Tre vittime al giorno, più di mille nei primi dieci mesi del 2021. È questo il bilancio tracciato dall’Inail nell’ultimo rapporto mensile sugli infortuni sul lavoro (30 novembre 2021). La tragedia di Torino del 18 dicembre, in cui tre operai hanno perso la vita nel crollo di una gru, è solo l’ultimo episodio di una lunga serie, che ha portato le morti bianche a quota 1.017 nel nostro Paese. La procura ha aperto un procedimento a danno di ignoti. L’ipotesi è che i tre lavoratori Roberto Peretto, 52 anni, Marco Pozzetti, 54 anni, e Filippo Falotico, 20 anni, siano state vittime di omicidio colposo. Intervenendo al Tg3, il direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro Bruno Giordano ha dichiarato che 9 imprese edili su 10 non sono in regola. Il leader della Cisl Luigi Sbarra attacca: «I morti sul lavoro sono una tragedia, servono misure più repressive, più controlli e più medici del lavoro. Le aziende non possono considerare la sicurezza un costo». La richiesta è di inasprire le norme contenute nel decreto di salute e sicurezza, varato dal governo Draghi in ottobre. Il problema rimane l’applicazione della legge. Gli ispettori sono pochi e i controlli spesso ostacolati da un sistema poco efficiente.

Gli ispettori  –  Secondo i dati dell’Ispettorato, quattromila controllori erano in servizio nel 2020. Una diminuzione del 30% rispetto a dieci anni prima. Repubblica stima che questo comporti per ogni azienda la possibilità dell’8,7% di essere ispezionata. Qualora l’organico aumentasse secondo le stime dello stesso Ispettorato (erano previste mille nuove assunzioni nel 2021, ma a causa della pandemia non è chiaro se siano andate a buon fine), la percentuale salirebbe all’ 11,4%. Con quattromila ispettori, le chance di ricevere un controllo sarebbero quindi di una ogni undici anni e mezzo e salirebbero a una ogni nove anni e mezzo se il personale dedicato aumentasse.

Il problema dei controlli – Il decreto salute e sicurezza punta soprattutto a semplificare i controlli, che sono in capo a diversi enti: Asl, Ispettorato Generale del Lavoro, Inail, Inps. Perfino i carabinieri hanno un loro nucleo dedicato. La norma prevede un accentramento dell’azione di coordinamento nell’Ispettorato Nazionale e una banca dati comune. Come riportano gli economisti Edoardo di Porto e Tito Boeri, la stessa istituzione dell’Ispettorato nel 2017 sarebbe stata pensata per accentrare le funzioni ancora in capo a questi enti “concorrenti”. Da quel momento infatti solo l’Ispettorato può assumere controllori, anche se Inps, Inail e Asl continuano a mantenere il personale già in servizio. Da qui nasce l’esigenza di un maggiore coordinamento. L’introduzione di una banca dati comune serve poi a correggere quello che secondo Di Porto e Boeri sarebbe il maggior punto di debolezza per i dipendenti dell’Ispettorato. Non avendo accesso a dati affidabili, è molto difficile agire in modo efficace, soprattutto per quanto l’applicazione delle recidive. Al contrario, continuano gli economisti, i controllori dell’Inps sarebbero in possesso di informazioni migliori sulla sicurezza nelle aziende italiane e quindi sarebbero in grado di perseguire azioni più incisive.

Sindacati – Giovedì 16 dicembre è andato in scena lo sciopero generale indetto da due delle maggiori sigle sindacali: Cgil e Uil. Assente la Cisl, che ha invece organizzato un evento separato sabato 18 dicembre, senza che ciò si concretizzasse nell’astensione dal lavoro vera e propria. La richiesta da parte di Sbarra di andare oltre il decreto del governo e inasprire le norme in materia di sicurezza sono quindi arrivate subito dopo la tragedia di Torino, a cui il leader ha fatto riferimento. La questione delle morti sul lavoro era invece passata un po’ in sordina durante l’agitazione del 16 dicembre organizzata dalle altre due sigle. I leader di Cgil e Uil avevano fatto cenno al problema, ma la manifestazione era soprattutto una richiesta da parte dei lavoratori di essere ascoltati nella stesura della manovra di bilancio. Le istanze vertevano in particolare su pensioni, tutele contrattuali e materia fiscale. Tuttavia sulla vicenda di Torino è tornato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che insieme al segretario della Fillea Cgil Alessandro Genovesi ha commentato: «I cantieri non possono diventare il far west». I due hanno richiesto a gran voce il rispetto della certificazione di congruità Durc in materia di infortuni nei cantieri. Il numero uno di Uil, Pierpaolo Bombardieri ha parlato invece di «emergenza nazionale».