Un flebile applauso si è levato nella Corte di Assise di appello del tribunale di Milano alla lettura della sentenza che ha condannato all’ergastolo Alessandro Impagnatiello, colpevole di avere ucciso con 37 coltellate la compagna Giulia Tramontano, al settimo mese di gravidanza, il 27 maggio 2023.
La sentenza ha stabilito la responsabilità del trentenne per omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza. Sono state riconosciute le aggravanti della premeditazione e della crudeltà, esclusa quella dei futili motivi.
Impagnatiello aveva per mesi tentato di avvelenare la ventisettenne somministrandole del veleno per topi in modo da provocarle un aborto, e dopo averla assassinata ha provato ad occultare il cadavere dando fuoco al corpo.

La lettura della sentenza
L’ex barista è stato condannato anche a un risarcimento di 700 mila euro nei confronti della famiglia Tramontano. In aula erano presenti la sorella e la mamma di Giulia, che alla lettura della sentenza da parte della presidente Antonella Bertoja si sono sciolte in un abbraccio e in un pianto che, ha detto l’avvocato di parte civile Giovanni Cacciapuoti, è segno di «una consolazione relativa nella misura in cui evita per loro quella che avrebbe corso il rischio di divenire una beffa».
La sentenza è stata emessa proprio il 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Su questa scelta i legali della famiglia Tramontano e di Alessandro Impagnatiello si sono assestati su posizioni opposte: «Non credo sia un caso. Capisco l’importanza della giornata e della situazione. Io avrei spento i riflettori piuttosto che accenderli», ha dichiarato poco prima della sentenza la legale di Impagnatiello, Giulia Gerardini. L’avvocato della famiglia di Giulia, ha invece dichiarato: «Nella giornata di oggi speriamo, ed è questo l’auspicio che ha la famiglia Tramontano, che a nessun’altra mamma, papà, fratello, marito abbia a soffrire pene così grandi nella perdita di una sua congiunta».
Dopo la sentenza, la famiglia di Giulia si è radunata per un flashmob sulle scale del Tribunale, mostrando uno striscione in ricordo della giovane con la scritta «Mai più violenza».