Torino conta i danni del corteo anarchico. Edifici, negozi e veicoli sono stati vandalizzati dai manifestanti riuniti sabato 4 marzo nel capoluogo piemontese per manifestare in sostegno ad Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame recluso nel carcere di Opera in regime di 41 bis. In centinaia sono accorsi da tutt’Italia e da altri Paesi europei. Il corteo, non autorizzato, è partito da piazza Solferino finendo in via Cecchi. Lungo il tragitto i manifestanti hanno più volte lanciato bombe carta e sanpietrini verso forze dell’ordine e giornalisti, costringendo i turisti presenti in città ad assistere a scene di guerriglia urbana. Cinque persone sono state arrestate e altre 33 sono state portate in questura per accertamenti.

Il ritrovo – Dalla mattina la città era sotto stretta sorveglianza delle forze dell’ordine, che si aspettavano una grande partecipazione anarchica. I palazzi delle istituzioni e le vie d’accesso al centro cittadino sono state blindate dalle forze di polizia. Piazza Solferino è rimasta deserta fino alle ore 16, nonostante il rendez-vous fosse previsto per le 16,30. Hugo, un anarchico giunto appositamente dalla Germania, ha raccontato: «Il mio gruppo è stato fermato dalla polizia che non voleva farci arrivare in piazza». Come Hugo, tanti sono stati bloccati dalle forze dell’ordine, che controllavano le vie d’accesso.

 

In piazza – Prima che tutti i partecipanti arrivassero in piazza, sono iniziati i discorsi in sostegno a Cospito. «Alfredo è un compagno coraggioso. Oggi noi siamo qui in segno di vendetta. Una vendetta che vuol dire “abbiate paura, noi non abbiamo paura a combattere contro di voi”. Vi risponderemo con forza, abbiamo nel sangue il DNA di Gaetano Bresci», queste le parole dei manifestanti in piazza che hanno fatto riferimento all’anarchico che nel 1900 uccise il re Umberto I. E ancora: «Ci possono sconfiggere ma non piegare. Noi siamo quelli che non si arrendono ma che vanno avanti, buona lotta compagni». I presenti hanno alternato cori contro il 41 bis a quelli per la chiusura dei Cpr (Centri di permanenza per il rimpatrio). La tensione è iniziata a salire quando lo speaker ha annunciato che sette anarchici erano stati bloccati dalla polizia e portati in questura. Un gruppetto di ragazzi ha provato a raggiungere la piazza da una via laterale con scudi, bastoni e sassi, venendo però fermato dalla squadra mobile poco prima.

Parte la marcia – Finiti i discorsi, gli organizzatori hanno annunciato al microfono di voler far partire il corteo organizzandosi dietro lo striscione nero “al fianco di Alfredo, al fianco di chi lotta”. Corteo che inizialmente ha fatto il giro di piazza Solferino, sotto gli occhi attenti delle forze dell’ordine, per poi prendere Via Cernaia. Gli anarchici si sono fermati per diversi minuti sotto la sede della Banca del Piemonte, vandalizzandola, per poi decidere di proseguire verso corso Siccardi. Sono quindi iniziati i primi tafferugli, con il lancio di bombe carta verso polizia e giornalisti e con atti di vandalismo. Poche le vetrine e le auto che lungo il tragitto sono state risparmiate. Stessa sorte anche per i monumenti storici: l’obelisco in memoria delle leggi Siccardi è stato imbrattato di vernice grigia. Molte le persone che inconsapevolmente si sono trovate sul percorso degli anarchici. Il traffico della città ne ha risentito, con diversi automobilisti che sono rimasti intrappolati tra i manifestanti e le forze di polizia.

Scontri con le forze dell’ordine- La polizia, che attendeva i manifestanti in piazza Repubblica, ha deciso di usare i lacrimogeni per disperdere la folla. In risposta, gli anarchici hanno lanciato bottiglie di vetro e sanpietrini. Il corteo, comunque preso di sorpresa, si è diviso su due vie parallele. Le forze dell’ordine hanno faticato a fermare i manifestanti, che nel frattempo hanno continuato a imbrattare, con scritte in sostegno a Cospito, palazzi e vetrine. La testa del corteo è stata però intercettata dalla polizia prima che potesse attraversare il ponte Carpani. Anarchici e poliziotti sono arrivati allo scontro frontale, con questi ultimi che hanno caricato i manifestanti. Gli anarchici sono stati costretti a indietreggiare e si sono riorganizzati per proseguire il corteo. Poco più avanti, però, li aspettavano Carabinieri e Polizia. Quando gli anarchici sono arrivati in via Cecchi hanno iniziato a lanciare bombe carta, ma le forze dell’ordine hanno risposto con gli idranti e i lacrimogeni, disperdendo il corteo e costringendo i più riottosi a nascondersi all’interno dell’edificio che ospita Radio Blackout (un’emittente di area).

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