Ex-repubblicano, antiproibizionista, isolazionista fino al punto di ammettere di non conoscere Aleppo e primo aspirante presidente divorziato dal dopoguerra. Difficile incasellare in categorie politiche tradizionali la figura di Gary Johnson, il candidato del Partito Libertariano che i sondaggi danno stabilmente attorno all’8% delle preferenze degli americani. Pur essendo lontanissimo dal conquistare un solo grande elettore alla presidenziali di novembre, l’ex governatore del New Mexico potrebbe far registrare il più alto consenso di un candidato “terzo” negli ultimi vent’anni. Erano i tempi di Ross Perot, il miliardario texano capace di sfiorare il 19% alle elezioni del 1992 e di superare l’8% quattro anni più tardi. Da allora, fatta eccezione per il verde Ralph Nader la cui candidatura nel 2000 costò la presidenza al democratico Al Gore, nessuno di loro – verdi, libertariani o indipendenti – è mai più riuscito a superare l’1%.

Nato in North Dakota ma trasferitosi coi genitori in New Mexico, dove si è laureato in Scienze Politiche e dove ha fondato la sua azienda meccanica, la Big J Enterprise, Gary Johnson, 63 anni, inizia a fare politica negli anni ’90, nelle file dei repubblicani. Otto anni, tra il ’95 e il 2003, da governatore dello Stato lo rendono un volto noto agli elettori del Gop, e non solo. Soprattutto per la sua accesa opposizione alla lotta a droga e narcotraffico. Una lotta costosa e inutile, paragonabile secondo il governatore al proibizionismo degli alcolici. Convinzione che lo porta a spendersi negli anni successivi in numerose campagne di sensibilizzazione sul tema, a favore della liberalizzazione della marijuana, di cui Johnson non ha mai nascosto di fare un consumo abituale. Posizioni atipiche che non gli impediscono di rimanere nell’alveo del partito repubblicano, alle cui primarie si candida nel 2012, ritirandosi però prima ancora dell’avvio delle votazioni.

È allora, nel novembre 2011, che decide di sposare la causa del Partito Libertariano, compagine di matrice iper-liberale nata nel 1971 su iniziativa di David Nolan. Sarà proprio con Johnson che, alle elezioni del 2012, il partito raccoglierà il maggior consenso della sua storia, superando il milione di voti. Abbassamento delle tasse, abolizione della pena di morte, legalizzazione delle droghe, matrimoni gay e diritto di acquistare liberamente armi i punti principali del programma libertariano, abbracciati in toto da Johnson. Personalmente, le sue posizioni sono poi ancora più isolazioniste rispetto a quelle del partito: celebre la sua gaffe in un talk sulla Msnbc in cui chiese candidamente al conduttore cosa fosse Aleppo, l’ex governatore si è sempre opposto a qualsiasi intervento militare statunitense all’estero (dall’Afghanistan alla Siria, passando per l’Iraq), anche se non alla guerra all’Isis. E quando nel 2013 la Russia ha minacciato di annettere la Crimea, si è detto contrario a un interessamento americano: «Sarebbe come se la Russia – disse – si occupasse di Portorico»

Riconfermato quest’anno alla guida del partito dopo primarie combattutissime in cui si è fermato al 49% dei delegati, Johnson punta ora a intercettare il voto dei delusi di entrambi i partiti, strizzando l’occhio in particolare agli elettori moderati e liberisti del Gop che non si vedono rappresentati dal programma economico di Donald Trump.  Sul piano dei diritti civili, invece, le sue posizioni potrebbero attrarre i settori più progressisti del partito democratico freddi nei confronti di Hillary Clinton. Insomma, un terzo incomodo che in alcuni Stati in bilico potrebbe risultare l’ago della bilancia, drenando voti all’uno o all’altro candidato. Nessuna possibilità di conquistare qualche grande elettore, però. L’ultimo indipendente ad aggiudicarsi almeno un grande elettore fu l’ex governatore democratico dell’Alabama George Wallace che nel 1968, correndo con l’American Independent Party, ottenne il 13% dei voti su scala nazionale e vinse, oltre che nella sua Alabama, in Arkansas, Louisiana, Mississippi e Georgia. Il suo programma? L’abolizione dei diritti civili appena conquistati dalla popolazione nera. Decisamente altri tempi…