Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno preso il controllo del porto di Gaza. L’infrastruttura, ha sostenuto lo Stato ebraico, veniva usata da Hamas «come area per addestramento e conduzione di attacchi terroristici, mascherata da porto civile».
Sempre sul fronte bellico è stato distrutta la casa del leader di Hamas Ismail Haniyeh, ha fatto sapere l’esercito israeliano. La residenza, hanno spiegato le autorità, veniva usata dai terroristi come «infrastruttura terroristica e come luogo di incontro per gli alti funzionari dell’organizzazione».

La richiesta dell’Onu – Un’indagine internazionale sulle presunte violazioni del diritto umanitario da parte di Hamas e di Israele nel conflitto. È quanto chiede l’Alto commissario dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk, che in precedenza aveva accusato l’organizzazione terroristica e lo Stato ebraico di aver commesso crimini di guerra, chiedendo che le parti si accordassero per un cessate il fuoco.
Secca la risposta dell’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, che affermato che il diritto internazionale non deve essere «un patto suicida».
Contemporaneamente, alla riunione dell’Onu a Ginevra, l’ambasciatore della Palestina Ibrahim Khraishi ha sostenuto che quello in corso a Gaza sarebbe un «genocidio», invitando i Paesi membri dell’organizzazione a «svegliarsi».

Ospedale Al-Shifa – Secondo un collaboratore dell’agenzia francese France-Presse (Afp), l’esercito israeliano si starebbe ritirando dall’ospedale Al-Shifa di Gaza, ormai non funzionante da giorni a causa dei bombardamenti.
«È un operazione mirata a colpire i terroristi», avevano affermato le autorità dello Stato ebraico al momento dell’ingresso nella struttura medica, dove hanno dichiarato di aver trovato armi del gruppo islamista Hamas. «È un crimine di guerra», la risposta dei miliziani secondo cui oltre 40 pazienti sarebbero morti.
Nelle stesse ore, il dipartimento della Difesa statunitense ha confermato l’utilizzo bellico delle strutture civili a Gaza da parte delle organizzazioni terroristiche. «Hamas e la Jihad islamica palestinese utilizzano ospedali nella Striscia di Gaza, compreso l’ospedale Al-Shifa, per nascondere e sostenere operazioni militari e mantenere ostaggi», ha affermato Sabrina Singh, vice segretaria stampa del Pentagono.

Trattativa sugli ostaggi – Dodici prigionieri, di cui sei statunitensi, in cambio di una tregua di tre giorni. É questo l’accordo che Qatar e Stati Uniti starebbero mediando tra Israele e Hamas, secondo quanto riportato dall’agenzia France-Presse. La pausa, viene precisato, consentirebbe ai terroristi di liberare gli ostaggi e permetterebbe all’Egitto di fornire aiuti umanitari. 

Khamenei ad Hamas «Non ci avete dato alcun avvertimento del vostro attacco del 7 ottobre contro Israele e non entriamo in guerra per vostro conto», ha detto ai capi di Hamas la guida suprema della Repubblica Islamica dell’Iran Ali Khamenei in un incontro a Teheran. A riportare la notizia è l’agenzia stampa britannica Reuters, secondo cui l’ayatollah avrebbe assicurato sostegno politico al gruppo islamista, chiedendo però di non invocare un intervento diretto dell’Iran.

Opratori Unrwa – L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha dichiarato che un suo operatore umanitario è stato ucciso a Gaza. Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, i dipendenti Unrwa che hanno perso la vita sono 103, il numero più alto nella storia dell’organizzazione, si legge nel comunicato.