Una pace ancora non c’è, ma già si discute su come gestirla: la mattina del 27 marzo si apre a Parigi il vertice tra 30 leader europei per parlare di come garantire la sicurezza dell’Ucraina dopo la fine delle ostilità con la Russia. La coalizione dei volenterosi, guidata da Francia e Regno Unito, concentrerà parte del summit sul piano di Parigi e Berlino per inviare truppe di pace in territorio ucraino.
La posizione italiana – Prima di volare a Parigi, la premier italiana Giorgia Meloni ha convocato un vertice con i suoi due vice, Antonio Tajani e Matteo Salvini, e il ministro della Difesa Guido Crosetto. In una nota ufficiale di Palazzo Chigi il governo italiano ha chiarito la posizione con cui si presenta davanti agli altri «volenterosi»: «Non è prevista alcuna partecipazione nazionale a una eventuale forza militare sul terreno». Meloni comunque «riafferma l’impegno alla costruzione di garanzie di sicurezza solide ed efficace per l’Ucraina che trovino fondamento nel contesto euroatlantico», da coordinare insieme ai partner europei e agli Stati Uniti. Per questo l’Italia non chiude del tutto le porte ai progetti di Macron e Starmer, ma a una condizione: aprire spazio a «un possibile ruolo delle Nazioni Unite, che il governo italiano sostiene da tempo». Anche Tajani ha ribadito che i militari italiani saranno inviati in Ucraina solo se inseriti in missioni Onu. La posizione assunta da Meloni si avvicina molto a quella di Washington: le truppe occidentali garantiranno la pace in Ucraina solo con il consenso di Mosca, condizione necessaria, visto il diritto di veto che la Russia può esercitare contro qualunque risoluzione, affinché il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dia il via libera a una missione militare.

Dei soccorritori spengono il fuoco causato da un attacco di droni su Kharkiv, in Ucraina
Non solo truppe – Meloni comunque insiste su un piano alternativo: «un modello che in parte possa ricalcare quanto previsto dall’articolo 5 del Trattato di Washington», cioè la regola fondativa della NATO per cui se un paese del Patto viene attaccato anche tutti gli altri membri si considereranno coinvolti. Gli altri partner europei non sembrano convinti, ma mettono sul piatto la possibilità di rafforzare la Nato stessa e l’impegno europeo nell’Alleanza, a partire dalle basi presenti in Romania. Così come si discute di aiutare l’esercito di Kiev mobilitando addestratori per le sue truppe o continuando a stanziare aiuti militari: Emmanuel Macron, che ha telefonato a Donald Trump prima di iniziare il vertice all’Eliseo, ne ha annunciati 2 miliardi proprio in occasione della riunione di Parigi.