Non è stato un raptus improvviso. Claudio Campiti, il 57enne che ieri ha ucciso tre donne a Roma, nel quartiere di Fidene, aveva pianificato la sparatoria e anche la fuga. Lo dice il pm contestando al killer la premeditazione e il pericolo di fuga.

Le accuse – l pm Giovanni Musarò ha emesso un decreto di fermo nei confronti di Campiti con le accuse di triplice omicidio volontario, tentato omicidio delle quattro persone rimaste ferite e porto abusivo di armi. Le aggravanti sono la premeditazione e i futili motivi. L’uomo è stato fermato anche perché si temeva che fosse pronto a fuggire. A raccontarlo sono gli oggetti che aveva con sé: 170 proiettili, un secondo caricatore, il passaporto, seimila euro in contanti e uno zaino pieno di abiti.

Le indagini – Gli investigatori stanno concentrando le ricerche sul passato di Campiti per comprendere cosa lo abbia spinto alla strage. Come emerge da violenti sfoghi pubblicati sul suo blog personale, il movente ruoterebbe attorno a gravi contrasti tra l’uomo e i condomini di un complesso residenziale in provincia di Rieti. L’uomo viveva da solo nella casa comprata all’asta nel 2010 per 200 mila euro. Doveva essere la casa delle vacanze ma i lavori di costruzione non sono mai stati terminati. Nel 2012 muore il figlio 14enne in un incidente con uno slittino in Val Pusteria, in Trentino-Alto Adige. E Campiti si trasferisce da solo in quella casa incompleta sul lago del Turano. Viveva senza allaccio alla rete idrica e alle fognature e senza riscaldamento. Tra i motivi di discussione con i condomini emerge quello economico: Campiti si rifiutava di pagare le quote sociali del consorzio, circa 10  mila euro. Aveva presentato 30 denunce per abusi edilizi contro i membri di Valle Verde.

Dal blog “Benvenuti all’inferno” di Claudio Campiti

A loro volta i consorzianti avevano denunciato Campiti ma senza successo. La vicepresidente del consorzio Valle Verde, Luciana Ciorba, ha raccontato: «Un anno e mezzo fa lo avevamo denunciato per minacce, anche se nessuno ci ha chiamato per raccontare la nostra storia. Era divenuto aggressivo e anche poco decoroso, girava seminudo anche quando c’erano ragazzini. La sostanza è che non voleva pagare quello che avrebbe dovuto e questo andava avanti da molto tempo. Siamo sconvolti ma anche molto determinati a farci ascoltare. Quest’uomo è lucido, non un pazzo».

L’arma rubata – Campiti, secondo le ricostruzioni dei carabinieri e della procura di Roma, si sarebbe recato domenica mattina, intorno alle 9, al poligono di Tor di Quinto. Al termine di una sessione di tiro sarebbe uscito con una pistola Glock senza essere fermato. Sono in corso gli accertamenti per verificare come sia stato possibile per Campiti trafugare l’arma dal poligono, di cui è stato disposto il sequestro dalla procura di Roma. All’uomo era in passato stato negato il porto d’armi proprio per le segnalazioni ricevute dai carabinieri di Rocca Sinibalda, in merito alle liti in atto con il Consorzio Valle Verde.

I feriti – Campiti dopo aver ucciso tre donne, ha ferito quattro persone, una delle quali si trova in condizioni gravi. Si tratta di Fabiana De Angelis, 50 anni, che è stata operata al cranio all’ospedale Sant’Andrea, dove è costantemente monitorata ma il quadro clinico resta complesso. Bruna Marelli, 80 anni, è stata ferita al torace ed è ricoverata al Policlinico Umberto I in prognosi riservata. È invece stato dimesso il 65enne Carlo Alivernini, che era stato colto da un malore dopo la sparatoria. Sarà dimesso oggi dal Policlinico Gemelli anche Silvio Paganini, l’uomo di 67 anni che ha fermato Campiti. Ha dichiarato agli inquirenti: «Ha esploso il primo colpo, poi il secondo proiettile uccidendo la seconda persona. Ha colpito poi la terza donna. Io sarei stato il quarto, ma sono intervenuto».

Riunione straordinaria – Il Prefetto di Roma Bruno Frattasi ha convocato una riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, d’intesa con il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri per esaminare la strage commessa da Campiti. All’incontro hanno partecipato anche il questore di Roma, Carmine Belfiore, e il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Gavino Putzu. Al termine della riunione il sindaco ha affermato che spera in «in una stretta dal punto di vista legislativo e amministrativo sull’utilizzo delle armi nei poligoni». Il Prefetto Frattasi ha dichiarato: «Abbiamo esaminato punto per punto la vicenda e mi sento di dire che la città di Roma è stata colpita da un gravissimo episodio che però non dimostra per nulla che c’è stato un fallimento del sistema di sicurezza della città. Roma è e resta una città sicura».

Meloni – Tra le voci politiche si è fatta sentire anche quella di Giorgia Meloni. La Presidente del Consiglio ha ricordato sul suo profilo Instagram una delle tre vittime di Campiti, Nicoletta Golisano di cui la premier era amica.

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