L’ergastolo. Il pagamento delle spese processuali, l’interdizione dai pubblici uffici e il risarcimento di 500mila euro alla vedova e ai figli della vittima. Questa la sentenza di primo grado inflitta dalla Corte d’Assise di Milano nel pomeriggio di lunedì 3 luglio ad Alessandro Cozzi, ex educatore, insegnante e conduttore Rai ritenuto colpevole dell’omicidio di Alfredo Capelletti. Commossa la famiglia della vittima al termine della lettura. Impassibile il condannato.

Alessandro Cozzi in un fotogramma della trasmissione “Diario di famiglia” di cui era conduttore su Rai Educational

La sentenza – Alle dieci di mattina pm, parti civili e difesa ripetono in una breve requisitoria di un’ora le motivazioni della pena richiesta. L’atmosfera è tesa ma l’imputato non lascia trasparire emozioni. I presenti faticano ad ascoltare, sono già con la mente al verdetto che dovrebbe arrivare nel primo pomeriggio. Alle 13.30 si saprà se serve altro tempo per decidere oppure no.

Non serviva altro tempo. La giuria è in ritardo di qualche minuto. Sono le 13.40 quando entra in aula, ma lo fa con passo deciso. Deciso come il tono della presidente, il giudice togato Giovanna Ichino, quando in nome del popolo italiano dichiara colpevole l’imputato e gli infligge la pena dell’ergastolo. Una condanna, quella di oggi, che si va a sommare ai 14 anni di carcere che Alessandro Cozzi sta già scontando per aver ucciso (reo confesso), nel 2011, l’imprenditore milanese Ettore Vitiello. Ma non c’è solo il carcere a vita nela sentenza di  Alessandro Cozzi: «La giuria ordina il risarcimento nei confronti della famiglia costituita parte civile per la cifra di euro 100mila alla vedova, Maria Pia Beneggi, e rispettivamente euro 200mila ai figli, Alessandro ed Elisabetta Capelletti. Lo condanna inoltre al pagamento delle spese processuali anche delle parti civili», ha detto Ichino. Pochi minuti per infliggere una pena che cambierà una vita. Anzi, più vite.

Una sentenza che la famiglia di Alfredo Capelletti ha atteso per quasi vent’anni e che viene accolta con un pianto liberatorio e abbracci al legale, l’avvocato Luciano Brambilla che ha seguito i familiari sin dall’inizio della vicenda. Sin da subito moglie e figli hanno dubitato del suicidio, come ha ricordato la stessa Elisabetta Capelletti ai cronisti termine dell’udienza: «Non è facile parlare. Ma oggi abbiamo avuto giustizia, non abbiamo mai creduto che papà si fosse tolto la vita», ricorda Elisabetta fra le lacrime. Tanta la commozione anche se è possibile che presto, dopo la riserva di 90 giorni per il deposito della sentenza, venga presentata la richiesta di appello del legale di Alessandro Cozzi, l’avvocato Fabio Palazzo.

Il caso – Alfredo Capelletti era un imprenditore e amico di lunga data di Cozzi. Trovato senza vita per una coltellata al cuore nel suo ufficio il 13 settembre 1998, il caso di Capelletti è stato due volte archiviato come suicidio. Poi, le somiglianze con il caso di Ettore Vitiello hanno dato al gip, Franco Cantù Rajnoldi, le motivazioni necessarie per decidere l’imputazione coatta, obbligando così l’avvio dell’iter processuale (qui un riepilogo della vicenda). Nell’udienza del 14 giugno l’avvocato delle parti civili, Luciano Brambilla, e il pm, Maurizio Ascione, avevano richiesto l’ergastolo, mentre il legale della difesa, Fabio Palazzo, si era opposto chiedendo l’assoluzione perché il fatto non sussiste.