«Non so cosa leggere», una frase che si sente spesso. Magari avete appena finito di dirla. Ecco una lista di consigli stilata da tutti i redattori de La Sestina per nuove letture da scoprire e vivere durante l’inverno 2019/2020.

Post scriptum: sì, puoi anche regalarli per Natale a quel cugino che fa Lettere. E non solo.

 

Federico Baccini coraggiosamente: “Io sono con te”, di Melania G. Mazzucco (Einaudi)

    Se credete che il dialogo possa distruggere il pregiudizio, allora questo libro fa per voi

 

Marco Bottiglieri pacificamente: “Il guardiano della collina dei ciliegi”, di Franco Faggiani (Fazi Editore)

Una storia di successi incompiuti, di ritorni e soprattutto di un uomo che ritrova se stesso nella natura del Giappone.

 

Giacomo Cadeddu: “La simmetria dei desideri”, di Eshkol Nevo (Beat Edizioni)

 

Quattro giovani uomini. Desideri su un pezzo di carta. Il tempo tra una finale di Coppa del mondo e l’altra per realizzarli.

 

Marco Capponi: “Il desiderio di essere come tutti”, di Francesco Piccolo (Einaudi)

Un intreccio di storia italiana, aneddoti personali e vita pubblica. Un libro di memoria di un uomo che si scopre comunista.

 

Bernardo Cianfrocca di rilievo: “La vita agra”, di Luciano Bianciardi (Feltrinelli)

“Agro” nell’accezione più brutale. Storia di una vita vissuta nella Milano degli anni Sessanta. Che è quella di oggi.

 

Andrea Ciociola sancisce: “La breve favolosa vita di Oscar Wao”, di Junot Diaz (Mondadori)

La magia di Borges incontra un sognatore del New Jersey. Che vive tra gli eco violenti della dittatura domenicana.

 

Emanuela Colaci indica: “Due di due”, di Andrea de Carlo (La Nave di Teseo)

Opposti e complementari, due amici attraversano il Sessantotto, gli amori e la scoperta. Cambiando per sempre.

 

Riccardo Congiu a sorpresa: “Errore di sistema” (Longanesi)

“Il più grande traditore” della storia americana, per alcuni americani. Un libro che va letto, per tutti gli altri. Inclusi noi.

 

Elisa Cornegliani ricorda: “Cent’anni di Solitudine” di Gabriel García Márquez (Mondadori)

Sette generazioni vivono una Macondo reale e immaginaria. Il destino, ineluttabile, tocca vita e morte.

 

Luca Covino sussurra: “Il Dottor Semmelweis”, di Louis-Ferdinand Céline (Adelphi)

Come l’omonimo medico intuì le cause della febbre puerperale. Pagando:perché aiutare – le donne – costa, specie nell’Ottocento.

 

Giorgia Fenaroli essenziale: “Cattedrale”, di Raymond Carver (Einaudi)

Equilibri fragili, incontri determinanti e appigli prima della fine. Toni asciutti e tratti desolati, una raccolta di racconti.

 

Andrea Galliano segnala: “Le parole sono finestre, oppure muri”, di Marshall B. Rosenberg

L’importanza delle parole, nel bene e nel male. Un libro che puo’ cambiare la percezione e la coscienza del comunicare.

 

Giulia Giaume dalla Grande Madre: “Noi”, di Evgenij Zamjatin (Mondadori)

Il primo vero distopico del Novecento: efficace, dolce e raccapricciante. Una finestra sul meglio e il peggio dell’umanità.

 

Giada Giorgi d’obbligo: “Narciso e Boccadoro”, di Herman Hesse (Mondadori)

Volti di uno stesso mondo, i protagonisti chiedono a sé e ai lettori quale sia il significato della vita e il posto degli uomini.

