L’ora della verità per il piano di pace per Gaza formulato dal presidente Usa Donald Trump. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu voterà alle 23 italiane di oggi, 17 novembre, sulla bozza di risoluzione sulla Striscia presentata dagli Stati Uniti la scorsa settimana. Il piano americano autorizza l’invio di una “Forza internazionale di stabilizzazione” e prevede il mandato fino alla fine del 2027 per un “Consiglio della pace“, un organismo di transizione che dovrebbe essere presieduto dal presidente Usa stesso. Nei giorni scorsi, la Russia ha però presentato ai 15 membri del Consiglio una risoluzione alternativa, che non contiene la richiesta di smilitarizzazione della Striscia e menziona esplicitamente la soluzione a due Stati. Totale contrarietà alla nascita di uno Stato palestinese viene invece ribadita dal premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Il piano Usa – La Forza internazionale di stabilizzazione (Isf) prevista nell’ultima versione del testo americano, visionato da France Presse, collaborerebbe con Israele ed Egitto. Tra i compiti attribuiti, l’addestramento di una nuova forza di polizia palestinese e la garanzia del «disarmo permanente dei gruppi armati non statali». L’Isf sarebbe posta sotto il comando del “Consiglio della pace”, chiamato a supervisionare a sua volta una «commissione palestinese tecnocratica e apolitica» che si dovrebbe occupare dell’amministrazione del territorio. Eventualmente in un secondo momento, solo dopo il 2027, potrebbe essere direttamente coinvolta nelle responsabilità amministrative l’Autorità nazionale palestinese, che oggi governa alcune zone della Cisgiordania. Oltre ai punti messi nero su bianco nel piano Trump, secondo il Guardian gli Stati Uniti starebbero progettando una separazione a lungo termine di Gaza. Citando varie fonti, il quotidiano britannico spiega che i suoi territori sarebbero divisi in una “zona verde“, posta sotto il controllo militare israeliano e internazionale e in cui avrebbe subito inizio la ricostruzione, e in una “zona rossa“, che rimarrebbe in rovina.
La contro-proposta russa – Nel testo della risoluzione presentata dalla Russia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, si cita «l’impegno nei confronti della visione di una soluzione a due Stati» che «vivano fianco a fianco in pace» e si «sottolinea l’importanza dell’unità e dell’integrità territoriale della Striscia di Gaza e della Cisgiordania sotto l’Autorità palestinese». Nel testo di Mosca, visionato da Reuters e dall’emittente israeliana Channel 12, non viene menzionata la smilitarizzazione della Striscia né preannunciata l’istituzione di un organo esecutivo ad interim. La contro-risoluzione si oppone infine alla permanenza di Israele oltre la cosiddetta “Linea gialla” e affida al Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il compito di valutare le «opzioni per il dispiegamento della Forza internazionale di stabilizzazione».
La reazione americana – Un portavoce della missione statunitense al Palazzo di Vetro ha così commentato la proposta russa: «I tentativi di seminare discordia ora, mentre l’accordo su questa risoluzione è in fase di negoziazione attiva, hanno conseguenze gravi, tangibili e del tutto evitabili per i palestinesi di Gaza». «Il cessate il fuoco è fragile e sollecitiamo il Consiglio a unirsi e ad andare avanti per garantire la pace di cui c’è disperatamente bisogno», ha aggiunto il portavoce Usa. A quanto riporta l’agenzia di stampa Agi, diversi diplomatici avrebbero tuttavia dichiarato all’Agence France-Presse che l’aspettativa è quella che la bozza statunitense venga adottata, nonostante le divergenze con la Russia (che dispone del diritto di veto) e lo scetticismo di altri Stati membri.
Le parole di Netanyahu – «La nostra opposizione a uno Stato palestinese in qualsiasi territorio a ovest del Giordano esiste, è valida e non è cambiata di una virgola», ha ribadito il premier israeliano nell’apertura di riunione del suo governo. «Da decenni respingo questi tentativi e faccio lo stesso con le pressioni dall’esterno e a livello interno – ha incalzato – Non ho bisogno di rinforzi, post, prediche di nessuno».
La posizione di Hamas – In una dichiarazione diffusa nella notte, il movimento islamista ha fatto sapere che la risoluzione presentata dagli Stati Uniti è «pericolosa» e «un tentativo di sottomettere la Striscia di Gaza all’autorità internazionale».




