Il consigliere Regionale Nazzareno Salerno durante una seduta del consiglio regionale, 22 dicembre 2015. ANSA/Marco Costantino

Il consigliere Regionale Salerno arrestato nell’operazione

In tasca alla ‘ndrangheta i fondi europei destinati al credito sociale. Questa è l’ipotesi alla radice di un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che nella mattina del 2 febbraio ha portato all’arresto di nove persone. L’operazione  è stata condotta dai carabinieri del Ros e del comando di Catanzaro e dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia, a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla procura distrettuale antimafia. Fermati politici, imprenditori, amministratori regionali e alcuni soggetti legati alla cosca Mancuso. I reati contestati sono minaccia, estorsione aggravata di stampo mafioso, peculato, turbativa d’asta e abuso d’ufficio.

Gli arresti. Sono finiti in manette: Nazzareno Salerno, ex assessore regionale, Pasqualino Ruberto,ex presidente della fondazione che gestiva i finanziamenti Ue, l’avvocato Avolio Castelli, Ortensio Marano, amministratore della finanziaria Cooperfin, l’imprenditore Gianfranco Ferrante e Vincenzo Spasari, ritenuti vicini ai Macaluso. Spasari è il padre della ragazza che per il suo matrimonio atterrò con l’elicottero nella piazza centrale di Nicotera,come si legge nell’ordinanza del gip di Catanzaro. Non si tratta di un dettaglio folcloristico, perchè dopo quell’episodio il comune di Nicotera venne sciolto per mafia. Arrestato questa mattina anche il collaboratore di Salerno, Claudio Isola, anch’egli ritenuto legato al clan di Limbadi. L’intermediario Bruno Dellamotta invece risulta irreperibile.

Il sistema. I fermati avrebbero costituito un comitato di affari, attraverso il quale ricevevano i finanziamenti comunitari destinati al progetto regionale credito sociale e li indirizzavano sui conti di società private in Italia e all’estero. Per questo la magistratura ha ordinato anche un sequestro preventivo di beni per il valore di 2 milioni di euro.

I beneficiari. La cosca Mancuso è considerata la ‘ndrina più potente della provincia di Vibo Valentia, ma la sua influenza arriva anche nel Reggino grazie alle alleanze con i Piromalli e i Pesce. La principale risorsa economica è il traffico internazionale di droga. Un altro settore strategico è quello degli appalti pubblici, come testimoniato da una relazione della finanza del 2007, in cui si scriveva: «L’influenza dei Mancuso si è evidenziata anche nel settore dei lavori pubblici aggiudicati mediante appalti; ciò ha attribuito loro i connotati tipici di una formazione mafiosa ad elevata vocazione economico-finanziaria».

La fondazione. Calabria Etica: così si chiama la società presieduta da Ruberto, che si sarebbe dovuta occupare delle famiglie in difficoltà. Nel sito, in cui vengono presentati i progetti della fondazione, c’è anche la sezione «amministrazione trasparente». Ma se si cerca il «programma per la trasparenza e l’integrità» il contenuto non è più disponibile, così come i bilanci e le sovvenzioni.

Gli amministratori coinvolti. Nazzareno Salerno è stato assessore al Lavoro della giunta regionale di centro-destra guidata da Giuseppe Scopelliti, condannato di recente a 5 anni e due mesi per aver coperto la gestione fallimentare del bilancio comunale di Reggio, quando era sindaco della città. Salerno, che è un imprenditore edile, attualmente è consigliere regionale di Forza Italia. Anche Pasqualino Ruberto ha un incarico politico: siede nel Consiglio comunale di Lamezia Terme, dopo essersi candidato alle comunali del 2015 con il sostegno di Fratelli d’Italia e Alleanza Nazionale. Questa non è l’unica inchiesta a suo carico: è stato indagato anche per presunte irregolarità nelle assunzioni di «Calabria Etica». La procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per lui e per altre 11 persone. A seguito di questa indagine nel 2015 gli è stata tolta la presidenza dell’ente, che è stato commissariato.