Pochi stacanovisti e un parlamentare fannullone su cinque. A tre giorni dalle elezione europee, si tirano le somme sulla scorsa legislatura dell’Europarlamento, l’ottava, in carica dal 2014. Il giudizio si gioca anche sul numero delle presenze dei parlamentari: se alcuni di loro meritano senz’altro la ricandidatura e la rielezione se non altro per l’impegno, 130 deputati sui 751 totali (quasi il 20%) sembrano considerare il Parlamento europeo come un passatempo. Non solo: alla vigilia delle elezioni tornano le polemiche sugli “stipendi d’oro” dei rappresentanti a Bruxelles. Molti di loro lavorano poco e guadagnano tanto.

Come avviene la valutazione – I dati ufficiali sull’attività dei deputati europei sono raccolti sul sito Mepranking.eu che monitora il lavoro nelle sedi di Bruxelles e Strasburgo. Il punteggio assegnato a ciascun rappresentante si basa sia sulla presenza in aula, calcolata sul numero di votazioni, ma anche sui report svolti, sul numero di discorsi tenuti nel corso delle assemblee e addirittura sui post su Twitter. Allo stesso modo, pesano il ruolo ricoperto e i report svolti nel corso della legislatura. Il meccanismo che valuta le presenze in aula, come riporta il sito dell’associazione OpenPolis, si basa sul conteggio delle votazioni elettroniche, che possono essere più di una per ogni giornata.

I più attivi – Il parlamentare più attivo è Antonio Tajani, presidente dell’Europarlamento che ha in mano l’agenda sui lavori dell’emiciclo. Tajani svetta nella classifica con un indice di attività di 353 punti, superando di oltre 300 unità il valore mediano, che (secondo le cifre riportate dal Sole24ore) è di 44. Dopo di lui, tra le presenze più costanti in aula c’è Manfred Weber, presidente del Partito popolare e candidato alla presidenza della Commissione, con un punteggio di 319,7. Al terzo posto, con 298 punti, il britannico conservatore Syed Kamall. Se i super attivi si contano sulle dita di una mano, gli assenteisti costituiscono invece il blocco più consistente. Sono più di 130 i parlamentari che hanno un punteggio inferiore al 10, mentre circa 140 membri dell’Europarlamento non superano i 15 punti per attività svolte. Per quanto riguarda i meno attivi, tra le maglie nere per assenteismo si trovano due parlamentari estoni (Igor Grazin, Liberal democratici e Hanso Hannes, Socialisti Europei). Gli italiani il cui seggio resta vuoto più di frequente,sono Ferrandino Giuseppe, del Pd, e i leghisti Danilo Oscar Lancini  e Giancarlo Scottà, entrambi appartenenti al partito degli ultra conservatori. Va tenuto conto, però, che tutti e tre sono entrati in parlamento in sostituzione di quei parlamentari che hanno lasciato il proprio seggio per entrare nella squadra di governo dopo le politiche del 2018.

Sulla base di carica e ruoli ricoperti, il centro studi Votewatch.eu ha stilato una classifica dei parlamentari più influenti, specificando che per “influenza” si intende «un elemento neutrale che indica il potere che ha un certo parlamentare di portare a termine le cose». Al primo posto, neanche a dirlo, c’è ancora Antonio Tajani, seguito da Weber e dall’italiano Roberto Gualtieri, presidente della Commissione per i problemi economici e monetari. Tra i primi dieci parlamentari più influenti ci sono anche la presidente della commissione Ambiente, Adina- Ioana Valean (quarto posto), e il leader di Alde Guy Verhofstadt (nono).

