Il divario tra bianchi e neri negli Stati Uniti non è una questione soltanto sociale. Le proteste in tutto il Paese seguite alla morte dell’afroamericano George Floyd, ucciso per un abuso di violenza di probabile matrice razzista da parte delle forze di polizia, hanno riportato all’attenzione di tutto il mondo la mai risolta questione razziale che continua a dilaniare la società Usa. Ma è emerso con chiarezza che alla base delle disparità di trattamento c’è anche una ragione economica. Nonostante prima della pandemia di Covid-19 i mercati finanziari fossero ai loro massimi, non tutti i cittadini americani beneficiavano della crescita: lo squilibrio di redditi, ricchezza, accesso alla sanità e all’istruzione tra persone bianche e di colore era enorme. Il lockdown ha solo ingigantito questo trend, rivelando anche un tasso di mortalità molto più alto tra la popolazione nera.

Ricchezza. Intervenendo in merito alle proteste successive alla morte di Floyd, il presidente Donald Trump su Twitter si è vantato di “aver fatto per neri più di qualsiasi altro presidente, con la sola eccezione di Abraham Lincoln”. Per l’inquilino della Casa Bianca gli investimenti nei quartieri a basso reddito hanno portato a meno disoccupazione, povertà e crimine. I dati sembrerebbero smentirlo. Una serie di report citati in un articolo del Financial Times  mostrano come nel 2016 il patrimonio netto di una famiglia nera fosse di appena 17.150 dollari, contro i 171.000 di una famiglia bianca: dieci volte più basso! Guardando ai redditi familiari medi la storia non cambia: 41mila dollari per i neri contro i 70mila dei bianchi non ispanici. Se per le famiglie bianche l’incremento dopo la crisi del 2008 è stato quasi del 9 percento, i redditi delle persone di colore sono molto più stagnanti: l’aumento medio è stato di appena il 3,4 percento in dieci anni.

Fonte: CNN

Lavoro. Anche sul fronte della disoccupazione il divario razziale è importante. Prima della pandemia di Covid-19, quando il tasso era ai minimi da inizio decennio, il livello della popolazione nera non impiegata era comunque di quattro o cinque punti percentuali superiore rispetto a quella bianca. A fronte di una media nazionale del 4 percento, in alcuni quartieri a maggioranza afroamericana e in presenza di alti livelli di degrado urbano si raggiungevano punte del 15 percento. La situazione attuale ha solo peggiorato le cose: una ricerca del Pew Research Center ha mostrato che nel 44 percento delle famiglie nere almeno una persona ha perso il lavoro durante il lockdown, contro il 38 percento di quelle bianche. Infine, per i neri sembra molto più difficile accedere a posizioni lavorative di alto livello: nella lista Fortune 500 degli amministratori delegati più ricchi del Paese, solo 10 sono neri (o latini): meno del 3 percento, anche se i due gruppi etnici insieme rappresentano un cittadino americano su tre (il 31 percento).

Coronavirus.  L’emergenza sanitaria globale ha solo ingigantito le disparità tra gruppi razziali. Un report di APM Research Lab ha mostrato che rispetto agli altri (latini, bianchi e asiatici) i neri hanno avuto un livello di mortalità doppio: 54 morti ogni 100mila persone, a fronte di una media che, esclusi gli afroamericani, è di circa 23 decessi. La crescita di mortalità percentuale dei neri, pari a un più 23 percento, è stata di dieci punti superiore alla media nazionale (13 percento). A pesare su questi dati, secondo i ricercatori, ci sono stati sia le peggiori condizioni igienico-sanitarie dei quartieri a basso reddito, sia un minore accesso a cure di qualità. Le istituzioni dovranno ora decidere se ampliare o meno i sussidi di disoccupazione da 600 dollari a settimana previsti dalle misure anti-pandemia: il provvedimento aiuterebbe soprattutto le fasce sociali svantaggiate, nelle quali i neri occupano una porzione rilevante. Tuttavia, alcuni Repubblicani sono contrari a estenderlo, perché il sussidio rappresenterebbe un disincentivo a cercare lavoro.

Fonte: CNN