«Non c’entrate niente e fate brutta figura». A commentare così l’arrivo di Silvio Berlusconi, Carlo Calenda e Matteo Renzi su TikTok è stata Emma Galeotti, 19 anni e quasi 700mila follower. «Non è che siamo così stupidi, che ci basta vedere un video su TikTok per votarvi», scandisce l’influencer. Il rifiuto per i politici sulla piattaforma – in vista delle elezioni del 25 settembre – sembra comune. Su 15 milioni di utenti italiani (dati dell’aprile 2022), pari a un terzo di coloro che hanno accesso a internet, la maggior parte ha tra i 16 e i 24 anni. Mentre sono pochi i creatori di contenuti che superano i 35 anni di età.

Linguaggi – Nei video, in genere minimal, anche il linguaggio è quello dei giovanissimi, in uno scambio continuo tra challenge e hashtag. L’obiettivo è diventare virali e niente è lasciato al caso: il messaggio è concentrato in pochi minuti e deve essere semplice e creativo. Basti pensare al caso della tiktoker Elisa Esposito, che impartisce lezioni di “corsivo”, a imitazione della cantilena che, secondo l’influencer, caratterizzerebbe la parlata della Milano bene. O al video della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, dove grida «Io sono Giorgia, sono una donna, sono madre», poi ripreso dal web in chiave ironica.

Barzellette – In uno dei video di esordio del leader di Forza Italia, riappare invece una barzelletta di trent’anni fa. «L’aereo sta per cadere ma c’è un paracadute in meno – racconta Berlusconi, visibilmente divertito – Il primo lo prende Biden, perché è il più importante uomo d’Occidente; il secondo Putin, perché è il più importante uomo d’Oriente; il terzo Berlusconi, perché sono il politico più intelligente del mondo. Resta il Papa, che offre l’ultimo paracadute rimasto al suo assistente. Ma questi replica: non si preoccupi, è avanzato un paracadute, perché il politico più intelligente si è buttato con il mio zainetto». Una barzelletta che lo stesso politico aveva già usato anche in passato ma utilizzando in base agli anni Barack Obama e a ritroso, George Bush.

Reazioni – «Dal ’94 il repertorio non cambia», commentano sul social. «Silvio, ammiro la volontà, qui mi sembra che non ti hanno consigliato proprio bene», dice invece un utente. «È finita ragazzi, è ora di abbandonare la nave», mentre c’è chi aggiunge: «Ma non si può segnalare?». Lo stesso trattamento viene riservato a Carlo Calenda, che su TikTok sbarca invece mettendo le mani avanti: «Io non so ballare, sembro un orso ubriaco. Non posso parlarvi di make-up perché ho la pancia e so brutto». Questa volta, gli utenti però lo rimproverano: l’app non è fatta solo di video di balletti. «Quando non si conosce TikTok… che per fortuna è pieno di politica, libri e cultura», lo ammonisce un utente.

Autoironia – Il leader di Italia Viva se la cava meglio. Fa autoironia: «Per molti di voi io sono un esperto di first reaction shock», con un riferimento a un video non solo diventato virale, ma perfino remixato dal web per la pronuncia inglese dell’ex primo ministro. «Linguaggi quasi più complessi del corsivo», continua Renzi e i giovani lo premiano con quasi 57mila like.
Tutti i politici ­appena sbarcati sul social hanno fatto il boom di “mi piace” e visualizzazioni, ma questo potrebbe non significare granché. Il primo video di Berlusconi ha avuto 7mila visualizzazioni in 40 minuti. Il suo profilo ha oggi oltre 460mila follower. Per Calenda il bilancio è di 67mila like e quasi 20mila follower. Cifre simili per Renzi. Sempre la tiktoker Emma Galeotti dice: «Pensate che la gente che vi mette like e commenti lo fa perché vi supporta. No, è che vi pigliano tutti per il cu*o, carissimi».