«Solo un grande incendio, con conseguenze devastanti, dimostrerà le vostre responsabilità». Già dal novembre scorso gli inquilini avevano denunciato i rischi di chi abitava nella Grenfell Tower, il grattacielo nella zona ovest di Londra che dalle 00.54 di ieri, 14 giugno, ha iniziato a bruciare. Nonostante una recente ristrutturazione da 10 milioni di sterline, si erano accorti degli allarmi anti-incendio non attivati, della carenze di uscite di sicurezza e delle piantine per i piani di evacuazione sbagliate e pericolose. Preoccupazioni che sarebbero rimaste inascoltate dai consigli di Kensington e da KCTMO (Kensington and Chelsea Tenant Management), la più grande organizzazione per la gestione degli affitti nel Regno Unito, che amministra il condominio. Al momento sono 17 i morti accertati, 74 i feriti, decine i dispersi. Si continua a cercare anche se il capo dei vigili del fuoco della città, Dany Cotton, ha dichiarato che le condizioni della Grenfell Tower sono troppo pericolose e torneranno ad essere approfondite solo quando il grattacielo sarà dichiarato sicuro.

Gli italiani – Tra i dispersi ci sono anche due italiani: Gloria Trevisan e il fidanzato Marco Gottardi, entrambi 27enni e veneti, laureati in architettura, da tre mesi assunti in due studi a Londra. La Farnesina ha comunicato che non risultano tra le persone ricoverate negli ospedali della città. Il padre del ragazzo, Giannino Gottardi, ha raccontato di essere stato al telefono fino all’ultimo con i ragazzi. Lui e la moglie sono stati svegliati alle 3.45 dalla mamma di Gloria, contattata dalla figlia. «Abbiamo subito chiamato Marco che minimizzava l’accaduto – riporta Repubblica – penso facesse così per tranquillizzare noi e Gloria». Il ragazzo ha continuato a garantire che i soccorsi stavano arrivando fino alle 4.07 quando, prima che si sospendessero i contatti, ha detto ai genitori che il loro appartamento era invaso dal fumo. «Abitavano negli ultimi piani – ha concluso Gottardi – possiamo sperare solo in un miracolo».

I fatti – I vigili del fuoco sono arrivati alla Grenfell Tower – 24 piani in cui abitavano circa 500 persone – all’1.27, sei minuti dopo la prima segnalazione. L’incendio sarebbe esploso al quarto piano. La causa, esclusa la pista terrorismo di cui si era parlato in un primissimo momento, è ancora da accertare. La colpa potrebbe essere di un cortocircuito o di una disattenzione – una padella lasciata accesa sui fornelli o una sigaretta rimasta accesa -, anche se alcuni testimoni hanno detto di aver udito un’esplosione, forse dovuta a una fuga di gas. Diverse ipotesi, su cui la polizia sta indagando.

Caccia al responsabile – Tra i principali accusati la Rydon Ltd, azienda responsabile della ristrutturazione a sei zeri che, fra le altre cose, avrebbe rivestito l’edificio con materiali che potrebbero aver agevolato la propagazione delle fiamme. La premier britannica Theresa May ha assicurato che «ci sarà un’adeguata indagine», mentre il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha dichiarato che «vuole delle risposte».
La Grenfell Tower è una delle tante case popolari costruite negli anni ’70 dal governo per fornire alloggi sovvenzionati da Stato a famiglie a basso reddito. Nonostante ciò, l’edificio si trova a soli dieci minuti a piedi dal quartiere di lusso Notting Hill, motivo per cui si pensa che qualche unità sia stata privatizzata e messa sul mercato immobiliare dopo la ristrutturazione.
La gente del posto si è mobilitata per portare cibo abiti e altri beni di prima necessità. La polizia ha fatto sapere di aver allestito centri di accoglienza per gli inquilini sopravvissuti al rogo e chiese e moschee della zona hanno aperto le loro porte agli sfollati.