 

Roberta Giuili con candore: “Purity”, di Jonathan Franzen (Einaudi)

Due esistenze in apparenza lontane si incrociano a sorpresa, con la tensione dei segreti. Sovrapposizione di vissuto.

 

Marialaura Iazzetti intima (nel senso riservato): “Le nostre anime di notte”, di Kent Haruf (NN Editore)

Ultimo romanzo del cantastorie americani. Un buio da superare spinge due anime a stringersi fino all’alba.

 

Riccardo Lichene svela: “Leviathan, il risveglio”, di James S. A. Corey (Fanucci Editore)

Primo volume di una space trilogy: Terra contro Marte in una guerra spaziale ed esistenziale per le risorse dell’universo.

 

Alberto Mapelli per un must: “Open”, di Andre Agassi (Einaudi)

Un profilo di Agassi prima di diventare Agassi. I sogni, i timori e le corrosioni di un campione assoluto del tennis. E di altro

 

Lucio Palmisano dal grilletto facile: “I milanesi ammazzano al sabato”, di Giorgio Scerbanenco (Garzanti)

La sparizione di una ragazza avvenente in una mente affetta. Un caso per Duca Lamberti. Il delitto tra la nebbia lombarda.

 

Fabrizio Papitto dal banco “novità”: “Il Colibrì”, di Sandro Veronesi (La Nave di Teseo)

Narrare il dolore per liberarsene. Un romanzo potente che riporta al presente un genere che si temeva scomparso.

Martina Piumatti noir di livello: “Il senso della frase”, di Andrea G. Pinketts (Feltrinelli)

A volte un tono dissacrante puo’ offrire una riflessione con grande agilità. Così escono libri simili, viaggi di ossessioni erranti. Tutto nello scenario della Milano anni Ottanta.

 

Andrea Prandini di fantasia: “Lo stagno di fuoco”, di Daniele Nadir (Sperling & Kupfer)

Il giudizio universale è arrivato. Sta a tre angeli imperfetti radunare le anime sospese tra salvezza e peccato.

Edoardo Re pulp: “Cavie”, di Chuck Palahniuk (Mondadori)

Ventitré storie, una sola illusione: quella di credere di farcela. Una critica alla società e ai compromessi di essere “al top”

 

Marco Rizza con commozione: “La versione di Barney”, di Mordecai Richler (Adelphi)

Come sono andate veramente le cose: una biografia in tre mogli per liberarsi da accuse infondate e scheletri redivivi

 

Giacomo Salvini come la vittoria della Juventus contro il Lumezzane: “Caro direttore”, di Indro Montanelli (Rizzoli)

La raccolta dei dialoghi del giornalista toscano raccontano mezzo secolo di Italia. Con ben poche differenze rispetto a ora.

 

Valeria Sforzini confessa: “Lolita”, di Vladimir Nabokov (Adelphi)

Una suggestione potente, la passione proibita e violenta, la bellezza come valore supremo. Nient’altro da aggiungere.

 

Gaia Terzulli orientaleggiante: “Tre piani”, di Eshkol Nevo (Neri Pozza)

Fuori, un condominio di Tel Aviv. Dentro, desideri, gelosie, intuizioni, talenti di un’umanità stretta e calorosa.

Marco Vassallo interiore: “Una questione privata”, di Beppe Fenoglio (Einaudi)

Il cammino di un partigiano alla ricerca di un amore che è stato. Nel travaglio della guerra e del dolore, ci si rivede.

 

Mariavittoria Zaglio tac: “I cretini non sono mai eleganti, Giorgio Armani in parole sue”, a cura di P. Pollo (Rizzoli)

Il racconto di un rivoluzionario. L’Armani stilista, imprenditore, un pioniere della creatività e del gusto è tutto qui.

Caterina Zita “D’amore e ombra”, di Isabel Allende (Feltrinelli)

Cile, Pinochet. Ma c’è di molto di più: una maturità raggiunta – insieme – da due giovani reporter alla ricerca di giustizia.