Un rifugiato somalo di 29 anni ha preso in ostaggio una donna, ucciso un uomo, e ferito tre poliziotti vicino a Melbourne, in Australia. È accaduto nel pomeriggio di lunedì 5 giugno, nella località di Brighton, una decina di chilometri a sud-est della città. Prima di uscire dall’appartamento dove si era barricato, sparare contro gli agenti ed essere neutralizzato, aveva chiamato un’emittente televisiva locale per dedicare il sequestro all’Isis e ad al Qaeda. Dopo poche ore l’Amaq, l’agenzia di stampa degli jihadisti, ha confermato: «È uno dei nostri soldati».

Il sequestro – La donna presa in ostaggio da Yacqub Khayre, questo il nome dell’assalitore, era stata contattata attraverso un sito di escort. Arrivato all’incontro, organizzato in un appartamento, Khayre ha sparato, uccidendolo, un responsabile della struttura e minacciato la donna con un fucile. L’uomo ha poi chiamato la polizia, intimando di non avvicinarsi all’edificio, e l’emittente televisiva Channel 7 News, che ha confermato alle autorità di aver ricevuto una chiamata da una donna che affermava di essere in ostaggio. Subito la conversazione è stata interrotta da un uomo che ha dichiarato: «Questo è per l’Isis. Questo è per al-Qaeda».

Feriti tre agenti – Sul luogo sono arrivati agenti e squadre dell’anti-terrorismo e, dopo due ore di negoziazione, Khayre è uscito dall’edificio, e ha sparato diverse volte contro gli agenti prima di essere colpito a morte. Nel conflitto a fuoco tre agenti sono rimasti feriti in maniera lieve, mentre la donna presa in ostaggio è illesa.

Khayre era conosciuto alle forze dell’ordine – «È un atto vigliacco, compiuto da un uomo con una lunga storia di crimini alle spalle», ha dichiarato il premier australiano Malcolm Turnbull, che poi ha aggiunto: «È un attacco terroristico, e ci ricorda che dobbiamo essere sempre vigili». Attraverso i suoi canali ufficiali, l’Isis ha rivendicato l’attacco di Melbourne, seppur senza avanzare nessuna prova di un legame con Khayre antecedente all’episodio di lunedì. Tuttavia l’attentatore era già conosciuto alle forze di polizia: nel 2010 era stato assolto dall’accusa di aver pianificato un attacco suicida a una base militare di Sidney e fino al novembre scorso era detenuto per provocato incendio e crimini violenti, prima di essere rilasciato sulla parola.