzatore per il primo periodo di fare domanda per la seconda tranche solo in caso di reale necessità, così da non impegnare fondi inutilmente. E per ridurre i tempi d’attesa per il sostegno ai lavoratori, punto dolente nella Fase 1, la richiesta di cassa in deroga sarà effettuabile non alle regioni ma direttamente all’Inps, che anticiperà il 40% delle risorse richieste prima della conclusione della pratica. Inoltre, i licenziamenti rimangono bloccati per altri 3 mesi, per un totale di cinque.

Contributo ai professionisti – Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, ad aprile i 600 euro arriveranno a professionisti non iscritti agli ordini,Co.Co.Co. in gestione separata, artigiani, commercianti, coltivatori diretti, stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali, lavoratori del settore spettacolo, lavoratori agricoli. A maggio mille euro per i liberi professionisti titolari di partita Iva che hanno perso almeno il 33% del reddito nel secondo bimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 e ai Co.Co.Co che hanno cessato il rapporto di lavoro.

Stop l’Irap – Nei 16 miliardi di aiuti stanziati per il mondo delle imprese c’è la cancellazione della rata Irap del 16 giugno (saldo e acconto) per tutte le imprese fino a 250 milioni di fatturato e i lavoratori autonomi con un corrispondente volume di compensi. La norma dovrebbe produrre uno sconto intorno ai 4 miliardi per 2 milioni di imprese e conferma l’esenzione dal versamento del saldo Irap dovuta per il 2019 e della prima rata, pari al 40 per cento, dell’acconto dell’Irap dovuta per il 2020. Rimane fermo l’obbligo di versamento degli acconti per il periodo di imposta 2019. Eliminati dunque i vincoli previsti dalla prima versione della norma, che limitavano il beneficio alle imprese fra 5 e 250 milioni che avessero subito una perdita di almeno il 33% nel fatturato ad aprile 2020 rispetto ad aprile 2019.

Liquidità alle imprese – Doppio livello di aiuti di Stato per le imprese. Per quelle sopra i 50 milioni di euro, l’intervento sarà attuato attraverso l’operazione «Patrimonio destinato» di Cassa depositi e prestiti. Per le imprese da 10 a 50 milioni di euro lo Stato dovrebbe invece procedere attraverso delle ricapitalizzazioni private con somme analoghe a quelle messe dai soci. Previsto a questo riguardo lo stop a dividendi e distribuzioni di riserve. Cambia nelle ultime versioni del testo del decreto il meccanismo degli aiuti a fondo perduto previsti per le piccole imprese fino a 5 milioni di euro di fatturato. L’indennizzo è proporzionale alle perdite di fatturato subite ad aprile 2020 rispetto allo stesso mese del 2019: secondo l’ultimo testo disponibile, è del 20% per i fatturati fino a 400mila euro, del 15% per quelli fra 400mila e un milione e del 10% sopra.

Stop a Imu, Tosap e Cosap – Sempre per quanto riguarda le imposte, arrivano provvedimenti a sostegno del settore turistico, tra i più in difficoltà. Esentati dal pagamento dalla prima rata dell’Imu alberghi, pensioni, stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, strutture termali, immobili degli agriturismi, dei villaggi turistici, degli ostelli della gioventù e dei campeggi «a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività». Sempre nello stesso settore, bar e ristoranti vengono esonerati dai versamenti della tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (Tosap) e dal canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (Cosap) fino a fine ottobre.

Rinviate Iva e ritenute – Viene prorogato per le imprese il rinvio dei pagamenti fiscali (Irpef e Iva) e contributivi (Inps e Inail) sospesi per i mesi di aprile e maggio 2020 e già previsto dal decreto Cura Italia. I versamenti andranno effettuati entro il 16 settembre prossimo. La proroga riguarda tutte le attività con ricavi o compensi non superiori a 50 milioni di euro nel 2019 che hanno subito una diminuzione del fatturato  o dei corrispettivi di almeno il 33% nei mesi di marzo e di aprile 2020 rispetto agli stessi due mesi del 2019, oppure se hanno avuto ricavi o compensi superiori a 50 milioni nel 2019, con un calo del fatturato  o dei corrispettivi di almeno il 50% sempre a marzo e aprile 2020 su marzo e aprile 2019. Un po’ di sollievo per le piccole e medie imprese arriverà anche dal taglio alle bollette delle utenze, attraverso una rimodulazione delle componenti fisse della bolletta, come i costi di trasporto e gestione del contatore e gli oneri generali. Il valore dell’intervento è stimato attorno ai 600 milioni e potrebbe riguardare 3,7 milioni di Pmi. Sia per le imprese, che per i cittadini, il Fisco concede una tregua. Sono rinviate, infatti, fino al 1° settembre le notifiche di circa 22 milioni di cartelle esattoriali, mentre slitta al prossimo anno la consegna di 8,5 milioni di atti di accertamento.

