Prima le urla, poi le fiamme. Infine il fumo. È così che si è svegliata viale Abruzzi, nella zona est di Milano, nella notte tra il 4 e il 5 giugno. Intorno all’una un incendio ha inghiottito un appartamento al quarto piano del civico 64. Una donna di 48 anni di origine brasiliana, Sueli Leal Barbosa, è morta gettandosi dalla finestra. La porta dell’appartamento era chiusa dall’esterno, quindi è verosimile che la 48enne abbia provato a salvarsi cercando una via di fuga.

I fatti – I vigili del fuoco sono arrivati sul posto per spegnere il rogo iniziato proprio dall’appartamento di Barbosa. Tutti i residenti dell’immobile di sette piani sono stati evacuati a scopo precauzionale. «Quando due soccorritori hanno sollevato il corpo della donna hanno detto che il braccio si muoveva», ha raccontato uno dei condomini. Ma poi, all’ospedale Fatebenefratelli, non c’è stato niente da fare.
L’indagine sulle cause dell’incendio e sull’eventuale origine dolosa è seguita dalla polizia e dal Nucleo investigativo antincendio della Regione Lombardia. Gli agenti stanno ispezionando un tratto di isolato dove sono presenti alcune telecamere di un negozio e delle fioriere. La testimonianza di alcuni vicini che hanno riferito di aver ascoltato litigi alcune ore prima dell’incendio è al vaglio degli inquirenti.

Il compagno della vittima – Il compagno di Barbosa è stato trovato dagli agenti di polizia ed  è stato interrogato in Questura. Liang Gao, un barista della zona, lo ha riconosciuto quando gli agenti di polizia gli hanno chiesto informazioni. «La mia clientela è un po’ più giovane e l’uomo era passato solo mezz’ora prima, quindi l’ho riconosciuto subito», ha riferito Gao a La Sestina. «Aveva un aspetto pulito e tranquillo. Sui suoi vestiti nessuna traccia di fuliggine o altro elemento che potesse essere ricondotto a un incendio. Aveva preso una birra, mi ha chiesto la meno alcolica che avessimo».

Il civico 64 di viale Abruzzi

«Urla lancinanti» – In viale Abruzzi, c’è ancora qualcuno che non è riuscito a rientrare nel proprio appartamento e recuperare gli effetti personali. Sono 12 gli appartamenti tuttora inagibili e lo resteranno fino al ripristino delle condizioni di sicurezza. Mentre i residenti aspettano di sapere quando potranno rientrare nelle loro case, il ricordo della notte torna al centro dei loro discorsi. «Ho sentito solo delle urla lancinanti. Siamo tutti sconvolti qui». Simona Lomolino abita al numero 62 di viale Abruzzi. Quando si è affacciata alla finestra che dà sul cortile del civico 64, verso l’una di notte, ha visto delle fiamme e una donna gridare disperatamente aiuto: «Provava ad aggrapparsi alla ringhiera della finestra che però non ha retto. E non so se volutamente o meno si è buttata nel vuoto». Lomolino ha riferito di sentire spesso delle urla ma di non riuscire mai a capire da quale condominio provenissero. Intanto, casa sua è ancora piena di fumo. Anche Maria Bono e Giuliano Marchesi non possono rientrare nella loro casa. Abitano al quinto piano, l’appartamento è bruciato da sotto. «Abbiamo passato la notte qui fuori fino alle 5:45 del mattino. Appena ho sentito le urla e ho visto le fiamme enormi ho svegliato mio marito e siamo scesi», racconta Bono. «C’era fumo dappertutto, non respiravo». La coppia conosceva la 48enne di vista, si scambiavano saluti e cordialità. Non hanno udito altre urla se non quelle della donna. Dai loro racconti Barbosa avrebbe avuto anche un figlio che spesso vedevano giocare a pallone e che sarebbe andato via con il padre: «Si è salvato», ha commentato Marchesi. Secondo un altro passante che ha detto di conoscere la vittima la donna sarebbe stata single.