Si può prevedere che uno stato entrerà in guerra da quello che mangia il suo esercito? Secondo una teoria circolata sui social e sul web, oltre al Pizza Index che avevamo spiegato qua c’è un altro indizio. L’esercito degli Stati Uniti starebbe servendo pasti di qualità per imbonire i soldati in vista di un imminente attacco all’Iran. Oltre alle aragoste e alle bistecche comparse nei piatti dei militari Usa, sono diversi i segnali che indicano che gli Usa stanno preparando un attacco diretto all’Iran in supporto ad Israele, dispiegando potenza militare nell’area in attesa di una luce verde da parte del presidente Trump. L’obiettivo principale sarebbero i bunker sotterranei di Fordow, dove Teheran sta portando avanti il suo programma nucleare.

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L’indecisione americana – Oltre alle strategie militari, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump deve valutare il riflesso che un’eventuale coinvolgimento diretto in Medio Oriente avrebbe all’interno del paese. Se da una parte l’ala più interventista dei conservatori, come il senatore repubblicano Linsdey Graham o il commentatore della Fox, Mark Levin, fanno pressione sul tycoon affinché dia il via libera all’intervento militare, la base Maga – più isolazionista – è in agitazione e vede nell’eventuale intervento in Medio Oriente la fine del sogno di cambiamento rappresentato da Trump. Per i sostenitori trumpiani della prima ora l’entrata in guerra rappresenterebbe un «alto tradimento». Ad alzare i consensi soprattutto nel corso della prima campagna elettorale dell’attuale presidente, il suo duro schierarsi contro i politici che avevano coinvolto gli Stati Uniti nelle guerre in Medio Oriente.
Le navi – Tra le prime avvisaglie le portaeree USS Nimitz e Wilson. La prima, invece di attraccare in Vietnam come da programma, ha lasciato il Mar Cinese meridionale per dirigersi verso il Medio Oriente. La Wilson, invece, è stata posizionata nel Golfo Arabico sotto lo stretto di Hormuz, che è sotto il controllo dell’Iran ed è una delle rotte più strategiche al mondo per il trasporto di petrolio e gas naturale. Teheran ha minacciato di minare lo stretto per renderlo inutilizzabile. Una sua chiusura bloccherebbe non solo le esportazioni iraniane, ma anche quelle di diversi altri Paesi del Golfo, mettendo sotto pressione l’intero mercato energetico.
Aerei da guerra verso il Medio Oriente – Nel pomeriggio di martedì diverse autocisterne e jet da combattimento dell’esercito statunitense si sono mossi verso est sopra il Mar Mediterraneo. Domenica 15 giugno alcuni aerei cisterna hanno volato verso le basi statunitensi in Europa Raf Mildenhall nel Regno Unito e Moròn de la Frontera in Spagna. Martedì pomeriggio sono stati osservati dei KC-135 Stratotanker dell’Usaf provenienti da Raf Mildenhall e dalla base aerea statunitense di Morón de la Frontera volare verso est, vicino all’Italia, in direzione di località sconosciute.
Anche degli aerei caccia bombardieri F35 e F26 sono stati dirottati dall’Europa al Medio Oriente.

Il boeing E-4 “Nightwatch”, noto come “l’aereo dell’apocalisse”
L’aereo dell’apocalisse – ll Boeing E-4 “Nightwatch” è stato sorpreso nella notte di martedì 17 giugno in un volo segreto partito dalla Louisiana e terminato in Maryland. Il velivolo deve il suo soprannome alla sua funzione di rifugio e posto di comando volante per gli alti funzionari americani in caso di conflitto, essendo stato progettato per coordinare le operazioni militari e resistere anche a un attacco nucleare.

Un bombardiere B2
La bomba “bunker buster” – Quattro bombardieri Usa B2 sono stati avvistati nella base di Diego Garcia, nell’Oceano Indiano. La base è sotto sovranità inglese, e si trova a 3,795 km dall’Iran. I B2 sono gli unici a poter trasportare le bombe Mop, meglio note come “bunker buster”, in grado di annientare gli impianti nucleari sotterranei iraniani. Per trasportare una bomba di queste dimensioni (il peso di ogni ordigno è di 12,3 tonnellate), non sono sufficienti gli aerei di cui Israele è in possesso, ma sono necessari i bombardieri statunitensi e piloti in grado di manovrarli.