Ansa

Un altro colpo al cuore dell’ultradestra americana da parte delle big tech: dopo l’oscuramento a tempo indeterminato dei profili Twitter e Facebook di Donald Trump, Amazon manda offline Parler, il social network degli estremisti che era servito a organizzare l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio. La piattaforma fondata da John Matze nel 2018 non è più accessibile dalla mezzanotte dell’11 gennaio, quando Aws (Amazon web services) ha deciso di staccare la spina in seguito al «costante aumento di contenuti violenti sul sito web», che violano i termini e le condizioni del provider.

La lettera – La decisione di Amazon, arrivata subito dopo che Apple e Google avevano rimosso Parler dai loro app store, è accompagnata da una lettera che la stessa Aws ha recapitato al social network, nella quale si legge che «Aws nelle ultime settimane ha segnalato 98 esempi di post che chiaramente incoraggiano ed incitano alla violenza. Non possiamo fornire servizi a un cliente che non è in grado di identificare e rimuovere efficacemente i contenuti pericolosi. Poiché non può rispettare i nostri termini di servizio e rappresenta un rischio molto reale per la sicurezza pubblica, abbiamo in programma di sospendere l’account di Parler». Per Matze, che ha già dichiarato che il sito tornerà online nel giro di una settimana, l’azione di Amazon è la dimostrazione che «la grande tecnologia vuole uccidere la concorrenza, rimuovendo completamente la libertà di parola da internet».

Free Speech – “La piazza cittadina del mondo”, come si definiva Parler nella sua homepage, aveva raddoppiato gli iscritti a partire dalla vittoria elettorale di Joe Biden del novembre scorso, passando in pochi mesi da 4,5 a 8 milioni di utenti iscritti: principalmente sostenitori e membri delle teorie di QAnon, persone vicine alla destra alternativa statunitense, suprematisti bianchi, sovranisti e complottisti di ogni genere, tutti avversi alla “dittatura del politicamente corretto” e attratti dalla caratteristica di Parler di non filtrare o applicare alcun tipo di censura ai messaggi (anche quelli che inneggiano all’odio) e permettere quindi qualsiasi tipo di post , i cosiddetti parleys.

I politici – Ma gli utenti di Parler non sono solo semplici cittadini: i profili più seguiti sul social, sul quale il presidente uscente degi Stati Uniti non ha un account ufficiale (ma i suoi figli Eric e Don junior sono presenti) sono quelli del senatore repubblicano e ultraconservatore Ted Cruz (4,9 milioni) e il conduttore di Fox News Sean Hannity (7 miilioni), oltre a quelli di Rudy Giuliani, del presidente brasiliano Jair Bolsonaro e di Matteo Salvini, iscrittosi alla piattaforma nemmeno 24 ore prima della sua chiusura e di cui rimane solo il primo (e unico) parley: «Amici, da oggi anche su Parler! Love from Italy».