C’è l’intesa tra governo e opposizioni sull’urgenza di approvare la legge di bilancio entro il primo gennaio. Se i provvedimenti presenti sono terreno di forte scontro tra i partiti, l’esigenza d’evitare l’esercizio provvisorio è riconosciuta da tutti. Il tempo però stringe e le modifiche da apportare prima dell’approvazione del Parlamento sono molte. Il governo deve mediare sia tra le varie forze che lo compongono, sia con l’Europa che controlla attentamente la stabilità finanziaria italiana. Giancarlo Giorgetti, ministro dell’economia e delle finanze, ha risposto ai cronisti che lo interpellavano: «Assolutamente sì, sono fiducioso di approvare la manovra alla Camera prima di natale».
I punti caldi- Tra gli argomenti più discussi c’è la mancata modifica alla regolamentazione del Pos. La misura, cavallo di battaglia della Lega, prevedeva l’elevazione a 60 euro della soglia sotto la quale gli esercenti potessero rifiutare il pagamento elettronico senza incorrere in sanzioni. Il dietrofront è avvenuto dopo i dubbi dell’Unione europea sul provvedimento. In merito il commissario all’Economia Paolo Gentiloni si era espresso: «Premesso lo stupore per questa crociata, rischiate di compromettere uno degli impegni sottoscritti sul Pnrr». Per evitare lo scontro frontale con Bruxelles, il governo ha scelto la linea prudente ritirando l’emendamento.
Partita tutt’altro che chiusa invece per quanto riguarda il Reddito di cittadinanza. Il governo intende facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro dei circa 600 mila percettori considerati in grado di trovare un’occupazione. Giorgetti ha dichiarato di voler «alzare da 6 a 8 mila euro la soglia massima per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a favore di datori di lavoro che assumono dal primo gennaio al 31 dicembre con contratto a tempo determinato i beneficiari del reddito di cittadinanza». Nonostante le resistenze della ministra del lavoro Marina Elvira Calderone è prevista la riduzione delle mensilità erogabili da 8 a 7 per chi è impiegabile, dopodiché perderà il sussidio.
C’è invece l’accordo per portare a 600 euro le pensioni minime per gli over 75. Per il solo 2023 il Tesoro ha trovato le coperture per aumentare di 30 euro gli assegni dei più anziani. Forza Italia, che tanto si è spesa per questo provvedimento, ha dovuto accontentarsi dell’aumento parziale. Via libera anche per portare da 20 a 25 mila euro il tetto di reddito dei lavoratori che potranno godere del taglio di un punto del cuneo fiscale.
Le reazioni- Le opposizioni sono unite nel criticare il governo per le varie misure presentate nella legge di bilancio. Sulle modifiche al reddito di cittadinanza il Movimento 5 stelle ha già espresso l’intenzione di voler alzare le barricate, giudicando irresponsabile togliere un aiuto concreto alle famiglie bisognose. A preoccupare le opposizioni, oltre ai provvedimenti presenti nella legge di bilancio sono anche le tempistiche: Luigi Marattin, capogruppo alla Camera di Azione-Italia Viva, ha dichiarato al termine della seduta della commissione bilancio che «prima di Natale questa legge di bilancio in Aula non ci va». Arrivata subito la risposta del relatore Roberto Pella (forzista), che tranquillizza: «Non c’è alcun rischio di incorrere nell’esercizio provvisorio».
L’esercizio provvisorio – L’articolo 81 della Costituzione prevede che ogni anno lo stato debba presentare una legge nella quale viene dichiarato l’ammontare delle entrate e delle uscite previste per l’anno seguente. In caso di ritardo, per un massimo di quattro mesi, esiste la deroga dell’esercizio provvisorio. In questo periodo non si possono adottare variazioni di bilancio e si gestisce esclusivamente l’ordinaria amministrazione. Nel corso della prima repubblica l’esercizio provvisorio era frequente, utilizzato ben 33 volte. Gli obblighi europei in materia finanziaria hanno fatto sì che l’ultimo suo utilizzo risalga al 1988 con il governo Goria.