Mentre la Germania chiede nuove urgenti restrizioni, l’Italia sente profumo di riaperture. L’annuncio della presenza del pubblico allo stadio Olimpico, in occasione della partita inaugurale dell’Europeo di calcio in programma il prossimo giugno, ha dato nuova linfa alle speranze di ristoratori e commercianti, ma anche dei lavoratori dello spettacolo. In questi giorni il dibattito politico è tutto incentrato sulla ripartenza di quelle attività commerciali maggiormente colpite dalla pandemia di Coronavirus, e sarà tema centrale anche della conferenza Stato-Regioni prevsita per il pomeriggio del 15 aprile.

“Ripartire” – Non c’è ancora una data certa, ma esiste un programma, una scaletta di massima tracciata dal Governo. Un punto d’incontro tra le istanze “aperturiste”, guidate dal centrodestra, e quelle “rigoriste”, capitanate da Roberto Speranza. Un derby tutto interno all’esecutivo Draghi, con la Lega di Matteo Salvini in prima linea ad attaccare il Ministro della Salute e chiedere ai propri presidenti di Regione di riaprire tutto il possibile. I criteri valutati dal Governo, e dal Comitato Tecnico Scientifico, rimangono però quelli degli scorsi mesi: 50 casi ogni 100mila abitanti (numeri da zona bianca), alleggerimento della pressione su ospedali e terapie intensive, diminuzione del numero di decessi e over 60 tutti vaccinati. Un traguardo utopico, al momento. Ecco perché Mario Draghi sembra intenzionato a dare un segnale, per placare l’insofferenza sociale e quella interna al suo governo. Si lavora su un allentamento progressivo delle restrizioni, con la data da segnare in rosso sul calendario che resta quella del 26 aprile.

Il ministro della Salute Roberto Speranza  ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Liberazione – Fine aprile, quindi. Dopo il weekend della festa della Liberazione, le Regioni più virtuose – cioè quelle con la miglior curva dei contagi, la più bassa pressione ospedaliera e la più alta percentuale di vaccinazioni – potrebbero vedere tutte le attività commerciali aperte con bar e ristoranti operativi a pranzo. Un ritorno alla zona gialla a cui si accoderà, dati permettendo, il resto del Paese nei primi dieci giorni di maggio, segnato come il mese per la ripartenza del Paese. Entro la fine di maggio infatti potrebbe arrivare la vera svolta: allentamento del coprifuoco, con probabile slittamento dalle 22 alle 23.30-24, e conseguente riapertura serale di locali, bar e ristoranti, o almeno di quelli all’aperto. Per giugno è invece previsto la ripartenza del mondo dello spettacolo: cinema, teatri e sale concerto, con una capienza del 25-30% – proprio come l’Olimpico europeo – potranno ospitare rappresentazioni sotto le stelle, mentre per le strutture al coperto la data è fissata dopo l’estate. E per lo stesso periodo respireranno normalità stabilimenti balneari e strutture turistiche, piscine e palestre.

Mascherine e distanze – Il 16 marzo è in programma la conferenza stampa più attesa del Presidente del Consiglio. Draghi, dati alla mano, darà indicazioni più chiare sul calendario, per permettere agli operatori di programmare una stagione estiva che sarà comunque caratterizzata da rigide linee guida. Screening periodici al personale non vaccinato, privilegiare la prenotazione, menù digitali e limite di accessi sono le direttive per i locali. La mascherina resterà obbligatoria, così come la distanza interpersonale, due metri da assicurare al chiuso, uno all’aperto.