«Non possiamo essere indifferenti a ciò che sta succedendo, Conte venga a riferire in Parlamento». Il presidente della Camera Roberto Fico chiede trasparenza al premier. Con la crisi di Governo alle porte, dopo la rottura di Italia Viva e le dimissioni dei ministri Bellanova e Bonetti, per l’esecutivo si apre una fase difficile: traghettare il Paese nella burrasca del Covid. In cima alla lista degli adempienti c’è da approvare lo scostamento di bilancio da oltre 24 miliardi a Palazzo Madama e a Montecitorio, necessario per varare il decreto ristori V.
«Il re è nudo, Conte ha aperto un vulnus», aveva attaccato Matteo Renzi durante la conferenza stampa che ha dato il benservito al premier. Ma il senatore di Rignano ha più volte ribadito che è pronto a votare le misure economiche necessarie per far fronte all’emergenza. La richiesta dell’extra deficit dovrebbe passare all’approvazione delle Camere il 20 gennaio, ma ora c’è anche la possibilità che i tempi si accorcino per agevolare la transizione di Governo.
Da Alitalia all’Ilva, i dossier aperti – La crisi politica non è ancora formale: il premier Conte non ha fatto trapelare le sue prossime mosse, anche se il pressing da tutte le parti politiche si fa sempre più insistente. Il presidente della Camera Roberto Fico ha sospeso i lavori parlamentari e ha accolto l’appello dell’opposizione chiamando il primo ministro a riferire in Aula. Gli scenari – e le relative sfide – possibili ora sono molteplici. Nell’ipotesi in cui fosse annunciata una mozione di sfiducia al Governo, l’attuale compagine resterebbe in carica solo per gli affari correnti e non potrebbe procedere con il varo dei provvedimenti economici come da programma. Dall’altro lato si prevede che Conte possa assumere ad interim i ruoli delle due ministre dimissionarie e quindi permettere all’esecutivo di rimanere nel pieno delle sue funzioni. Tra i rischi legati alla caduta di Palazzo Chigi ci sono anche quelli legati ai dossier aperti, che rimarrebbero così congelati, come quelli di Alitalia, Ilva, Autostrade, Mps-Unicredit. Anche per quanto riguarda il Recovery Plan, approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 gennaio 2021, la strada è ancora lunga prima di raggiungere i tavoli di Bruxelles.
Cassa integrazione e Sanità, servono fondi – Con lo scostamento di bilancio si punta a finanziare il prolungamento della cassa integrazione di 18 settimane per i settori più colpiti dalla crisi, il rafforzamento della sanità – uno dei temi più discussi tra Recovery Fund e la possibilità di accedere o meno al Mes – con una dote di oltre 3 miliardi, di cui la metà destinata ai vaccini. Previsti anche nuovi fondi per la scuola e per i Comuni.