Ora che le chiavi della Casa Bianca sono tornate nelle sue mani, per Donald Trump è il momento di organizzare la squadra che lo affiancherà. L’idea è di scegliere persone che possano «aiutare l’economia degli americani e rendere la vita degli americani più sicura». Uno degli obiettivi del tycoon è quello di evitare gli errori commessi nel corso del suo primo mandato, durante il quale diversi membri del suo governo si erano dimessi o erano stati licenziati. Tra questi, il Segretario di Stato Rex Tillerson, che apprese di essere stato sollevato dall’incarico da un tweet di Trump. Per il momento l’unica certezza è il ruolo di vicepresidente, che sarà ricoperto da James David Vance, 40enne avvocato di Middletown, sobborgo di Cincinnati, e governatore dell’Ohio.

La poltrona che interessa più da vicino l’Europa e l’Italia è quella del Segretario di Stato, responsabile degli affari esteri. Il candidato principale, secondo quanto riporta Politico, è Richard Grenell, attualmente Senior Advisor della Protecting America Initative, organizzazione no-profit il cui obiettivo è salvaguardare l’indipendenza degli Stati Uniti dall’influenza cinese. Grenell, 58 anni, nel corso della prima amministrazione Trump è stato ambasciatore in Germania, inviato in Est Europa per mediare il conflitto tra Serbia e Kosovo e direttore ad interim dell’Intelligence nazionale americana nel 2020. Tra gli altri nomi proposti da Politico ci sono quelli dei senatori Bill Hagerty e Marco Rubio, del presidente dell’American Global Strategies Robert O’Brien, e di Mike Waltz, colonnello in pensione delle forze speciali della Guardia Nazionale.

Mike Pompeo
, che aveva sostituito Tillerson alla carica di Segretario di Stato dopo il suo licenziamento, potrebbe invece insediarsi nel ruolo di Segretario della Difesa secondo quanto riporta Adnkronos. Pompeo, che tra il 2017 e il 2018 ha anche diretto la Cia, nella precedente amministrazione Trump aveva spinto per un importante sostegno ad Israele, oltre a schierarsi con l’Ucraina. Un altro nome prospettato da Adnkronos è quello di Tom Cotton, senatore dell’Arkansas e veterano dell’esercito.

Un gabinetto chiave è anche quello del Tesoro. Tra i principali nomi fatti da Politico ci sono quelli del miliardario Howard Lutnick, amministratore delegato della società di servizi finanziari Cantor Fitzgerald, LP e Robert Lighthizer, figura chiave nel primo mandato di Trump, che potrebbe però diventare Rappresentante per il Commercio, incarico già ricoperto tra il 2016 e il 2020.
Tra i ritorni, come evidenzia il Corriere della Sera, potrebbe esserci quello di Steve Bannon, ex capo stratega della Casa Bianca e uscito di prigione una settimana fa dove ha scontato una condanna di quattro mesi per oltraggio alla corte. Il diretto interessato per il momento ha smentito questa possibilità, affermando di volersi dedicare al proprio podcast War Room.

Una delle poche figure femminili in lizza per entrare nello staff del neo Presidente è Susie Wiles, manager che ha gestito la campagna elettorale e che, come riporta il Corriere, potrebbe diventare capo dello staff della Casa Bianca. Tra i papabili per lo stesso ruolo ci sono altre due donne: Kellyanne Conway, ex manager elettorale del tycoon e Brooke Rollins, avvocata texana e cofondatrice dell’America First Policy Institute.

Un punto di domanda si accompagna invece alla posizione che occuperà Elon Musk nel Trump-bis. L’imprenditore sudafricano, che ha sostenuto con importanti donazioni la campagna del leader repubblicano, nella notte elettorale si è definito su X futuro Chief Technical Officer (CTO) e, come spiega Open, il ruolo sarebbe dunque quello di direttore tecnico di un dipartimento che lo stesso Musk ha definito Department of Government Efficiency (Doge).