Il Reddito di emergenza – Per tutelare coloro rimasti esclusi da altre forme di sussidio, circa 1 milione di nuclei familiari in difficoltà, viene introdotto il Reddito di emergenza (Rem). A seconda del nucleo familiare, verrà erogato in due quote bonus tra i 400 e 800 euro. Le domande si presentano all’Inps entro il mese di giugno. Per ottenere il Rem occorrono i seguenti requisiti: residenza in Italia, reddito familiare inferiore al Rem spettante, patrimonio mobiliare familiare 2019 inferiore a 10mila (massimo fino a 20mila euro), e Isee inferiore a 15mila euro.

Gli aiuti alle famiglie – Per genitori lavoratori dipendenti del settore privato con figli di età non superiore a 12 anni sono stati prorogati i congedi parentali fino a 30 giorni. Riceveranno un’indennità al 50% della retribuzione. In alternativa è possibile accumulare il bonus babysitter da 600 euro introdotto dal decreto Cura Italia che diventa di 1.200 euro per chi non l’ha ancora ottenuto, da spendere per i centri estivi e i servizi integrativi all’infanzia (per il personale sanitario e le forze di polizia il bonus si cumula per 2mila euro).

I bonus vacanza e mobilità – Sempre per le famiglie, ma anche per sostenere il settore turistico italiano, viene previsto un credito vacanze per i nuclei con Isee non superiore a 40.000 euro, per i pagamenti legati alla fruizione dei servizi offerti da strutture ricettive, agriturismi e dai bed&breakfast su territorio nazionale. Il credito, utilizzabile da un solo componente per ciascun famiglia, è pari a 500 euro per ogni nucleo familiare con figlio a carico, a 300 euro per i nuclei familiari composti da due persone e a 150 euro per quelli composti da una sola persona. Come incentivo alla mobilità alternativa nelle città, il decreto introduce anche un bonus per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, o monopattini. Previste inoltre riduzioni tariffarie per gli abbonamenti annuali, ordinari e integrati, per il trasporto pubblico locale a partire dal termine delle misure di contenimento.

Il superincentivo edilizia green – Interessa sempre le famiglie ma soprattutto il settore edile, un altro dei comparti in crisi, il superbonus del 110% per i lavori di riqualificazione energetica e antisismica. Le spese dovranno essere sostenute tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021 per specifici interventi volti a incrementare l’efficienza energetica degli edifici (ecobonus), la riduzione del rischio sismico (sismabonus) e per interventi connessi relativi all’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Gli interventi verdi finanziati con il superbonus dovranno garantire «il miglioramento di almeno due classi energetiche da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica (Ape)». Il bonus sarà utilizzabile solo per alcune tipologie di immobile.

Fondi per gli enti locali – Il decreto include anche un meccanismo sblocca-pagamenti da 12 miliardi per la liquidazione dei debiti certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2019 da parte di enti territoriali e Asl. Di questa provvista 6,5 miliardi sono destinati a Comuni, Province e Città metropolitane, 1,5 miliardi sono per le Regioni e 4 miliardi sono riservati alle aziende sanitarie locali. Le risorse sono gestite da Cdp con anticipazioni da restituire in 30 anni.

I sostegni alla sanità – Il decreto prevede anche 3,25 miliardi per il sistema sanitario, messo a durissima prova dell’emergenza Covid-19. Come specificato in conferenza stampa dal ministro Roberto Speranza, «240 milioni saranno destinati a nuove assunzioni, tra le quali quelle di 9.600 infermieri destinati al territorio». Altri 190 milioni saranno destinati a incentivi a medici e personale sanitario. Vengono aumentati del 115% i posti in terapia intensiva, passando così dai 5.179 posti prima dell’emergenza pandemica a oltre 11.000 posti. Rafforzata anche la medicina territoriale con un investimento sui servizi domiciliari che aumenta la copertura territoriale dall’attuale 4% al 6,7%. Previste, infine, altre 4.200 borse per le scuole di specializzazione in medicina, in collaborazione con il ministero dell’Università.