Fonte: Openpolis sui dati di Votewatch.eu

Gruppi parlamentari, politici e Stati – Le classifiche per attività non si limitano a valutare i singoli parlamentari, ma il giudizio si estende a gruppi parlamentari e Stati di appartenenza. I maltesi sono in testa, doppiando il valore mediano generale. Li seguono belgi e finlandesi. L’Italia si posiziona al decimo posto, mentre peggio della Grecia hanno fatto solo Lituania e Lettonia. A livello generale, i gruppi parlamentari più attivi sono i Liberal democratici (Alde), che contano 69 membri, e la sinistra radicale (Gue/Ngl). In fondo alla classifica per produttività Indipendenti e ultra conservatori (Enf). Per quanto riguarda invece i partiti italiani, quanto risulta dai dati è che il Movimento 5 stelle sia il più propositivo, seguito da Liberal democratici e dai Verdi.

La questione delle indennità – Analizzando l’operato dei parlamentari europei però non si può fare a meno di parlare di soldi perché, si sa, davanti a indennità, rimborsi, spese di rappresentanza e laute pensioni, in pochi sarebbero in grado di rinunciare a quella carica. E poi uno dei luoghi comuni più in voga tra le opinioni pubbliche nazionali è quello secondo cui molti peones, fedelissimi del capo o ex leader caduti in disgrazia, provano a volare a Bruxelles solo per avvicinarsi alla pensione con un sontuoso stipendio. Ma è davvero così? I parlamentari europei guadagnano molto di più di quelli nazionali? Innanzitutto una nota di metodo: lo stipendio dei parlamentari europei è composto da più voci diverse e spesso variabili tra loro. È ovvio, quindi, che queste non possano essere paragonate a quelle degli altri 28 Parlamenti. In generale, il confronto sarà unicamente sulla voce “stipendio lordo”, ovvero quella parte fissa che non comprende le spese di rappresentanza, il vitto e l’alloggio a Bruxelles e altro.

Fonte: Parlamento Ue

Gli stipendi all’Europarlamento – Secondo i dati ufficiali, lo stipendio lordo al mese di ogni rappresentante (indipendentemente da quanti giorni lavora) è di 8.757,70 €. Che, al netto delle tasse e dei contributi assicurativi, scendono a 6.800 € circa. Poi ci sono i 24.526 € che i rappresentanti possono spendere per assumere collaboratori, dipendenti d’ufficio e altro, anche se dal 2009 questi ultimi non possono essere parenti stretti. A questi si aggiungono 4.513 € di spese di rappresentanza (uffici, bollette…) che però vengono dimezzati se il parlamentare non partecipa ad almeno metà delle sedute. Infine, ogni deputato può godere di un benefit pari a 320 € al giorno per il vitto e l’alloggio a Bruxelles o Strasburgo, oltre al rimborso di treni, aerei e di due terzi delle spese mediche. Ma non c’è solo lo stipendio durante il mandato: una volta lasciata la poltrona, ogni parlamentare europeo incassa circa 17.500 € di indennità (cumulabile per più mandati) e dal 63esimo anno di età anche 1.226 € di pensione.

Fonte: dati Ispi rielaborati da La Sestina

A Bruxelles si guadagna davvero di più? – Per capire se ai politici di ogni Paese “conviene” economicamente volare a Bruxelles, si deve però fare un paragone tra lo stipendio fisso dei parlamentari di ogni Paese e quello dell’Unione. Fino al 2009, gli eurodeputati erano pagati esattamente come i propri colleghi delle camere basse con evidenti disparità tra parlamentari. Secondo i dati dell’autorità indipendente britannica Ipsa (Independent parliamentary standards authority) e rielaborati da La Sestina, solo gli stipendi mensili dei deputati di Italia (10.435 €), Austria (10.134 €) e Germania (9.082 €) superano gli 8.757 € dei parlamentari europei. Gli stipendi dei politici di tutti gli altri 25 Paesi invece sono inferiori, a partire dalla pur ricca Danimarca che paga i propri rappresentanti 7.835 € al mese, fino ai Paesi più “poveri” dove un deputato intasca poco meno di 2mila euro: agli ultimi tre posti di questa classifica troviamo i parlamentari di Slovacchia (1.961 €), Bulgaria (1.526 €) e Romania (1.195 €). L’Italia quindi vince la medaglia d’oro (a seconda dei punti di vista): i suoi deputati sono i più ricchi di tutta Europa.