«L’assassino stava aspettando a casa la vittima, aveva cercato sulla rete come ucciderla e come disfarsi del suo corpo». Durante la conferenza stampa al Tribunale di Milano, la procuratrice aggiunta Letizia Mannella, delegata del Procuratore di Milano Marcello Viola, ha fornito ulteriori dettagli sull’omicidio della 29enne Giulia Tramontano. Il corpo della giovane, incinta di sette mesi, era stato trovato all’una di giovedì 1 giugno dopo che il fidanzato, Alessandro Impagnatiello aveva confessato l’omicidio ai carabinieri. Il trentenne, che aveva denunciato la scomparsa della compagna domenica 28 maggio, aveva quindi raccontato alle autorità di avere nascosto il cadavere vicino al palazzo dove abitavano insieme, in via Novella 19/a, a Senago, paese a nord di Milano. La confessione era avvenuta dopo il ritrovamento di tracce di sangue in macchina e sul pianerottolo di casa che il giovane aveva tentato di ripulire. Per Impagnatiello, che lavora come barman in un locale di lusso a Milano, è stato disposto lo stato di fermo, in attesa di convalida. L’accusa è di omicidio volontario, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso.

La procuratrice Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo durante la conferenza stampa al Tribunale di Milano

La procuratrice Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo durante la conferenza stampa al Tribunale di Milano

La ricostruzione – La Tramontano aveva scoperto che il compagno la tradiva con una collega di lavoro. Le due si erano incontrate in un bar per chiarire intorno alle 17 di sabato 27 maggio. Due ore dopo, secondo la ricostruzione degli investigatori che ancora attendono i filmati di alcune telecamere, la ragazza sarebbe rientrata nella casa di Senago, che condivideva con il compagno. L’omicidio della giovane si sarebbe consumato tra le 19 e le 20:30: quindi, secondo la procuratrice Mannella, alciuni messaggi della vittima alla madre (l’ultimo è delle 21,30) sarebbero stati inviati da Impagnatiello. L’uomo, da quanto emerge dalle indagini, avrebbe cercato su Internet come uccidere la donna e come disfarsi del suo corpo. Dopo la morte della compagna, alle due di notte, l’uomo è andato a casa della seconda donna, che però non l’ha fatto entrare. Prima avrebbe provato a liberarsi del cadavere nella vasca dell’appartamento condiviso. Dopo il rifiuto della collega, Impagnatiello avrebbe trasportato il corpo della fidanzata nel garage sotto casa cospargendola di benzina e provando a darle fuoco. Infine, nella stessa notte tra sabato e domenica, avrebbe trasportata i resti in via Monte Rosa, a 500 metri dalla loro abitazione, lasciando i resti nell’intercapedine tra due box. Sull’arma del delitto e sulla presenza di eventuali complici la procuratrice ha ribadito: «Ci sono ancora indagini in corso, non possiamo dare altre indicazioni».

«È femminicidio» – La procuratrice Mannella ha sottolineato che il caso Tramontano è un vero e proprio femminicidio: «Non è solo un assassinio, siamo di fronte a un assassino che aveva di fronte la persona che dichiarava di amare e il bambino che aveva in grembo. È femminicidio». La magistrata ha voluto anche lanciare un appello alle donne: in caso di contrasti gravi con il proprio compagno «non bisogna mai andare agli incontri di spiegazione»