Maggioranza senza pace sulla manovra 2020 nel giorno della presentazione in Senato. È Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, a tenere alta la tensione su sugar tax, plastic tax, cuneo fiscale e auto aziendali: le polemiche innescate da Iv rafforzano un asse PdMovimento 5 Stelle per evitare che l’ex premier possa avere un eccessivo peso sulla stesura della versione definitiva della legge di bilancio. Le opposizioni intanto attaccano il governo facendo leva sulle divisioni interne: «Qualcuno dica a Renzi che il suo partito è in maggioranza. Non servono petizioni ma coerenza», ha dichiarato Maria Stella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera.

Italiani all’estero – Un nuovissimo fronte di scontro tra Italia Viva e il resto della maggioranza è quello sulle tasse per gli italiani all’estero che possiedono un immobile nel Paese. «Sarebbe un’ingiustizia», ha affermato la senatrice di Italia Viva, Laura Garavini. «Con il governo Renzi nel 2014 abbiamo abolito l’Imu per i pensionati percettori di una pensione straniera e che hanno un immobile in Italia. Ci batteremo per evitare che la legge di bilancio 2020 entri in vigore così com’è». La misura dovrebbe eliminare le agevolazioni previste per gli italiani all’estero, compresa l’esenzione dell’Imu e della Tasi per i pensionati che vivono fuori dai confini nazionali. «Abbiamo costituito questo governo per scongiurare sia nuove tasse che l’aumento dell’Iva, in Italia e anche per gli italiani nel mondo», ha concluso la senatrice.

Plastic tax – Promette battaglia fino in fondo Matteo Renzi sulla stangata che interesserà una serie di prodotti monouso, dai tappi di plastica al tetrapak per il latte. La preoccupazione è tutta politica, visto che andrebbe a colpire l’Emilia Romagna, dove si vota in gennaio 2020, tra le prime regioni per quanto riguarda l’occupazione nella produzione di imballaggi. Lo dimostra l’intervento di entrambi i candidati a Governatore, Stefano Bonaccini del Partito Democratico e Lucia Borgonzoni della Lega: «Sono fiducioso che la maggioranza modificherà quel provvedimento», le parole caute del primo. «Il Pd ha passato il segno, non possiamo tollerare oltremisura questo patetico teatrino. In Parlamento sarà battaglia durissima», ha attaccato invece la leghista. Immediata la replica del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: «Io dico soltanto che i politici guardano alle prossime elezioni, gli statisti alle prossime generazioni. La plastic tax è uno strumento fiscale per favorire una conversione ecologica del Paese». È proprio il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ad aprire però su una rimodulazione della tassa: «Dobbiamo ridurre l’utilizzo della plastica monouso, non possiamo prima applaudire i giovani in piazza per l’ambiente e poi non agire. Ma occorre modularla bene e sono pronto a discutere con gli operatori del settore».

Il futuro del governo – «Anche le pareti di Palazzo Chigi sanno che in tutti i vertici Teresa Bellanova ed io ci siamo opposti a ogni forma di incremento di tassazione, esclusa quella per giochi e tabacchi. Per questo ci considerano come rompiscatole», dice in un’intervista al Corriere della Sera, Luigi Marattin di Italia Viva. Il riferimento è alla sugar tax – la tassa sullo zucchero che impone 10 euro per ettolitro di prodotti finiti -, all’imposta sulle auto aziendali (triplicate per quelle che emettono più di 160 grammi di CO2 al chilometro) e al rinvio da luglio a ottobre del taglio del cuneo fiscale. «Per cancellare plastic tax, sugar tax e auto aziendali proponiamo tre soluzioni alternative. Spostare dall’1 luglio all’1 ottobre il cuneo fiscale. Cancellare o rimodulare fortemente quota 100. Agire sulla spending review», questa la proposta di Italia Viva, precisa Marattin. Ma all’interno della maggioranza lo scetticismo è dilagante: «È sorprendente che si approvi una manovra e poi la si critichi», polemizza Gualtieri. Il richiamo agli alleati guidati dall’ex premier Renzi è chiaro e trova una sponda immediata nel segretario del Pd, Nicola Zingaretti: «Se qualcosa non va, la si affronterà come sempre nel percorso parlamentare. Ma bisogna farlo insieme e uniti, basta furbizie”.  È il Movimento 5 Stelle in una nota a chiudere il discorso (almeno fino all’intervento in aula), andando direttamente al cuore del problema, ovvero il destino del premier: «Non esiste un futuro per questa legislatura se qualcuno prova a mettere in discussione il presidente Conte con giochini di palazzo, immaginando scenari futuri decisamente fantasiosi».