«Thank you, Milano! Grazie!». Barack Obama, camicia sbottonata senza cravatta e sorriso smagliante, saluta così il capoluogo lombardo che ha scelto per la sua prima visita internazionale da privato cittadino. Il pubblico è entusiasta. Qualche spettatore, incurante del cachet da 400.000 euro e dell’endorsement a Renzi con il quale intende lanciare una rete globale di attivisti (la quarta via), si alza in piedi. Gli altri, nelle file più indietro, seguono l’esempio. È una standing ovation per l’ex presidente americano e il suo discorso sui legami tra cibo e cambiamenti climatici. Apprezza anche il presidente della Regione. «Gli ho detto di tornare…,di fare da testimonial al cibo buono – ha detto Maroni. – Mi è sembrato interessato, spero che lo faccia, anche perché sarebbe un contributo importante»

Clima e immigrazione – «I rifugiati non arrivano solo per le guerre ma anche per le carestie», ha detto Obama nel suo discorso al summit internazionale Seeds&Chips individuando negli sbarchi una delle conseguenze più immediate dei cambiamenti climatici. A proposito di questi ultimi, l’ex presidente Usa ha più volte ricordato la firma del trattato di Parigi, pietra miliare della sua politica ambientale, e ha invitato le grandi potenze ad impegnarsi nel fronte dell’energia pulita e della coltivazione sostenibile. «È importante che grandi Nazioni, come Usa o Cina, e anche l’Europa, indichino la strada».

L’alimentazione – In uno scambio di battute con lo chef Sam Kass, l’ex presidente degli Stati Uniti ha detto che non è vegetariano ma rispetta le scelte alimentari di chi la pensa diversamente da lui. Ha poi ribadito l’importanza di un’alimentazione corretta, punto chiave della rivoluzione salutista cui ha dato il via nei suoi otto anni di mandato con l’aiuto della moglie Michelle e dello chef Sam Kass. L’ex first lady, in particolare, è molto attenta al tema della tavola e lo ha spesso dimostrato, creando un orto nel giardino della Casa Bianca prima e visitando Expo poi. Ma frutta e verdura non sono solo il centro della dieta degli Obama. La loro presenza è aumentata anche nelle mense scolastiche americane che, dal 2010, possono contare su finanziamenti federali per preparare pasti con meno calorie, sodio e grassi. Un’iniziativa che non piace all’attuale ministro dell’agricoltura Sonny Perdue che ha di recente proposto un allentamento degli standard nutrizionali.

Gli altri eventi di Food City – Nel 2017 non cambiano solo i menù e le temperature. Dopo gli scarafaggi e le cavallette, Milano cede il passo anche alle novità nel campo della produzione e della fruizione degli alimenti. Spazio ad Obama quindi, ma anche al foodtech e all’intelligenza artificiale che, in un’intervista a Linkiesta, Marco Gualtieri definisce «soluzioni per produrre cibo senza l’utilizzo del suolo». Secondo l’ideatore di Ticket One, bisogna tenere sott’occhio soprattutto l’agricoltura idroponica, che non si serve né di pesticidi né di fertilizzanti e non richiede grandi quantità di acqua, e il vertical farming, una forma di tecnologia che risponde alle esigenze di approvvigionamento delle città future.

Riso Acquerello – Un altro tema importante di Food city è l’innovazione. A questo proposito è intervenuto Piero Rondolino che nel 1992 ha creato “Acquerello”, un progetto di filiera completa, che prevede l’utilizzo di un’elica particolare inventata nel 1884 ma mai utilizzata per raffinare i chicchi di riso, invecchiati da un minimo di un anno a un massimo di sette. L’evento è stato corredato dalla degustazione di un piatto di risotto al the nero, vongole, carpaccio, gamberi rossi, fiori eduli e riduzioni di soia preparato da una cuoca in loco.

Perché Milano – Expo, la Carta sull’alimentazione sostenibile, la Food week. A Milano non basta essere la capitale della moda, del design, della salute. Vuole essere un punto di riferimento anche nella causa agroalimentare. Di più. Vuole essere per chef e nutrizionisti, quello che Davos è per gli economisti. In poche parole, il centro mondiale per eccellenza. Ma il capoluogo lombardo non è diventato paladino della causa agroalimentare solo per il suo impegno in questo senso. Milano è infatti una città italiana che, in quanto tale, riassume la tradizione culinaria del nostro Paese che è da sempre attento al legame tra cibo e salute. Ma secondo Gualtieri, ci sono altri due punti forte: il fatto di essere una città circondata dalla campagna e la notevole presenza di start up, una finestra nel futuro, da qualsiasi angolo la si guardi.