I partiti non hanno smentito quanto dichiarato prima del voto. Peccato che il risultato sia la quarta fumata nera. Con 166 preferenze espresse a favore del presidente della Repubblica uscente Sergio Mattarella, seguito da Nino Di Matteo con 56 voti, si chiude questa giornata di votazione. Sono 441 gli astenuti e 261 le schede bianche. Il segretario del Pd Enrico Letta ha ribadito che «non devono esserci né vincitori né vinti. L’unica logica da seguire è quella del dialogo».

15.01 – Concluso ufficialmente lo spoglio. 166 voti a Mattarella, 441 astenuti, 261 schede bianche. Il secondo per preferenze è Nino Di Matteo (56).

14.58 – «Spero che i colleghi che hanno scritto Mattarella per regolare i conti interni al proprio partito usandolo come candidato di bandiera, oggi non abbiano replicato. Il presidente non merita tale sfregio, soprattutto da chi 3 anni fa voleva denunciarlo per alto tradimento». Marco Di Maio (Italia Viva) commenta così le oltre 150 preferenze espresse per ora a favore del presidente della Repubblica uscente.

14.49 – Mattarella supera i 100 voti.

14.40 – «E’ un problema di tutti, cercheremo di risolverlo. Io non faccio parte dei negoziati ma penso che ormai non c’è altro che da allineare la squadra sul nome. La squadra c’è, i numeri ci sono, attendiamo gli sviluppi nelle prossime ore. Immagino si chiuda a brevissimo. L’allineamento con l’astensione va in quella direzione». Così il governatore del Veneto Luca Zaia in transatlantico alla Camera.

14.32 – Sono 433 gli astenuti. A spoglio in corso, in testa c’è Mattarella con 27 preferenze, seguito da Di Matteo, 8 voti.

14.19 – Conclusa la quarta votazione. A breve si parte con lo spoglio delle schede fatto personalmente dal presidente della Camera Roberto Fico. Il quorum è a 505 voti.

14.13 – Le votazioni sono ancora in corso ma è accertato lo stallo totale. In attesa di dichiarare ufficialmente la quarta fumata nera per l’elezione del presidente della Repubblica, i partiti non fanno passi avanti. Belloni sembra la candidata più accreditata, l’unica a non avere ancora ricevuto veti formali. Ma Matteo Renzi chiude: «Sono nomi tirati lì senza discussione politica». Conte mantiene il riserbo e non si fa sfuggire nomi.

14.00 – «Elisabetta (Belloni, ndr) è un profilo alto, ci ho lavorato insieme alla Farnesina ma non bruciamo nomi e soprattutto non spacchiamo la maggioranza di governo», lo ha detto il ministro degli Esteri, il pentastellato Luigi Di Maio. Secondo il ministro la doppia votazione richiesta dalle forse politiche per domani rischia di togliere tempo alle trattative.

13.58 – Sabino Cassese nega di conoscere Matteo Salvini, smentendo quindi l’incontro con il leader della Lega di cui si vocifera da ieri.

13.55 – Salvini prova a rompere gli indugi senza però indicare un nome: «La via maestra resta un nome vicino al centrodestra».

13.34 – Conclusa la seconda chiama dei deputati. Tenuto conto delle intenzioni di voto manifestate dalle varie forze politiche è certo che il nuovo presidente della Repubblica non sarà eletto oggi. Si riprende alle 14 con i delegati delle Regioni.

13.30 – Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ottimista: «Non bruciamo nomi, speriamo che ci voglia il minor tempo possibile».

13.17 – «È necessario fare in fretta, smettere con l’inutile giostra e dare al Paese un Presidente della repubblica di alto profilo profilo. Se l’ipotesi di candidatura del professor Cassese fosse confermata ci troveremmo in presenza di un candidato straordinario e di una figura di altissimo valore che potremmo votare tutti con entusiasmo». Lo ha detto Silvia Fregolent, componente dell’ufficio di presidenza del Gruppo di Italia Viva alla Camera.

13.06 – Il M5s, oltre alla scheda bianca, apre alla libertà di coscienza.

12.56 – Secondo quanto riferito da La Presse, il Partito democratico apre alla Belloni.

12.53 – «Credo che a questo punto sia difficile trovare un nome fuori dalla coppia Casini-Draghi». Così Giovanni Toti conversando in Transatlantico. «Tutti i partiti, al loro interno sono divisi, a partire dal mio, tra queste due ipotesi». Letta in linea con le volontà del centrodestra: «Noi siamo d’accordo, l’abbiamo chiesta all’inizio».

12.46 – «La nostra richiesta è che non si perda più tempo. Ora si arrivi a stringere su un uomo o una donna. Il mandato che abbiamo dato a Salvini è che stringa», così Maurizio Lupi dà i primi segni di insofferenza nei confronti dei vertici del centrodestra.

12.26 – Alcune fonti confermano l’incontro di ieri tra Mattero Salvini e Sabino Cassese. Avrebbero parlato delle conseguenze del passaggio di Mario Draghi da palazzo Chigi al Quirinale.

