Minacce dell’Isis, hacker, contestazioni. In Francia cresce la tensione alla vigilia del ballottaggio. Quello di domenica 7 maggio (seggi aperti dalle 8 alle 19) è un voto che rimarrà nella storia, non solo perché vede sfidarsi per la prima volta due candidati che non sono espressione dai partiti tradizionali, ma anche perché rischia di essere quello con il più basso tasso di affluenza dal 1969. Secondo l’ultimo sondaggio un cittadino su quattro non voterà. L’astensione sarà forte tra i sostenitori della sinistra radicale: il 29% dell’elettorato di Melenchon nelle consultazioni on-line ha dichiarato che starà a casa. Nonostante questo, Macron sale nelle proiezioni.

Il pericolo jihadista- «Uccidete i candidati al ballottaggio per le presidenziali in Francia e il personale nei seggi», è questo l’appello lanciato ai lupi solitari dall’Isis nella versione francese del magazine Rumiyah. A riferirlo è il Siteil sito che monitora la propaganda web dell’estremismo islamico. «Non dimenticate il vostro dovere di musulmani, scegliete un candidato per ucciderlo e un seggio per darlo alle fiamme», si legge nell’appello diffuso da Daesh.

Le mail hackerate- Nella notte di venerdì 5 maggio, pochi minuti prima del silenzio elettorale, il comitato di Macron ha denunciato un attacco hacker «massiccio e coordinato» con il “furto” di mail e di dati sensibili. «E’ un tentativo di destabilizzare le elezioni», denuncia En Marche!. Secondo quanto fanno sapere, i testi rubati sarebbero stati fatti circolare insieme a falsi documenti per seminare il dubbio e la disinformazione. Una vicenda che ricorda quella di Hillary Clinton, come sottolinea lo stesso New York Times

L’ascesa di Macron- Secondo un sondaggio dell’istituto Elabe il leader di En Marche! guadagna tre punti nelle intenzioni di voto, attestandosi al 62% contro il 38 di Marine Le Pen. Secondo Le Monde, è merito dell’ultimo dibattito televisivo, l’atteggiamento troppo aggressivo di Le Pen avrebbe infastidito una parte degli indecisi, portandoli a schierarsi in favore del candidato centrista. La leader dell’estrema destra continua ad attaccare lo sfidante: «I sostenitori del signor Macron agiscono con violenza ovunque, anche alla cattedrale di Reims, un luogo simbolico e sacro», così ha twittato dopo essere stata contestata con lanci di uova, durante la sua visita nella città.

Un Paese diviso- La Francia è profondamente divisa sui grandi temi come la globalizzazione e l’integrazione. Questo è quanto emerge dai risultati del primo turno. Sommando i voti di Le Pen e Mélenchon poco meno della metà dei francesi ha votato per candidati antieuropeisti che vorrebbero un ritorno al nazionalismo e al protezionismo economico. Il Front National ha raccolto i voti dei ceti più poveri e meno istruiti, En Marche! invece ha vinto nel ceto medio. Le Pen inoltre ha avuto più voti nella provincia, soprattutto a Nord-est, mentre Macron ha conquistato le città.

Le speranze dell’Europa- Le ultime previsioni fanno tirare un sospiro di sollievo a Bruxelles. Dopo l’esito del primo turno i listini europei hanno aperto tutti in rialzo. Inoltre lo spread tra i titoli di Stato francesi e i Bund tedeschi è tornato nella norma, fino a registrare i minimi dell’anno. I mercati sembrano quindi dare per scontata la vittoria di Macron, ma la partita è ancora tutta da giocare.