Dal 15 marzo l’Italia è divisa in due zone: una rossa e una arancione. Il giallo lascia momentaneamente il campo a misure più stringenti per l’aggravarsi della situazione pandemica in vista delle vacanze di Pasqua, mentre la Sardegna rimane l’eccezione bianca. Basandosi sui dati forniti dal Comitato tecnico scientifico e dall’Istituto superiore di sanità, la cabina di regia convocata il 10 marzo dal presidente del Consiglio Mario Draghi ha definito i nuovi cambi di colore per le Regioni e le relative regole. Sono 11 le regioni rosse: Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, la provincia autonoma di Trento, Piemonte, Puglia e Veneto. Il decreto legge, che avrà valore fino al 6 aprile, stabilisce anche le regole per la domenica di Pasqua e il 3 e 5 aprile: tutta l’Italia sarà zona rossa e ci si potrà spostare verso un’altra abitazione privata della stessa Regione solo una volta al giorno, nella fascia oraria tra le 5 e le 22, e un massimo di due persone con minori di 14 anni.

Tutti in Dad – Sono circa 7 milioni gli studenti che tornano alla didattica a distanza. In zona rossa, infatti, tutti gli istituti di ogni ordine e grado sospendono le lezioni in presenza. Non solo quindi superiori e medie, ma anche elementari e nidi. La possibilità di andare a scuola rimane solo per le attività che richiedono l’uso di laboratori e per la didattica integrata destinata agli alunni con disabilità o bisogni educativi speciali. Manca ancora la norma specifica che consenta la presenza anche per i figli di lavoratori considerati essenziali, come medici, infermieri e poliziotti. In zona arancione le scuole possono restare aperte, ma i presidenti di Regione sono liberi di chiuderle nel caso in cui lo ritengano necessario. Secondo le regole in queste aree le scuole superiori potrebbero restare aperte con una percentuale in presenza che può variare da un minimo del 50% a un massimo del 75%. Molte Regioni, però, hanno già deciso di chiudere. In Lombardia le scuole erano già sbarrate (tranne i nidi), così come in Abruzzo, Puglia e Umbria.

Bar, ristoranti e negozi – I bar e i ristoranti potranno continuare a lavorare, ma solo per le consegne a domicilio e l’asporto dalle 5 alle 22. Così anche pasticcerie e gelaterie. Dalle 18 in poi la vendita è vietata ai locali senza cucina. Non hanno limitazioni le consegne a domicilio, mentre in hotel la consumazione è riservata ai clienti che hanno una stanza. Rimangono aperti i bar degli aeroporti e gli autogrill. In zona rossa, i negozi che vendono prodotti essenziali rimangono aperti, tra questi: supermercati, farmacie, tabaccai e edicole. Mentre non rientrano più in questa categoria barbieri, parrucchieri ed estetisti che dovranno perciò restare con le saracinesche abbassate. In zona arancione i negozi sono aperti, ma nel weekend chiudono centri commerciali e mercati non alimentari.

Feste e celebrazioni – Le feste sono vietate per entrambe le zone. È consentito, invece, partecipare alle funzioni religiose come battesimi, matrimoni e funerali, sempre rispettando i limiti previsti dagli specifici protocolli. Non si può far visita a parenti e amici se in zona rossa, mentre nell’arancione si possono fare ma una sola volta al giorno, verso una sola abitazione privata abitata dello stesso Comune, tra le 5 e le 22 e per un massimo di due persone. Se si vive in un centro che ha fino a 5.000 abitanti tra le 5 e le 22 si può uscire dai confini comunali ma entro 30 km e senza andare nei capoluoghi di provincia.

Le altre regole – Rimane la possibilità di raggiungere le seconde case, ma solo per chi aveva motivo di andarci già prima del 14 gennaio, escludendo quindi gli affitti brevi. Queste, però, non devono essere abitate da persone non appartenenti al nucleo familiare che vi farà visita. La Valle d’Aosta ha però decsio di vietare del tutto il trasferimento nelle seconde case. Per quanto riguarda l’attività sportiva, in zona rossa è consentita solo rimanendo nel proprio Comune di residenza e se in forma individuale e all’aperto. Si potranno superare i confini comunali solo nel caso in cui l’attività sportiva comporti spostamento, come la corsa o la bicicletta, purché la destinazione finale sia il comune di partenza. I parchi sono aperti a tutti, a patto che siano vicini alla propria abitazione e a meno di ordinanze locali specifiche. Infine, è consentito il viaggio in macchina a persone non conviventi, ma con l’obbligo di mascherina e con la condizione che sulla fila anteriore ci sia solo il guidatore.