12.24 – «In questo momento restiamo fermi alla prospettiva delineata dal comunicato di questa mattina dopo il vertice di eleggere un presidente della repubblica di Centrodestra – ha affermato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri – se si dovesse arrivare alla prospettiva del pareggio con il Centrosinistra, e non alla vittoria, quella di Pierferdinando Casini è sicuramente una strada possibile».

12.11 – Concluso il voto dei senatori, al via il turno dei deputati.

12.06 – «Vi sembra normale che di fronte a una cosa del genere tutti i giorni si fa un nome nuovo? Sono nomi tirati lì senza discussione politica». Matteo Renzi commenta così l’ipotesi di elezione di Casellati a capo dello Stato. Il governatore del Veneto Luca Zaia non si sbilancia e conferma di aspettare le linee guida del centrodestra. «Non un nome di partito ma di un’area culturale di centrodestra», aggiunge il leader della Lega Matteo Salvini. E risponde allo sconcerto di Renzi accusandolo: «Faccia una proposta, noi almeno le abbiamo fatte negli ultimi giorni. Da sinistra non è arrivata».

12.01 – Il governatore della Liguria Giovanni Toti apre sul giurista Sabino Cassese per «l’alto profilo del personaggio».

11.59 – Emma Bonino, leader di +Europa, dice che a Montecitorio non succede nulla. «Tutta la destra ha deciso di non partecipare al voto per contarsi e capire di quanti voti dispongono. Anche se non è una verifica perché il voto è segreto». Un modo per eleggere il suo presidente? «Intanto si contano, poi vediamo. Non sono nè stupita nè scandalizzata».

11.55 – Alla seconda chiamata il centrodestra si astiene come anticipato prima dell’inizio delle operazioni di voto. «Fatico a trovare parole per esprimere sconcerto. Al netto dei nomi non ti puoi permettere di non partecipare al voto, non sta né in cielo né in terra, sono sorpreso e amareggiato – commenta il leader di Italia Viva Matteo Renzi – questo era l’esame di maturità e questi si sono giustificati»

11.47 – Per Ignazio La Russa il nome di alto profilo istituzionale resta la presidente della Senato Maria Elisabetta Casellati. «Abbiamo deciso, obtorto collo, noi di Fdi, di astenerci per offrire a tutti la possibilità di valutare un nome di alto profilo».

11.40 – «Marta Cartabia è il nome giusto per uscire dallo stallo». Ne è convinto Matteo Richetti, senatore di Azione, che lo dice ai giornalisti entrando a Montecitorio. Ritiene che i 9 mesi svolti come presidente della Corte Costituzionale la rendano super partes. E poi accusa: «Le schede bianche di oggi dimostrano che in realtà i due poli mirino ancora ad eleggere un presidente che possa afferire alla loro parte politica».

11.30 – La leader di FdI Giorgia Meloni fa il nome di Elisabetta Belloni, da 7 mesi capo dei servizi segreti. Sarebbe la prima donna a ricoprire il ruolo di capo dello Stato italiano. L’apprezzamento per la personalità è pressoché unanime tra i Grandi Elettori, si registrano alcune perplessità a proposito del percorso professionale seguito finora.

11.18 – «Non lo conosciamo ma c’è». Lo ha detto il senatore a vita Mario Monti, per poi aggiungere «non credo che un giorno in più o in meno sia determinante, la cosa più importante e la solidità della soluzione».

Nessun nome di bandiera – Mercoledì il centrodestra ha rinunciato al nome di bandiera. Niente da fare per l’ipotesi iniziale che coinvolgeva Carlo Nordio come test per verificare su quanti voti potesse contare la coalizione. Alla prima chiamata FdI non si presenta e alla seconda sulla scheda scrive Guido Crosetto. Il leader della Lega ha dichiarato di voler aprire il dialogo con il centrosinistra. Sulla scelta dell’astensione di giovedì, la motivazione sarebbe quella di compattare la coalizione, delimitando il confine con le altre aree. Interrogato dai giornalisti Maurizio Lupi, leader di Noi con l’Italia, ha dichiarato che l’astensione «è un modo per chiudere ogni situazione, infatti da domani abbiamo chiesto la doppia votazione». Ma secondo fonti del centrodestra, la decisione avrebbe irritato Giorgia Meloni: la leader di FdI aveva chiesto, come ieri, di esprimersi votando un nome dell’area di centrodestra, per superare lo stallo.

Conte cerca compattezza – In queste ore l’ex presidente del consiglio e leader del M5s Giuseppe Conte sta tentando di allineare la posizione di tutti i membri del Movimento. Ha dichiarato che «nessuno può pensare di eleggere un presidente suo, di parte, che non rappresenti tutti». Poi su un incontro con il centrodestra ha aggiunto: «Non è che oggi dichiariamo, ma confermiamo la nostra disponibilità, che è immediata. Per il paese lavoriamo 24 ore su 24». L’opzione è quindi scheda bianca, anche se alcuni – in memoria delle vittime della Shoah – vorrebbero indicare simbolicamente il nome della senatrice a vita Liliana Segre. Spunta anche il nome del magistrato Di Matteo.