Al via in Italia la somministrazione della terza dose di vaccino anti-Covid per gli over 40. Se da un lato salgono i contagi, con Friuli Venezia Giulia e Alto Adige che rischiano la zona gialla, dall’altro sale il pressing di Regioni e scienziati sul Governo per accelerare sul super green pass. Il nuovo decreto, di cui si attende giovedì l’approvazione al Consiglio dei Ministri, sarà argomento di discussione delle riunioni in programma questa settimana tra il premier Mario Draghi e i governatori, che per la maggior parte si sono detti a favore della stretta per evitare nuove chiusure.

Terza dose – «Dobbiamo accelerare sulle terze dosi in vista del Natale. Ce la metteremo tutta per costruire un Paese che in quel periodo possa rimanere aperto. Dobbiamo portare le persone che non lo hanno fatto a vaccinarsi», commenta il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. E mentre il commissario straordinario Francesco Figliuolo assicura che entro fine anno arriveranno oltre 8,6 milioni di dosi (4 di Pfizer e 4,6 di moderna), dal 22 Novembre gli hub vaccinali tornano a regime, accantonando la riduzione del 30% introdotta appena un mese fa.

Nessuna alternativa all’immunizzazione – «L’obbligo vaccinale è una necessità, non è più un’opzione. Quanti morti ancora devono esserci perché qualcuno si convinca che al vaccino non c’è alternativa?», così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, si è espresso durante la convention del suo movimento DiventeràBellissima, a Catania. Tra i temi più caldi degli incontri che si terranno in settimana c’è sicuramente quello dell’obbligo vaccinale. Al momento solo gli operatori sanitari sono obbligati a sottoporsi alla terza dose, a cui ogni probabilità si aggiungeranno altre categorie, come forze dell’ordine e dipendenti pubblici.

Come sarà il super green pass – Con i contagi in crescita e l’arrivo del peridio natalizio il Governo sta pensando a misure che possano metterci al riparo da nuove chiusure dei luoghi aperti al pubblico. Il green pass rinforzato, che arriverà nei prossimi giorni, imporrà nuove limitazioni alla vita sociale e alle attività commerciali e lavorative, ma non per tutti. Ancora nulla di certo ma l’ipotesi è che queste riguarderanno, in zona arancione e rossa, prevalentemente i non vaccinati e i non guariti dal Covid.
Sul modello di Austria e Germania, a partire da dicembre sarà possibile ottenere la certificazione verde solo vaccinandosi o risultando guariti dall’infezione. Rimarranno tagliati fuori sia i tamponi molecolari che quelli antigenici. L’idea del Governo sarebbe infatti quella di limitare la validità del certificato ottenuto con i tamponi solo all’accesso al lavoro o ai servizi essenziali, escludendo gli accessi ai luoghi di ritrovo, aggregazione e socialità. In discussione anche la riduzione della validità dei tamponi, che nel caso degli antigenici potrebbe essere di 24 ore (ora vale per 48 ore) e per i molecolari di 48 ore (ora 72).
Oltre a quella dei tamponi, anche la durata dello stesso green pass verrà messa in discussione. Al momento si pensa che possa essere abbreviata a 9 mesi, ma non si esclude una diminuzione a 6 mesi.