Come sta andando la fine di questa campagna elettorale?
È una campagna elettorale brevissima, ma c’è una ragione: la destra ha voluto tenerla molto stretta perché ha paura del risultato. Noi stiamo facendo una corsa contro il tempo. Due mesi fa nessuno scommetteva su di me. Adesso la sfida è tra me e Fontana. Io ci credo e ci provo fino all’ultimo.

Stando agli ultimi sondaggi, non era meglio allearsi con Moratti per essere sicuri di “rubare” la regione alla destra?
Se stiamo solo ai sondaggi, l’alleanza con Moratti sarebbe stata solo un disastro: avremmo avuto altri candidati alla nostra sinistra e si sarebbe sfasciata la coalizione. Quindi avremmo fatto il suicidio perfetto: perdere con Fontana sostenendo Moratti. Il massimo del minimo, quella sarebbe stata una sciagura. Invece il tema è che Calenda si è assunto una responsabilità molto pesante rompendo l’alleanza con il Pd. Detto questo, io sono orgoglioso del nostro laboratorio e vado avanti determinato.

La Sanità è uno dei temi, se non il tema, più importante di questa campagna elettorale. Potrebbe spiegare meglio “Obiettivo 50” riguardante i fondi dei privati?
Io penso che noi dobbiamo spostare risorse dal privato al pubblico, questo è il punto vero. L’Obiettivo 50, che peraltro si prefigge anche dell’abbattimento del 50% delle liste d’attesa, punta a uno spostamento di risorse per sostenere al massimo la sanità pubblica. Il tema vero è che non basta neanche questo per la situazione che hanno creato.

Cosa servirebbe?
Il punto non è solo quello di rilanciare la sanità pubblica, ma anche quello di rilanciare il ruolo dei medici di medicina generale che oggi sono stati burocratizzati loro malgrado. Il punto è quello di avere nuovi servizi riguardanti l’assistenza domiciliare degli anziani non auto sufficienti. Un grande piano relativo alle persone con disabilità o di riuscire a far sì che gli infermieri abbiano un nuovo ruolo nei nostri quartieri. Noi dobbiamo ricostruire il sistema socio sanitario. Questo è un punto essenziale, dentro una politica di rilancio del welfare che riguarda anche la gestione delle case ALER (aziende che gestiscono il patrimonio immobiliare e i servizi abitativi pubblici, ndr). Se noi abbiamo città nelle quali le case di proprietà regionale sono così mal gestite è evidente che abbiamo città dove si riproducono ferite sociali molto significative.

Lei parla nel suo programma di 7 piani straordinari oltre ad altri investimenti. Le coperture finanziarie ci sono per tutto quello scritto nel programma?
Ci mancherebbe. Regione Lombardia è una struttura enorme mal gestita e male usata. Pensi che senza neanche sforzarci troppo, abbiamo trovato 10 milioni di euro di spese inutili di Fontana e soci sulla rappresentanza e la comunicazione. Noi abbiamo detto: almeno quei 10 milioni li mettiamo su servizi e progetti riguardanti i bambini e i ragazzi con disabilità.
Regione Lombardia è un colosso mal gestito che ha premiato l’interesse privato fuori da un chiaro rapporto tra pubblico e privato.