Mario Draghi

Fino a 500mila vaccinazioni al giorno. Via le primule per far spazio a stadi e palazzetti. Mario Draghi cambia la strategia di governo per la lotta al Covid-19. A Palazzo Madama, in occasione del suo discorso per la fiducia, il nuovo presidente del Consiglio è stato chiaro: bisogna dare un’accelerata alla produzione e alla distribuzione dei vaccini, per quanto riguarda sia le tempistiche che le quantità.

Sprint vaccini – Più vaccini in meno tempo. Questa è l’idea di Mario Draghi: «Ottenere quantità sufficienti e distribuirle rapidamente ed efficientemente». Il presidente del Consiglio vuole raggiungere quota 500.000 vaccinazioni ogni giorno e per farlo è necessario potenziare la macchina. Per questo a breve si dovrebbe chiudere l’accordo per realizzare in due stabilimenti italiani (si parla di Lazio e Veneto) parte della produzione di Pfizer e Moderna. Il potenziamento e la delocalizzazione degli impianti è un obiettivo non solo italiano ma anche europeo e il dialogo tra il commissario all’emergenza Domenico Arcuri e il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton, si è intensificato. A riguardo, però, c’è chi ha remore e perplessità. È il caso di Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, il consorzio di settore coinvolto nella ricerca di strutture adatte a produrre i vaccini. I dubbi non sono sugli accordi con le aziende farmaceutiche ma sui tempi necessari per adeguare gli impianti. Ma una buona notizia c’è: per il secondo trimestre del 2021 si stima l’arrivo di 64 milioni di dosi. Cifra quattro volte più grande di quella prevista per il primo semestre.

Mobilitazione sociale – Forze armate, protezione civile, volontari. Saranno loro i protagonisti della campagna vaccinale. Su di loro il governo Draghi farà affidamento per intensificare la distribuzione dei vaccini. Sembra che Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile, sia pronto a inviare a Palazzo Chigi un dossier di pronto intervento, dando la disponibilità di 300.000 volontari su tutto il territorio. Semplici cittadini che possono essere d’aiuto per l’allestimento dei centri vaccinali, per le pratiche strettamente sanitarie ed eventuali tensostrutture.

Addio primule, benvenuti stadi – Sfiorisce il piano “primule” di Stefano Boeri. Addio ai centri in piazza pensati appositamente per la vaccinazione. Questi faranno spazio a luoghi decisamente più ampi come stadi, palazzetti, caserme, palestre, fiere, aeroporti, oltre ai centri già attivi. Ogni spazio disponibile in cui poter procedere spediti. «Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti – ha spiegato Draghi – abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private».

Il passo avanti di AstraZeneca – L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha dato l’ok per la somministrazione del vaccino AstraZeneca fino ai soggetti over 65 in buona salute. Il Cts ha espresso parere favorevole dopo aver considerato il rapporto rischi/benefici anche per le persone in età avanzata. Le Regioni, che avevano alzato la voce in merito, sono state accontentate. Va ricordato che le persone interessate, comprese nel range anagrafico tra i 55 e i 65 anni, per poter sottoporsi al vaccino AstraZeneca devono essere soggetti non a rischio. Il via libera è arrivato dopo quelli di Ema (European medicines agency), il regolatore dell’Unione Europea, e dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità.