Si aspetta solo che i protocolli di sicurezza vengano diramati ufficialmente entro il weekend, ma l’accordo tra Stato e Regioni per la riapertura  è stato praticamente sancito: via libera dal 18 a bar, ristoranti, parrucchieri e stabilimenti balneari con le Regioni che avranno più autonomia nel decidere chi e quando potrà ripartire. La bozza del protocollo stilata dal Comitato scientifico nazionale già circola tra i media e l’intesa tra gli organi è stata annunciata su Twitter nelle scorse ore dal presidente della Liguria Giovanni Toti. Soddisfatto Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna: «Si riparte». Esulta anche Luca Zaia, governatore del Veneto che dichiara: «È un’anticipazione d’autonomia». Questa libertà d’azione, però, potrà essere limitata dal Governo in qualsiasi momento qualora risalisse la curva dei contagi.

Responsabilità – «Inizia la fase della responsabilità», ha dichiarato il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. Responsabilità vuol dire che il Governo fornirà le linee guida per le riaperture redatte dal Comitato scientifico e le Regioni faranno le loro proposte integrate dagli organi locali. Insomma, «si andrà avanti insieme», come ha twittato Toti dopo un vertice a cui hanno partecipato il premier Giuseppe Conte, Boccia, il ministro della Salute Roberto Speranza e tutti i rappresentanti regionali. Resta cauto il governatore lombardo Attilio Fontana: «Prima di procedere con nuove riaperture in Lombardia dovrò fare una valutazione appena avrò le linee guida e appena avrò i dati epidemiologici». I governatori e la giunta stabiliranno calendari e tempi, ma il tutto dovrà fare riferimento alla circolare del ministero della Salute che monitora la curva dei contagi. Se sale, Roma può bloccare tutto. Nell’incontro Stato-Regioni si è parlato anche degli spostamenti interregionali vietati (a parte alcune condizioni speciali), ma non è stato raggiunto nessun accordo. Se ne ridiscuterà nei prossimi giorni vista la necessità di far ripartire il turismo

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Bar e ristoranti – Uno dei settori che potrebbe riaprire è quello della ristorazione che conta più di un milione e 200mila addetti. La prima indicazione che trapela dalla bozza del protocollo è quella di attrezzare tavolini e sedie all’aperto per attenuare il rischio di aggregazione e assembramenti nei locali. Su questa linea la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha già annunciato che gli spazi comunali per questi esercizi aumenteranno del 35% e che la concessione sarà ratificata in 24 ore. All’interno dei locali la capienza dovrebbe essere ridotta in questo modo: tra un tavolo e l’altro almeno due metri quadrati, quattro tra due clienti. Quest’ultima distanza potrebbe diminuire (fino a un metro e mezzo) solo con un separatore in plexiglas. Si potrà probabilmente sedere a tavola per mangiare senza mascherina, ma sarà obbligatorio indossarla prima e dopo. I dipendenti, invece, dovrebbero sempre averla. Tra le misure anti-assembramento ci sarebbero la prenotazione obbligatoria e l’abolizione dei buffet. I ristoratori dovrebbero fornire alla clientela disinfettanti per le mani. I regolamenti non sono ancora ufficiali ma le associazioni di categoria già protestano per misure considerate troppo stringenti: «Con una persona ogni quattro metri quadri i ristoranti italiani perderebbero in sol colpo 4 milioni di posti a sedere, ovvero il 60% dei posti», ha sottolineato la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi).

Spiagge e stabilimenti – Si proverà ad aprire anche gli stabilimenti balneari: anche qui la parola d’ordine è distanziamento, in acqua e in spiaggia. Ma non dovrebbero esserci plexiglas e separatori. Tra gli ombrelloni dovrebbe esserci una distanza minima di cinque metri mentre lettini, sdraio e sedie dovranno stare ad almeno due metri di distanza dall’ombrellone più vicino. Per il cibo varranno le stesse regole della ristorazione. Probabile chiusura, invece, per le piscine con il divieto delle attività sportive di gruppo. Al gestore del lido verrebbe affidato il compito di controllare che tutto si svolga nella norma. Regola analoghe anche per le spiagge libere: in questo caso il compito di vigilare spetterebbe agli enti locali. Un’indicazione importante sarebbe quella di favorire prenotazioni e pagamenti online.

Estetisti e parrucchieri – In alcune regioni parrucchieri ed estetisti potrebbero ricominciare a lavorare il 18 maggio: oltre a tutti i dispositivi di sicurezza previsti – mascherine, guanti, visiere – resterebbe valida la regola di un solo cliente alla volta. La prenotazione del servizio dovrebbe essere obbligatoria e gli strumenti soggetti sempre a sanificazione dopo l’utilizzo.

Gli altri esercizi – Per quanto riguarda gli altri esercizi commerciali di vendita al dettaglio la regola principale sarebbe: permettere l’ingresso di una sola persona alla volta se le dimensioni del locale non superano i 25 metri quadri. Se ci sono due porte una verrebbe usata per l’entrata, l’altra per l’uscita.
Per i negozi di abbigliamento, che dovranno essere sanificati ogni giorno, sarebbero obbligatori mascherina e guanti per chi prova un capo.