Lorenzo Insigne, 26 anni

Si disputerà in inverno, in stadi futuristici dotati di aria condizionata: in Qatar fa caldo anche a novembre. Sarà l’ultimo Mondiale a 32 squadre – prima del passaggio a 48 – e l’Italia ha l’obbligo di esserci.  Dopo la mancata partecipazione a Russia 2018, il movimento calcistico del nostro Paese ha quattro anni a disposizione per costruire la sua rinascita, a partire dalla scelta del nuovo ct. Con l’uscita di scena degli ultimi eroi di Berlino, tutte le responsabilità ricadranno sui giovani di oggi, molti dei quali arriveranno in Qatar all’apice della loro maturità calcistica. Con la consapevolezza che, da qui alla prossima Coppa del Mondo, potrebbero spuntare nuovi talenti oggi fuori dai radar.

Portieri – Quella contro la Svezia è stata l’ultima partita ufficiale con la maglia azzurra di Buffon, che ha già annunciato l’addio alla Nazionale. Pur orfana di una leggenda del calcio, la porta sarà in buone mani. Il bambino prodigio Donnarumma in Qatar avrà 23 anni e, per ora, appare il più probabile dei titolari. Non mancano le alternative: Perin, nel giro azzurro già dal 2012, ne avrà 30. E poi ci sono gli ancor più giovani Cragno del Cagliari, Scuffet e Meret, entrambi di proprietà dell’Udinese.

Difensori – L’epoca della BBC è ormai finita. Con l’addio di Barzagli e forse anche quello di Chiellini, solo Bonucci potrebbe prender parte alla spedizione qatariota: avrà 35 anni. La sua esperienza potrebbe tornare utile per guidare un pacchetto arretrato che promette di essere all’altezza della grande tradizione difensiva italiana. Alcuni sono già nelle rose della grandi del nostro calcio: Conti e Romagnoli nel Milan, Rugani nella Juventus, che ha in mano anche i cartellini di Caldara e Spinazzola, ora in prestito all’Atalanta. L’esterno sinistro dei bergamaschi avrà tanta concorrenza nella sua posizione (che da Grosso in poi è spesso stata occupata da giocatori destrorsi  – come Darmian): Barreca del Torino, Dimarco (cresciuto nell’Inter) e soprattutto l’italobrasiliano Emerson Palmieri, che prima dell’infortunio al legamento crociato del ginocchio aveva mostrato grandissime qualità.

Centrocampisti – Al ritiro dalla Nazionale di De Rossi, seguiranno, da qui ai prossimi due anni, quelli di Parolo e Candreva. La mediana dovrà essere affidata al Verratti trentenne: finora non è riuscito ad esprimersi all’altezza delle qualità che ogni domenica mette in mostra con la maglia del Psg. Jorginho, ottimo contro la Svezia, sembra il migliore dei candidati nel ruolo di mediano, con Locatelli del Milan e Mandragora del Crotone (ma di proprietà della Juve) come alternative. Poi ci sono le mezzali Gagliardini dell’Inter e Pellegrini della Roma, Barella del Cagliari e Benassi della Fiorentina. Il coltellino svizzero Florenzi e il laziale Cataldi (ora al Benevento in prestito) sapranno tornare utili.

Trequartisti – Con Ventura si sono visti poco, ma la vera miniera del nuovo calcio italiano è quella dei moderni numeri 10: alcuni amano partire dalla fascia, altri preferiscono una posizione più centrale: tutti hanno le potenzialità per rendere il gioco meno prevedibile. Impossibile non partire da Insigne, già ora uno dei migliori del nostro campionato: nel 2022, a 31 anni, dovrà essere il nostro trascinatore. Bernardeschi ha quattro anni davanti per diventare indispensabile nella Juventus. Intanto, a Firenze sta sbocciando Federico Chiesa, pronto a prendersi quella maglia azzurra con la quale il padre non è mai riuscito ad affermarsi. Figlio d’arte anche Federico Di Francesco, che insieme a Verdi  delizia il pubblico di Bologna. El Shaarawy continuerà a offrire corsa e gol. E non vogliamo credere che il talento di Berardi sia totalmente sparito. Da tenere d’occhio anche Orsolini, passato dall’Ascoli all’Atalanta via Juventus.

Attaccanti Belotti e Immobile, ma anche Gabbiadini: tutti avranno tra i 27 e i 32 anni in Qatar. Così come Zaza e Balotelli, giocatori che dividono l’opinione pubblica, ma che all’estero stanno giocando e segnando tanto. In Italia, invece, gioca e segna Cutrone, la sorpresa più positiva del Milan di Montella. E poi ci sono loro, i ragazzi del nuovo millennio: il classe 2000 Kean (Verona, ma di proprietà della Juve) e il 2001 Pellegri (Genoa). Non hanno ancora 18 anni, ma hanno già segnato in Serie A. Il futuro è loro, il futuro è nostro.