Giorgia Meloni e Abdelmadjid Tebboune (Foto Ansa, Filippo Attili).

Indipendenza dal gas russo e l’Italia come centro di smistamento europeo del Gnl proveniente dal nord Africa. È questo l’obiettivo che la presidente del Consiglio Meloni conta di raggiungere attraverso una serie di accordi con i Paesi fornitori, a partire dall’Algeria, dove è atterrata domenica con Claudio Descalzi, amministratore di Eni e Claudio Bonomi, presidente di Confindustria. Descalzi si è dichiarato fiducioso che «nell’inverno 2024/2025 si possano azzerare le forniture di gas russo all’Italia» e ha sottolineato la sempre maggiore importanza dell’Algeria che, dall’inizio della crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina, è diventata il principale erogatore per l’Italia: «Bisogna pensare che solo 2 anni fa l’Algeria dava al nostro Paese circa 21 miliardi di metri cubi di gas, adesso ne ha dati 25, arriveremo a 28 miliardi l’anno prossimo e poi nel 2024/2025 supereremo ancora». Il 23 gennaio la premier ha fatto visita al giardino Mattei ad Algeri e ha incontrato il presidente della repubblica Abdelmadjid Tebboune, con cui ha firmato gli accordi di cooperazione.

In agenda – Il progetto della presidente del Consiglio prevede lo sganciamento dell’Italia dal Cremlino grazie all’aumento delle importazioni di gas dagli altri fornitori nordafricani come Algeria, Egitto, Azerbaigian, Congo e Angola. Per permettere un maggiore afflusso di gas all’Italia servirà potenziare le infrastrutture, posizionare altri tubi sottomarini – quelli verso Puglia e Sicilia dovrebbero raddoppiare – e aumentarne la portata grazie a tecnologie che comprimono il gas. In Italia il Gnl confluirà poi verso sette rigassificatori o proseguirà il suo corso verso gli altri Paesi del continente, soprattutto Germania, Austria e Ungheria. Nelle ambizioni di Meloni, infatti, l’Italia dovrebbe diventare il centro di una rete europea per lo smistamento delle risorse dal nord Africa, il gas oggi e l’energia rinnovabile domani.

Le premesse – I due accordi per l’aumento delle forniture, firmati il 23 gennaio tra Eni e la compagnia statale algerina Sonatrach, danno seguito al piano di cooperazione energetica avviato nell’aprile 2022 da Draghi, ribattezzato da Meloni “Piano Mattei per l’Africa” e ampliato ad altri campi, come quello farmaceutico, meccanico, spaziale, turistico, agroindustriale e delle start-up.