Del “nuovo” Pnrr si sa ancora poco e niente. L’ultimo aggiornamento del catalogo open data è del 19 gennaio 2024: “Milestone e Target programmazione del Pnrr”. Dentro c’è la descrizione di ogni misura che va incrociata con il dataset pubblicato il 4 dicembre 2023 che, invece, localizza il singolo progetto per Regione, Provincia e Comune. A mancare è però il dato più sensibile e utile a tracciare il percorso del Piano: i soldi stanziati per ogni singolo progetto. L’8 dicembre 2023 la Commissione Ue ha approvato le modifiche proposte dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni: sono 123 le aggiunte o le correzioni totali. Sempre il 19 gennaio scorso il governo ha richiesto a Bruxelles il versamento della quinta rata del Pnrr pari a 10,5 miliardi di euro legata al raggiungimento dei 52 obiettivi e traguardi della seconda metà del 2023. Un cammino spedito, necessario per recuperare il ritardo accumulato nell’ultimo anno.
I dati mancanti – Come riportato dal sito d’informazione OpenPnrr, progetto della fondazione Openpolis, del nuovo Piano targato Meloni non si hanno ancora molte notizie. I dataset non sono ancora aggiornati con la destinazione delle risorse per singola misura prevista. Il portale governativo ItaliaDomani, che documenta l’implementazione del programma, è fermo al 19 gennaio 2024 come pubblicazione dei dati. La sezione “Milestone e Target programmazione del PNRR” riporta infatti il codice identificativo di ogni progetto, la missione sotto la quale rientra, una breve descrizione e l’anno e il trimestre di conseguimento. Queste informazioni possono essere incrociate con il documento “Localizzazione del Pnrr”, pubblicato il 4 dicembre 2023, che relaziona ogni progetto al comune interessato. Tra queste informazioni non c’è però alcun dato relativo allo stanziamento previsto perché deve ancora essere emanato, a distanza di quasi tre mesi, il decreto legge con all’interno il quadro finanziario del Piano e tutte le riforme e gli investimenti correlati. Ad aggravare la situazione ci sono anche le lacune che il Piano si trascina sin dall’inizio: non si hanno aggiornamenti sullo stato di avanzamento dei lavori già partiti e in programma.
Cosa sappiamo finora – Il governo Meloni ha ottenuto 123 modifiche e aggiunte al Piano presentato dall’ex premier Mario Draghi a giugno 2021. L’esecutivo di centro-destra ha innanzitutto ricevuto un leggero aumento dei fondi stanziati: si è passati dai 191,5 miliardi di euro accordati a Draghi a 194,4 miliardi di euro (2,9 miliardi in più, 1,3 a fondo perduto e 1,6 in prestiti). Come sottolineato da OpenPnrr, gli obiettivi del secondo semestre 2023 sono diminuiti, da 69 a 52, e ricollocati, con un conseguente impatto sui finanziamenti da richiedere nella quinta rata, da 18 miliardi di euro a 10,5 miliardi. In attesa dell’approvazione della Commissione, il governo sarà impegnato in una corsa a ostacoli per adempiere agli oltre 200 traguardi rimasti, ai quali si aggiungono gli interventi del Repower Eu. Il tutto con una capacità di spesa dei fondi europei allarmante: nel 2023 sono stati messa a terra solo 2,5 miliardi di euro sui 33,8 programmati, il 7,4% del totale.
Il Repower Eu – Il 7 agosto 2023 l’Italia con le modifiche del Pnrr ha presentato anche il capitolo relativo al Repower Eu, il piano avanzato dalla Commissione a maggio 2022 per ridurre la dipendenza degli Stati europei dai combustibili fossili russi e per accelerare la transizione verde. La dote del nostro Paese è di circa 2,76 miliardi di euro spalmati su investimenti e riforme di cui però fino ad adesso sappiamo poco, ma che dovrebbero essere utili al risparmio e all’efficientamento energetico, la decarbonizzazione dell’industria e la riqualificazione dei lavoratori per dotarli di competenze green.