«Ho deciso che Giulia doveva sapere». Nascosta da un paravento per la prima parte della sua testimonianza, A.C. ha parlato in aula per circa due ore. «Volevo darle qualcosa di concreto per farle capire quello che stava succedendo», come un rossetto lasciato nell’auto di lui in modo che Giulia lo trovasse. A.C. è stata l’altra donna di Alessandro Impagnatiello, reo confesso del femminicidio della compagna Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate mentre era incinta di 7 mesi nella sua abitazione di Senago il 27 maggio scorso. In questa terza udienza del processo non ha testimoniato solo la giovane donna, ma anche due membri della famiglia Tramontano che si è costituita parte civile. In mattinata è stata sentita la madre che ha detto: «Io ho perso una figlia e un nipote, ma i miei figli hanno perso una mamma. Non sono più la stessa di prima». Nel pomeriggio è prevista la testimonianza del fratello.
La testimonianza dell’altra donna – A.C. e Impagnatiello si sono conosciuti sul posto di lavoro e hanno cominciato a frequentarsi nel settembre del 2022. Lui era già compagno di Giulia Tramontano e A.C ne era consapevole. Non sapeva, però, che fosse incinta. Non sapeva di esserlo nemmeno lei, quando nel gennaio 2023 lo ha scoperto e ha deciso spontaneamente di interrompere la gravidanza. Ha scoperto di Thiago, invece, il figlio di 7 mesi che Tramontano portava in grembo, verso marzo-aprile quando ha visto una foto di Giulia con il pancione a Ibiza. L’imputato ha sempre negato la paternità di Thiago tanto da confezionare e presentare ad A.C. un test del dna falso. Da questo momento in poi, A.C. ha iniziato ad avere dei sospetti, ma ha deciso di continuare la relazione: «Volevo vedere fino a che punto si sarebbe spinto con le sue menzogne». Di menzogne ne ha dette tante fino al 27 maggio quando A.C. ha deciso di interrompere la relazione e ha espresso la volontà di parlare con Giulia. In aula sono state mostrate le chat tra le due donne che si accordavano per vedersi quel giorno fuori dall’ingresso personale dell’Armani Hotel, dove hanno parlato e poi si sono separate. A.C. si è offerta di ospitare Tramontano per la notte, ma la donna ha deciso di tornare a casa e affrontare il compagno. Più tardi, le due si sono sentite di nuovo, ma il tono dei messaggi era diverso: Giulia risultava fredda e distaccata. «Nella mia testa ho capito che stava succedendo qualcosa. Ho iniziato a preoccuparmi», ha riferito in aula A.C. che, quella sera, ha cercato di capire dove si trovava e come stava Giulia. Senza ricevere risposte. Ha ricevuto una visita sotto casa da Impagnatiello. Non l’ha fatto salire, ma lo ha ascoltato dalla finestra. In quelle ore, l’imputato aveva già ucciso Giulia Tramontano, ma continuava a sostenere che con lei era finita e che non era il padre del bambino.
Le due vite parallele – «Volevo salvarla da una persona non onesta che conduceva due vite parallele», riferisce in aula A.C. Racconta anche che Alessandro Impagnatiello aveva chiuso la relazione con Giulia nel marzo del 2023, ma che continuava a starle vicino. «Era rimasta incinta, era sola, non stava bene, voleva farsi del male, ed era bipolare. Mi ha detto di aver saputo dalla sorella di Giulia che anche a lei aveva detto di volersi uccidere», prosegue la testimone. Cosa che invece la sorella non avrebbe mai dichiarato. Domenica 28 maggio (Tramontano era già morta), A.C., vedendo che Giulia non riceveva messaggi e telefonate, ha deciso di scrivere su Facebook alla sorella. Le ha chiesto se Giulia fosse mentalmente instabile, ha risposto di no.
La madre di Giulia – Lo ha ribadito in aula anche la madre di Giulia: «Lei amava la vita, non ha mai mostrato la volontà di suicidarsi», ha dichiarato. Davanti ai giudici della Corte d’Assise, la donna ha ripercorso gli anni della relazione della figlia con Impagnatiello: la frequentazione, poi le presentazioni ufficiali e infine la gravidanza. «Mi aveva fatto una buona impressione, di una persona normale e che si prendeva cura dell’altro figlio, avuto in giovane età». I primi problemi erano sorti all’inizio della gravidanza. Per settimane c’erano stati dei tira e molla, con Impagnatiello che diceva di non volere tenere il bambino, che invece Giulia desiderava. Dopo la decisione, condivisa, di portare a termine la gravidanza, erano sorti altri tormenti. A fine gennaio, Giulia aveva chiamato la madre in lacrime dicendole che Impagnatiello aveva confessato di avere una relazione con un’altra donna. Era distrutta e in quel periodo aveva già un bruciore di stomaco frequente e acuto di cui aveva parlato in famiglia. Tutti però pensavano fosse dovuto alla gravidanza. I mesi successivi erano stati pieni di alti e bassi, con Impagnatiello che aveva ritrattato la confessione sulla relazione parallela, dicendo di essersi inventato tutto. Giulia però non era serena. Alessandro era assente, anche quando la sua presenza era necessaria. Ad esempio per la consegna della cameretta del bambino. Anziché farsi trovare in casa, aveva detto di essere a una grigliata. In realtà era con l’altra donna a festeggiare il suo compleanno. Nessuno però avrebbe mai sospettato che sarebbe arrivato a fare del male a Giulia. La preoccupazione, forte, è nata la sera del 27 maggio 2023. Quando i genitori si sono accorti che a rispondere ai messaggi era una persona diversa dalla figlia. Sono bastate due parole: «Sì madre», il modo in cui la vittima chiamava spesso a voce la mamma, ma mai per messaggio. Il giorno dopo, tutto è precipitato. La sorella è stata contattata da A.C. mentre la madre veniva avvisata da Impagnatiello che stava denunciando la scomparsa della compagna. Un viaggio in macchina in piena notte fino a Senago e la famiglia Tramontano era dai Carabinieri. Poi in casa di Giulia, infine davanti alla constatazione che Giulia non c’era più.