Dopo due mesi di lockdown totale, lunedì 4 maggio entra in vigore la Fase due che dovrebbe far ripartire una buona parte delle attività produttive e industriali, bloccate fina dall’inizio di marzo dalla pandemia di Coronavirus. Un giorno atteso anche e soprattutto dai cittadini, che speravano in un allentamento dei divieti. Qualche misura in questo senso è stata certamente presa. Ma restano forti dubbi interpretativi su molte questioni, oltre alle preoccupazioni di chi pensa che riaprire sia troppo presto. Valgono per tutti alcune regole generali: sono vietati gli assembramenti, c’è l’obbligo di indossare la mascherina e di rispettare la distanza di sicurezza minima (un metro). Nel frattempo, in Italia scende il numero dei positivi (100.179) e dei decessi (174), che registrano il dato più basso dal 14 marzo. In aumento i guariti (+1.740).
Ritorno al lavoro – Sono 4,4 milioni gli italiani per i quali si riaprono le porte di fabbriche, aziende e uffici. Ripartono l’attività manifatturiera, il settore delle costruzioni e il commercio all’ingrosso legato ai settori in attività, (da tessile e moda ad automobili e fabbricazione di mobili). Bar e ristoranti potranno riprendere l’attività solo con la consegna a domicilio o con l’asporto. Riaprono anche le prime spiagge, ma solo per consentire agli stabilimenti di avviare i lavori in vista dell’estate. Restano sospese le attività commerciali al dettaglio diverse da quelle già autorizzate (alimentari, igiene della persona, edicole, farmacie e parafarmacie, tabaccai, librerie, negozi di vestiti per bambini e neonati, fiori e piante e molto presto anche negozi di biciclette). E poi ci sono circa 3 milioni di cittadini che continueranno a lavorare in smart-working, come dall’inizio dell’emergenza. Le aziende che riapriranno dovranno mettere in atto una serie di precauzioni (il protocollo di sicurezza anti contagio) per evitare che il virus riprenda a diffondersi (distanziamento, mascherine, igienizzante per le mani, sanificazione degli ambienti, guanti monouso, misurazione della temperatura prima dell’ingresso in azienda).
Trasporti – Sarà scoraggiato l’uso dei mezzi pubblici, perché è possibile che l’assalto a autobus e metropolitane causi sovraffollamento e renda impossibile il rispetto delle principali misure di sicurezza, a cominciare dal distanziamento personale. Per chi comunque non può fare a meno di utilizzarli, ci sarà obbligo di mascherina e (a Milano e Firenze) di guanti. Molti Comuni, come quello di Milano, hanno provveduto a mettere segnali alle fermate dei mezzi per indicare dove devono aspettare le persone, ma ci sono già stati episodi che hanno dimostrato come sia difficile rispettare le distanze. Proprio per queste difficoltà probabilmente la maggior parte dei cittadini userà le automobili private, con le prevedibili conseguenze in termini di aumento del traffico e dell’inquinamento.
Spostamenti consentiti – Uscire di casa, oltre che per fare la spesa e per motivi di salute, tornerà ad essere possibile anche per l’attività motoria e per far visita agli ormai famosi “congiunti”. Per congiunti si intende «i coniugi, i rapporti di parentela, affinità e unione civile, nonché le relazioni connotate da duratura comunanza di vita e di affetti», dunque anche le coppie di fatto, indipendentemente dal sesso. Sono esclusi gli amici. Le visite saranno consentite ma gli assembramenti resteranno vietati. Durante gli incontri è obbligatorio indossare la mascherina. Riaprono anche i parchi, ma non le aree gioco per bambini, e va mantenuto il distanziamento. Sono consentiti gli spostamenti, anche in auto, per recarsi in un’area dove praticare jogging o altre attività motorie o sportive. Resta valido l’obbligo di autocertificazione per qualsiasi spostamento, tranne per quelli di lavoro: in quel caso basterà il tesserino o la lettera dell’azienda. Sul sito del ministero dell’Interno è disponibile il nuovo modulo. Può essere utilizzato anche il precedente modello barrando le voci non più attuali.
Spostamenti non consentiti – Gli spostamenti per i motivi consentiti sono permessi solo nella stessa regione di residenza. I viaggi da regione a regione devono essere motivati da comprovate necessità di urgenza o di lavoro. Mentre gli studenti e i lavoratori fuorisede, rimasti nelle città di studio o di lavoro, possono rientrare «presso il proprio domicilio, abitazione o residenza», anche se queste si trovano in una diversa parte della Penisola: ma da lì non potranno poi tornare nella regione da cui sono partiti. Non è consentito recarsi nella seconda casa, a meno che non si debbano fare interventi di manutenzione, ma anche in questo caso lo spostamento è permesso solo se le abitazioni sono nella stessa regione di residenza.
Funzioni religiose – Per ora restano vietate le messe e i riti religiosi in generale. Sono consentiti i funerali, ma con un massimo di 15 persone e obbligo di mascherine, e la visita nei cimiteri.
Situazione contagi – Le persone contagiate in Italia il 4 maggio sono 100.179, con un calo di 525 unità rispetto al giorno prima. Il numero di guariti ha raggiunto quota 81.654, in aumento di 1.740. In un giorno sono stati registrati 174 decessi, il numero più basso dal 14 marzo, che portano il totale a 28.884. Scendono i ricoverati con sintomi che ora sono 17.242 (-115 persone rispetto al giorno prima), di cui 1.501 (-38 unità) in terapia intensiva, mentre 81.436 persone sono in isolamento domiciliare (ieri erano 81.808).