
Barack Obama ritratto durante un discorso tenuto a Washington nell’ottobre del 2013. EPA/SHAWN THEW
La fine di un’era. Questa sera, quando in Italia saranno più o meno le 3 di notte, Barack Obama terrà il suo ultimo discorso da presidente degli Stati Uniti d’America. Lo farà nella sua Chicago, al McCormick Place, il centro congressi più grande di tutto il Nord America. I biglietti, messi in vendita sabato scorso, sono andati esauriti in appena mezz’ora con migliaia di persone che si sono messe in coda nonostante i -7 gradi di temperatura.
Quella del discorso di addio è una tradizione consolidata della politica americana fin dai tempi di George Washington, il primo presidente, che terminò il suo mandato nel marzo del 1797. Obama, che il prossimo 20 gennaio lascerà il testimone a Donald Trump, farà un bilancio dei suoi otto anni di presidenza. E, quasi certamente, lascerà alcuni avvertimenti al suo successore con l’obiettivo di preservare la democrazia statunitense. “Un’opportunità per ringraziarvi per questa avventura incredibile, per celebrare i modi in cui avete cambiato in meglio questa nazione e per offrire alcuni pensieri sul futuro di noi tutti”. Con queste parole la settimana scorsa il primo presidente afroamericano degli Usa ha in qualche modo anticipato la struttura del suo ultimo discorso.
Tra i temi trattati ci sarà sicuramente l’Obamacare, la riforma sanitaria varata da Obama nel 2010 e da tempo nel mirino della futura amministrazione Trump, che ha fatto capire a più riprese di volerla parzialmente abolire. A proposito di ciò che è stato, Obama potrebbe rivendicare il suo ruolo nella salvaguardia dell’economia a stelle e strisce dopo la crisi del 2008. Ma il momento più atteso, inevitabilmente, sarà quello dei messaggi per Donald Trump. Il presidente uscente, secondo la stampa americana, parlerà delle sfide che attendono gli Stati Uniti e inviterà il suo successore a celebrare le diversità, oltre che ad avere più rispetto per chi lo critica.