Sarebbero 3200, secondo l’ultimo rapporto dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), i farmaci mancanti sugli scaffali delle farmacie italiane. Il ministro delle Salute Orazio Schillaci ha istituito un tavolo permanente con i rappresentanti delle categorie interessate per cercare soluzioni ai problemi della filiera farmaceutica. Il presidente dell’Aifa Giorgio Palù però rassicura: «Abbiamo alternative». Tra le cause principali, insieme all’aumento della domanda legata all’influenza e al Covid, ci sarebbero alcuni problemi d’approvvigionamento di materie prime.

Confezioni di Fluimucil, Tachipirina e Nurofen, tra i farmaci introvabili (Ansa)

Scaffali vuoti – La maggior parte delle farmacie italiane segnala che, da settimane, vari medicinali di tipo comune sono diventati di difficile reperimento. La situazione a Milano non è diversa dal resto d’Italia. A mancare, come spiega a La Sestina la farmacia Sanitas di corso Garibaldi, sono molti farmaci «di autoprestazione», cioè acquistabili senza ricetta medica: «Da alcuni tipi di aspirina a semplici caramelle per la gola, dal Brufen al Buscopan, da antibiotici sciroppo al Gaviscon fino all’Efferalgan e al Nurofen. In alcuni casi abbiamo alternative, ma i clienti sono affezionati al colore della scatola». Spesso questi farmaci risultano non ordinabili direttamente o, quando lo sono, arrivano in quantità troppo ridotte da non riuscire a soddisfare la domanda. Anche la farmacia in piazza Lega Lombarda riscontra da giorni gli stessi problemi: «Qui a mancare sono soprattutto antibiotici e farmaci inalatori». Alla farmacia CoFa a Lima in mattinata c’è il pienone. In molti cercano Tachipirina e Brufen.

Il tavolo del governo – Per ovviare a questi problemi, è stato istituito un tavolo permanente presso il ministero della Salute composto da Aifa, dalla filiera produttiva e distributiva (Farmindustria e Federfarma Servizi), dai Nas e dalle rappresentanze di farmacisti e medici di medicina generale. Il governo mira così a mettere in campo una strategia capace di “far fronte tempestivamente ai bisogni dei cittadini”, oltre che definire le “attività di comunicazione e sensibilizzazione al fine di evitare allarmismi e conseguenti ingiustificate corse all’acquisto”. Evitare allarmismi è fondamentale anche per il presidente dell’Aifa Palù, perché «solo 30 molecole non trovano corrispettivi ma su antibiotici e antinfiammatori ci sono equivalenti». Le carenze però rimangono e non sempre, come spiegano molti farmacisti, i clienti si fidano delle alternative.

Le cause principali – A monte di questo problema, come spiega ad Avvenire il presidente di Farmindustria Marcello Cattani, ci sarebbero due elementi: l’aumento della domanda causata dalle tante infezioni di influenza stagionale, oltre che di Covid, e l’eccessiva dipendenza del nostro Paese dal mercato asiatico, tanto per i principi attivi quanto per il materiale per il packaging. Il problema della carenza di famaci essenziali è di portata internazionale. La Cina, con l’India, è il principale produttore di principi attivi e in questo momento, dopo la fine delle restrizioni anti-covid e il boom di contagi, non riesce a soddisfare il fabbisogno dei suoi “clienti” sparsi per il mondo.