Foto gius

Oltre 22 miliardi, praticamente una manovra finanziaria. A tanto ammonta il patrimonio criminale scoperto nel 2016 dalla Guardia di Finanza fra truffe, corruzione, sprechi e beni sequestrati alle mafie.

Chiaroscuri – Il rapporto annuale della Fiamme gialle, presentato giovedì 16 marzo di fronte al ministro dell’Economia Carlo Padoan, si presta a due letture. Da un lato, porta a lodare l’efficacia delle indagini condotte dai finanzieri e fa pensare a un maggior impegno delle istituzioni nel contrasto a inefficienze e illeciti. Dall’altro, fotografa una gestione della finanza pubblica a dir poco desolante: sprechi e cattiva gestione dei fondi statali hanno provocato negli scorsi 12 mesi un danno all’erario pari a 5,3 miliardi di euro, il 25% in più rispetto al 2015 quando il danno ammontava a 4 miliardi. A questo aumento contribuiscono soprattutto i 3,4 miliardi di appalti irregolari scoperti nel 2016 dalla Gdf, il triplo dell’anno precedente. E il pensiero non può che andare all’inchiesta della procura di Roma sull’appalto più grande d’Europa, l’affaire Consip che vede indagati il ministro dello Sport Luca Lotti, fresco di fiducia, e Tiziano Renzi, il padre dell’ex premier Matteo.

Funzionari e cittadini infedeli – Le indagini sui fondi pubblici hanno portato alla segnalazione di 8mila soggetti alla Corte dei Conti: spetta ora alla magistratura contabile tentare di recuperare i fondi sprecati o illegalmente sottratti dai funzionari infedeli. Ma la colpa non è soltanto di chi il denaro pubblico lo gestisce: stando al rapporto, nel 2016 sono stati illegittimamente percepiti 775 milioni di finanziamenti, statali ed europei, mentre le truffe ai danni del Servizio sanitario nazionale ammontano a 158 milioni con 8.926 persone denunciate. Ci sono poi i “furbetti del ticket”, persone che ricevono gratuitamente prestazioni sanitarie senza avere i requisiti per l’esenzione: su 12.803 accertamenti svolti, i finanzieri hanno scoperto irregolarità in due casi su tre. Non poteva poi mancare il capitolo evasione fiscale, la specialità italiana: l’anno scorso sono stati sequestrati 781 milioni pronti all’espatrio verso i paradisi fiscali o sottratti al fisco attraverso frodi all’Iva (spesso nella forma delle cosiddette frodi carosello).

Patrimoni mafiosi – Nei 22 miliardi del bilancio investigativo della Guardia di Finanza una voce importante sono i beni sottratti alla criminalità organizzata. Nel 2016 i sequestri alle mafie – lo ricordiamo, misure efficaci solo temporaneamente e in attesa del giudizio definitivo – sono stati più di 5mila fra beni mobili e immobili, oltre a 281 aziende e partecipazioni finanziarie, per un valore pari a 2,6 miliardi di euro. A ventuno anni dall’approvazione della legge sul riutilizzo delle proprietà sottratte alla mafia, la misura definitiva della confisca ha invece colpito 1640 beni e 239 aziende e partecipazioni finanziarie. Nel 2016, poi, sono state denunciate 215 persone per il reato di associazione mafiosa, di cui 74 sono stati arrestati. Un altro dato in chiaroscuro. La lotta alla criminalità organizzata si intensifica e, come ricorda il fondatore di Libera Don Ciotti, il riutilizzo dei beni confiscati «rappresenta una svolta epocale nel contrasto alle mafie del nostro Paese». Ma a ricordare quanta strada si debba ancora fare per vedere la fine di quel fenomeno umano che è la mafia è un altro 22. Sono i miliardi guadagnati nel 2016 dalle agromafie che, secondo il rapporto presentato da Eurispes e Coldiretti lo stesso 16 marzo, hanno aumentato il loro giro d’affari del 30%.