Elezioni farsa. È questo il clima che si respira in Russia alla viglia del voto. Tra il 15 e 17 marzo circa 114 milioni di persone sono chiamate alle urne per eleggere il prossimo presidente del Paese ma il risultato è ormai già deciso. L’attuale capo di Stato Vladimir Putin punta al suo quinto mandato e ad altri sei anni a capo della Russia. «Andate ai seggi elettorali ad esprimere la vostra posizione civica e patriottica, a votare per il vostro candidato, per il futuro di successo della nostra Russia che amiamo», ha dichiarato il presidente. «Spetta solo a voi, cittadini russi, determinare il futuro della Patria». Secondo gli esperti, Putin potrebbe ottenere quasi l’80% dei consensi.
Candidati – Nessun candidato alla presidenza rappresenta una vera minaccia per lo zar: si tratta di politici vicino al Cremlino e non di rappresentanti dell’opposizione. Il leader comunista Nikolai Kharitonov, 75enne – il più anziano in corsa – aveva già perso nel 2004 contro Putin mentre l’esponente del partito liberal democratico Leonid Slutsky ha già annunciato di non voler incitare gli elettori contro l’attuale presidente. Solo Vladislav Davankov, proveniente dalle file del partito New People, potrebbe rappresentare una valida alternativa all’attuale potere, in quanto contrario alla guerra in Ucraina, anche se disposto solo a trattati favorevoli alla Russia, e a supporto di una maggiore libertà di stampa.
Come si svolgeranno – Le elezioni di quest’anno saranno segnate da due importanti novità. In primo luogo, il voto nei territori ucraini occupati. Anche se la Russia non controlla la totalità di queste aree, gli abitanti saranno spinti a recarsi alle urne in Crimea e nelle regioni di Kherson, Donetsk, Lugansk e Zaporizhia. A essere introdotta sarà poi la possibilità di votare online. Un metodo fortemente criticato, in quanto aggraverebbe una mancanza di trasparenza e imparzialità già diffusa. In alcuni seggi addirittura si tengono delle vere e proprie lotterie per incentivare la popolazione ad andare a votare e alcune categorie di persone (tra cui studenti e dipendenti statali) sono costrette a recarsi alle urne e a dimostrarlo. Contro questo sistema ha continuato a schierarsi Yulia Navalnaya, vedova del dissidente russo morto a febbraio in circostanze sospette durante la sua detenzione in Siberia. Navalnaya ha ribadito l’appello che aveva già fatto suo marito chiedendo ai cittadini e all’opposizione di presentarsi tutti insieme domenica 17 marzo alle urne a mezzogiorno: l’idea, lanciata dal politico Reznik, è di lanciare un “mezzogiorno contro Putin”.
Perché è importante – La vittoria a questa tornata elettorale è per Putin necessaria: dopo il fallimento della guerra “breve” in Ucraina, la morte di migliaia di soldati russi e la rottura con l’Occidente, il trionfo alle elezioni rafforzerebbe la sua figura agli occhi della popolazione. Tutto questo mentre il capo di Stato russo continua a portare avanti il conflitto contro Kiev e a minacciare l’Occidente: dopo aver annunciato lo schieramento di truppe al confine con la Finlandia (appena entrata nella Nato insieme alla Svezia), Putin ha anche avvertito che in caso di pericolo sarebbe pronto a usare armi nucleari.