«Dobbiamo avere la consapevolezza che, senza immigrati, la città si ferma». A dirlo è Giuseppe Sala, e la città in questione è Milano, la locomotiva dell’economia italiana. Il sindaco, dopo aver espresso in un post la sua vicinanza alla battaglia dei primi cittadini schierati contro il dl sicurezza, dicendo: “Salvini ci ripensi”, ha ribadito la propria posizione in tema di accoglienza. «Anche per questo, è necessario un piano nazionale attraverso il quale attuare politiche sociali e di inclusione che consentano anche ai migranti di contribuire alla crescita della città che li ospita – ha continuato il sindaco del capoluogo lombardo, che ha ribadito la sua posizione in un’intervista rilasciata al mensile Domus – Essere una città aperta e internazionale significa anche accogliere chi scappa dal proprio paese per fuggire alle guerre e decide di costruire un futuro migliore per sé e per la propria famiglia. Questa capacità è uno degli elementi di forza di Milano, dove il 19% della popolazione è di origine straniera, contro il 9% nazionale».

Le Regioni – Non solo i sindaci, primo fra tutti Leoluca Orlando, che ha sospeso l’applicazione del dl sicurezza in quanto lesivo dei diritti fondamentali dei richiedenti asilo, ma anche i governatori delle Regioni si stanno affiancando alla ribellione. Enrico Rossi, presidente della Toscana, porta avanti la sua battaglia, ma solo per via istituzionale. Lunedì, la delibera per il ricorso alla Corte costituzionale contro il dl sicurezza approderà in giunta per essere approvata e il presidente annuncia un «ricorso alla Consulta per la tutela delle prerogative delle Regioni» Rossi, che ha parlato in un’intervista al programma Omnibus (La 7), ha però chiarito di «non avere intenzione di compiere atti di disobbedienza civile». Il governatore ha aggiunto poi commentando il decreto: «Questa legge ostacola il nostro lavoro: erogare assistenza sociale. Invade una materia che la Costituzione ci affida. È ovvio che sul decreto Salvini ci sono visioni diverse. Quella nostra dice che questo decreto porterà più insicurezza. Lascerà persone senza diritti, accrescerà il numero di irregolari e ostacola anche funzioni di controllo».

La replica  – Non si è fatta attendere la risposta di Salvini, che ha dichiarato con un post su Facebook commentando un sondaggio che lo dava come preferito nel confronto con i sindaci: «Al di là del sondaggio online, per la strada tra la gente vera mi dicono solo: “vai avanti!”. Garantito. Non sarà certo qualche sindaco di sinistra in cerca di visibilità a ostacolare il diritto alla sicurezza, all’ordine e alla legalità degli italiani». Mentre, sempre dalle file della Lega arriva il commento del ministro della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno rilasciato in un’intervista al Messaggero: «Sicuramente se alle parole seguissero condotte di disapplicazione sarebbero in una situazione di illegittimità», definendo poi la disobbedienza civile »un alibi inaccettabile».