L’obiettivo è evitare «la pandemia dei non vaccinati» – così l’ha definita il commissario Francesco Figliuolo riferendosi alla risalita dei contagi Covid in diversi Paesi europei -, fronteggiare la quarta ondata e limitare le chiusure in vista delle vacanze natalizie. Per farlo il Governo punta soprattutto sul potenziamento della campagna vaccinale e l’ampliamento dei beneficiari della terza dose. Poi proroga dell’estensione della validità del green pass fino a 12 mesi, stato d’emergenza al 31 marzo 2022, riapertura di tutti gli hub vaccinali e conferma del sistema di suddivisione delle Regioni per fasce di colore.

Terza dose – Sono oltre 45 milioni gli italiani che hanno completato il ciclo vaccinale. Ma ormai tutte le attenzioni si concentrano sullo step successivo, ovvero la terza dose. Quest’ultima è stata somministrata già a poco più di due milioni di cittadini e al momento riguarda soggetti fragili, operatori sanitari, e over 60, ma si prevede che presto verrà estesa anche ai soggetti con meno di 60 anni. È stato lo stesso Figliuolo a sottolineare l’esigenza di muoversi in questa direzione puntando al potenziamento quanto più intenso e veloce possibile della campagna vaccinale.

Hub e prenotazioni – Il piano messo a punto per riuscirci prevede, tra le altre cose, anche la riapertura degli hub vaccinali. La richiesta è stata inoltrata ai governatori: il presidente della conferenza delle Regioni, il governatore del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, sembrerebbe già pronto a riunire i colleghi non appena si avrà l’ok per la terza dose agli under 60. Non solo, Figliuolo ha anche chiesto di snellire l’iter vaccinale, garantendo «la possibilità aggiuntiva di accedere alla vaccinazione direttamente presso gli hub senza prenotazione», mentre medici e pediatri dovranno «ricorrere in modo sistematico alla “chiamata attiva”, procedendo alla prenotazione dei soggetti interessati alla dose booster». A loro spetterà gestire anche la prossima fascia di nuovi beneficiari, gli under 12, di cui si attende solo il via libera dell’Ema.

Green pass – Per quanto riguarda il tanto discusso certificato verde, l’obbligo per accedere al posto di lavoro e per entrare in tutti i luoghi pubblici potrebbe essere rinnovato almeno fino all’estate. Restano dei dubbi su come si agirà rispetto alla durata della sua validità: «Va risolto il problema dell’allineamento della protezione del vaccino con quella del Green pass. Perché tra tre o quattro mesi avremo persone che si sono vaccinate tra aprile e luglio e che, sebbene ancora protette da rischio di ospedalizzazione, possono infettarsi e trasmettere il virus. Ciò implica che non possiamo creare con il Green pass ambienti sicuri. E questo nodo, in qualche modo, va risolto», ha detto Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, al programma Agorà di Rai Tre.

Il sistema dei colori – Nessuna novità invece sulla suddivisione del Paese in fasce di colore sulla base della circolazione del virus e della situazione ospedaliera, nello specifico il livello di saturazione delle terapie intensive e dei reparti ordinari. Fermo su questo punto il ministro della Salute Roberto Speranza, che ne ha ribadito l’efficacia, ammettendo anche la possibilità di introdurre eventuali zone rosse locali in presenza di cluster. Stessi toni irremovibili per l’obbligo della mascherina al chiuso: «Non si tocca», ha tagliato corto Speranza.

Precauzioni a parte, per ora l’Italia resta ancora tutta bianca. Ma l’aumento di contagi in corso – che con il freddo invernale e le festività potrebbe diventare allarmante – non sembrerebbe escludere che tra qualche settimana si torni a parlare di zone gialle. Il rischio riguarda soprattutto Friuli-Venezia Giulia, Marche, Calabria e provincia di Bolzano.